Corriere dello Sport

«Più del talento può il lavoro: non mollo»

Lucia: Ho dimostrato di poter competere ad alti livelli. Restare nelle top 100 è il mio obiettivo

- Di Ronald Giammò

Ripeteva Carmelo Bene: «Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può». Lucia Bronzetti fa quello che deve. Sa chi è e dove vuole arrivare. Soprattutt­o: conosce la strada per arrivarci. Che per questa ventitreen­ne di Rimini è sempre stata quella del lavoro, così da farsi trovare pronta qualora la fortuna avesse mai bussato alla sua porta. A Miami è andata proprio così. Ripescata come lucky loser e inserita nel tabellone principale, l’italiana si è spinta fino agli ottavi salutando il torneo con nuove certezze e un nuovo ranking.

Il primo Masters 1000 fino agli ottavi: non male come esordio.

«E' stata una settimana indimentic­abile e anche un po' fortunata. Avevo perso all'ultimo turno delle qualificaz­ioni ma sono stata ripescata. Poi sono stata brava a vincere il primo turno contro Tomljanovi­c, molto brava ed esperta. Ho espresso un bellissimo livello di tennis e ho dimostrato di poter competere contro giocatrici molto forti».

Tanti i match vinti in rimonta in questo 2022, segno che sa restare in partita fino alla fine.

«La grinta ce l’ho fin da bambina. I miei genitori facevano sacrifici per farmi giocare e mollare per me non era un'opzione, anche per rispetto loro. Non mi arrendo mai, fino all'ultimo punto, perché non puoi mai sapere quello che succederà».

I primi 5 game del match contro Voegel sono la foto questo atteggiame­nto.

«Ero tanto tesa all'inizio. All'inizio è stata durissima ma appena sono andata in vantaggio sono riuscita a cambiare marcia mentre lei è un po' calata».

Archiviato l'exploit e l’ingresso in top100, adesso bisogna confermars­i a questi livelli.

«E' questo il problema (ride, ndr). Confermars­i è più difficile. L'obiettivo è quello però: restare in top100, consolidar­e questo livello e puntare sempre più in alto. Se invece speri di restare lì o hai paura di perdere posizioni, è quello il momento in cui è più facile che questo accada».

Su cosa state lavorando con coach Piccari?

«Abbiamo iniziato a lavorare sulla terra, poi in Fed Cup torneremo sul cemento. Devo migliorare tanto la manualità, l'andare a prendermi il punto a rete, inserire qualche palla corta e qualche variazione in più e imparare a gestire qualche palla scomoda. Contro Gavrilova è accaduto nei punti importanti e se avessi saputo gestirli meglio sarei riuscita a vincere anche quella partita».

Adesso c'è la Billie Jean King Cup:

come vive questi giorni di avviciname­nto alla sfida di Alghero contro la Francia?

«Sono emozionata e non vedo l'ora di godermi e vivere ogni momento insieme a tutte le ragazze e alla capitana. Cercherò di imparare il più possibile e di farne tesoro per il futuro. Sarà sicurament­e un'esperienza bellissima, è il sogno che avevo fin da bambina».

Sente di poter ispirare le prossime generazion­i?

«Lo spero. E’ bello pensare di poter ispirare le ragazze più piccole. Soprattutt­o spero di far capire che con il lavoro, l'impegno e il sacrificio si può arrivare dove si desidera. Io non ho un gran talento, ho cominciato a giocare tardi e in questo senso mi definisco un po' "costruita". Ma ho sempre lavorato tanto, anche quando perdevo, il giorno dopo rientravo in campo al massimo e secondo me solo questo atteggiame­nto ha fatto sì che oggi io mi trovi qui. Vorrei ispirare altre ragazze ed essere un esempio sotto questo punto di vista: anche se non si ha un gran talento, con il lavoro si può arrivare lo stesso».

«Ho iniziato tardi ho grinta e non mi arrendo, se perdo ricomincio subito»

Lei è l'ultima italiana ad aver affrontato Ashleigh Barty: come ha accolto la notizia del suo ritiro?

«Non me l'aspettavo, così giovane e così nel pieno della sua carriera. E’ in assoluto la più forte e secondo me avrebbe vinto ancora molto. Ma se lei sentiva che era arrivato il momento di smettere è giusto così, che prenda la sua strada. Ognuno è artefice della sua vita. Magari poter arrivare dove è arrivata lei».

«Miami è stato indimentic­abile Ora c’è la King Cup sono emozionata»

 ?? ?? Lucia Bronzetti, 23 anni di Rimini, è n. 85 Wta. Si definisce “costruita” perché ha iniziato a giocare a tennis tardi
Lucia Bronzetti, 23 anni di Rimini, è n. 85 Wta. Si definisce “costruita” perché ha iniziato a giocare a tennis tardi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy