Juventus-Inter l’antidoto al solipsismo dei Giochisti
Caro Cucci, riporto una celebre allocuzione in latino di Gianni Brera che si addice all’incontro fra Juve e Inter di domenica allo Stadium: «Masturbatio ne facit liberos ne quidam goles». Si riferisce all’incontro fra Olanda e Italia in occasione dei Mondiali di Argentina nel 1978… L’Italia dominò territorialmente l’Olanda per tutta la partita, ma alla fine vinsero gli olandesi con due tiri da lontano…
Giuseppe Napoli, tin.it
Premesso che Juventus-Inter è stata una partita vera, tecnicamente e agonisticamente pregevole, per nulla afflitta da masturbationes care agli estetisti, mi prendo una breve vacanza dal consueto cazzeggio. Correre dietro a Brera è uno sport fascinoso. Uno sport seduto, naturalmente, come mi sono ridotto nonostante abbia studiato - ai bei tempi - il “Libro verde” di Muhammad Gheddafi che un solo sport ammetteva: cavalcare un cavallo senza sella nè finimenti appeso alla sua svolazzante criniera. Si possono passare ore a ricostruire un pensiero e ti giuro che con la prima vera luce d’aprile una pagina di Giovanni e una breve esposizione al sole tunisino ti restituiscono la vita fra le paure del covid e gli orrori ucraini. Giovanni ce l’aveva con gli olandesi, rispettava Crujiff che addirittura aveva definito “Pelé bianco” ma davvero li considerava calciomasturbatori. Prim’ancora di Argentina ‘78 li criticò nella finale del Mondiale tedesco del ‘74 eppoi li demolì dopo la sconfitta per 4-1 subìta dalla Polonia nell’autunno del ‘75. Ricordo bene quella partita perché segnò anche Andrei Szarmach, il polacco che il 23 giugno del ‘74, a Stoccarda, aveva contribuito a cacciarci dal Mondiale. Allora i soliti esperti in latte di bufala dissero che avevamo perduto con una squadra di schiappe, ma il tabellino racconta un’altra storia. Polonia: Tomaszewski, Szymanowski, Musial, Kasperczak, Zmuda, Gorgon, Lato, Deyna, Szarmach (77’ Cmikiewicz), Maszczyk, Gadocha. Ct: K. Gorski. Italia: Zoff, Spinosi, Facchetti, Benetti, Morini, Burgnich (31’ Wilson), Causio, Capello, Chinaglia (46’ Boninsegna), Mazzo
Travolti dall’arbitraggio è stata sottovalutata la qualità tecnico/agonistica del match Un lettore suggerisce una rivisitazione di Brera la, Anastasi. Ct: F. Valcareggi. Reti: 38’ Szarmach, 44’ Deyna, 85’ F. Capello. (Fate vobis).
Come mi raccontarono Mario Pennacchia e Ezio De Cesari, testimoni della trattativa (e Italo Allodi confermò) ai poveri polacchi sovietizzati avevamo offerto soldi per un pareggio che ci avrebbe qualificati insieme ma Franchi venne a saperlo e bloccò la losca faccenda. Brera - più di tutti sconfitto perché aveva pronosticato azzurri mondiali - scrisse un pezzo memorabile con un incipit straziante: «Pigliamo su e portiamo a casa. Mentre mi appresto a trasmettere queste note, cinque merli sicuramente emblematici ed allusivi beccottano i vermi sgusciati dalle zolle smosse durante l’incontro Italia-Polonia. Davanti a noi tumultuano alcune centinaia di nostri emigrati che la sconfitta ha indignato assai più di qualsiasi altra calamità nazionale. Il mio cuore, per contro, è gerbido. Non ho neppure la forza di indignarmi. Mi sento improvvisamente vecchio e annoiato». Da ricordo a ricordo, mesi dopo andai a Varsavia con il Bologna, cercai e trovai il tecnico Gorski, gli chiesi conferma della trattativa abortita, me la confermò e aggiunse: «Sarebbe stato un furto, avreste perso anche se noi non avessimo toccato palla, magari con un autogol: nella vostra squadra ognuno giocava per sé».
Tornando a noi, la Masturbatio breriana non era ancora entrata in circolazione e io scrivevo di “solipsismo e solipsisti” perché avevo imparato a detestare i pedatori dribblomani e narcisisti e il Bel Giuoco, partecipando a dibattiti un po’ più alti degli odierni scontri fra Risultatisti e Giochisti. Dibattiti, allora, in lingua italiana e capisco perché oggi si voglia concedere lo jus scholae - ovvero la cittadinanza italiana allo straniero che abbia frequentato per almeno cinqu’anni la nostra scuola - senza garantire ch’egli sappia l’Italiano: conosco peraltro laureati all’università inventata da Domenico De Masi nelle stesse condizioni di analfabetismo di ritorno (dicesi di quel 30% di connazionali che non leggono, non scrivono, guardano solo la tivù e magari un giorno ci lavorano pure).
Dopo aver letto note godibili di Giovenale sulla Masturbatio (i bambini che perdono la vista non li hanno inventati i preti…) mi sono felicemente imbattuto in un testo del ricercatore Dario Saltari che cito con piacere: «Come ha scritto la storica Katy Mullin in “James Joyce, Sexuality e Social Purity” tutti gli sport di squadra, e il calcio in particolare, vennero introdotti come antidoto al solipsismo. Essendo nato come antidoto alla masturbazione, ed essendo la masturbazione la ragione principale del declino dell’impero britannico, il calcio divenne espressione principale della Manly Englishness, cioè quell’insieme di caratteristiche machiste - come l’ostentazione della forza fisica, l’audacia e l’assenza di pensiero critico che doveva contraddistinguere ogni buon suddito maschio di Sua Maestà». Amen.