Ue, stop a carbone e navi Il prossimo passo è il gas
Bruxelles vieta l’accesso ai porti Venerdì e sabato Von der Leyen e Borrell voleranno in Ucraina
STRASBURGO - Stop al carbone di Mosca, tir e navi russe bandite dall’Europa e presto toccherà anche al petrolio. L’Unione europea risponde ai massacri di Bucha e ai ripetuti appelli di Volodymyr Zelensky facendo un passo ulteriore per isolare economicamente la Russia. Il quinto pacchetto di sanzioni sarà approvato nelle prossime ore dalla riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi membri ed è stato annunciato che Ursula von der Leyen, assieme all’Alto rappresentante Josep Borrell, tra venerdì e sabato volerà a Kiev. Il viaggio della presidente della Commissione e di Borrell, così come era accaduto per la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, non era stato ufficialmente annunciato per motivi di sicurezza. Ma la portavoce della von der Leyen, Dana Spinant, ha spiegato che la presidente vedrà Zelensky a Kiev prima di recarsi a Varsavia alle 15 di sabato per la conferenza dei donatori a favore dell’Ucraina. La missione quindi, si concluderà il sabato mattina. E per i vertici Ue il viaggio sarà lungo: il modo più sicuro per recarsi a Kiev è il treno e da Leopoli sono circa sette ore.
Del resto la guerra è tutt’altro che finita e con lei anche il percorso sanzionatorio dell’Ue. Il quinto pacchetto per la prima volta impatta sull’energia disegnando un phasing out (graduale eliminazione) dell’import di carbone, che vale 4 miliardi di euro l’anno. Di più l’Ue al momento non può fare: sul carbone l’accordo dei Paesi c’è, sul petrolio non ancora, mentre sul gas l’intesa è lontana. Decisiva, ancora una volta, sarà la posizione di Berlino. Ma qualcosa, anche in Germania, sta cambiando. La sua apertura allo stop al carbone non è marginale visto che sarà l’industria tedesca, innanzitutto, a subire le ripercussioni del divieto. E poi ci sono le parole del ministro delle Finanze Christian Lindner. Parole di pentimento. «È stato un errore da parte della Germania diventare così dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia. La politica tedesca del passato sulla Russia deve essere messa in discussione in modo critico», ha detto Lindner sferrando un colpo anche alla linea di Angela Merkel. Le sanzioni colpiranno anche “quattro banche chiave” russe, tra cui la seconda per grandezza, la Vtb. Resta fuori dalle misure Gazprombank, la banca del gas. Bruxelles vieterà alle navi russe l’accesso ai porti europei (con alcune eccezioni, come il trasporto di aiuti umanitari, cibo o energia) e troncherà l’import di prodotti ittici, legno, cemento, liquori. Uno stop che farà perdere a Mosca 5,5 miliardi. Alle imprese russe sarà inoltre vietato di partecipare agli appalti pubblici nei Paesi Ue e i soldi europei non potranno più essere usati per finanziari gli enti russi.
Non solo. Bruxelles, nelle prossime ore, allargherà lo stop all’export verso la Russia di prodotti high-tech, includendo ad esempio semiconduttori avanzati e computer quantistici. Un export che vale 10 miliardi. Le strade europee, infine, non potranno più essere percorse dagli autotrasportatori russi e anche bielorussi. «Stiamo lavorando già a nuove sanzioni. Le atrocità commesse a Bucha e in altre aree non resteranno senza risposta», ha sentenziato von der Leyen. La prossima tappa, come anticipato, sarà il petrolio, prima del bersaglio numero uno: il gas.
NATO. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg parla chiaro alla vigilia del vertice dei ministri degli Esteri della Nato. «Abbiamo qualche settimana di tempo per rifornire gli ucraini e aiutarli a respingere l’attacco: ora dobbiamo decidere cosa possiamo fare di più». Ecco, Praga ha già scelto. Inviando vecchi carri armati dell’era sovietica a Kiev, diventando così il primo Paese europeo - nonché alleato - a rompere il tabù dei tank (soddisfacendo gli appelli di Zelensky). Il conflitto, per l’ennesima volta, cambia e rischia di cambiare sempre di più, sull’onda dell’indignazione suscitata dai massacri di Bucha.
Stoltenberg: «Ora la Nato deve fare di più». E Praga invia vecchi carri armati