Dell’Edera: Presto avremo campioni pure nel padel
Il Foro Italico palcoscenico dell’Italy Major Premier Parla il direttore dell’Istituto di formazione della Fit: «Tra 3-4 anni raggiungeremo i Paesi top»
Non solo una vetrina importante. L’Italy Major Premier Padel 2022 è molto di più. È un’occasione anche per proseguire il già di per sé incredibile sviluppo di questo sport nel Paese, con l’obiettivo di avvicinarsi ai livelli delle scuole (come quelle spagnole o argentine) che al momento sono di un’altra categoria: «Li raggiungeremo nel giro di 3-4 anni, non di più. Ne sono certo», ci confida Michelangelo Dell’Edera, 58 anni, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” della Federtennis.
«Negli ultimi raduni tecnici aggiunge - abbiamo individuato ragazzi tra i 16 e i 18 anni di spiccate attitudini e la nostra Nazionale junior è arrivata tra le prime quattro agli ultimi campionati europei. Presto avremo giocatori di vertice anche qui. Così come nel tennis oggi il pubblico può andare ad apprezzare Sinner, Musetti, Sonego o Berrettini, la stessa cosa accadrà pure nel padel».
SCUOLE. Ecco perché è così importante l’organizzazione di un evento come quello in corso a Roma: «Darà un ulteriore slancio a tutta l’attività in Italia. Sia nell’ambito della promozione, perché porterà maggiore affluenza, sia in quello ancora più importante del settore tecnico, stimolando i giovani a proiettarsi verso una formazione nel padel fin dalla prima età. Vivere un torneo del genere porta a sensazioni straordinarie e già in questi primi giorni le tribune sono piene. Un’altra scommessa del presidente federale Binaghi vinta in partenza».
E il fatto di portare sempre più giovani ad avvicinarsi al padel avrà inevitabilmente degli effetti positivi nel medio-lungo periodo: «Lo ritengo determinante ed essenziale per lo sviluppo corretto della disciplina, perché i bambini sono una sorta di lavagna bianca su cui bisogna scrivere il più possibile dal punto di vista motorio e questo si può fare portando avanti parallelamente sia le lezioni di tennis che di padel. Oggi i nostri migliori giocatori provengono quasi tutti dal tennis. Si vede ed è evidente. Perché questi due sport hanno due parole in comune: spazio e tempo. Solo che nel tennis lo devi togliere, mentre nel padel lo devi guadagnare per poter eseguire la soluzione tattica giusta. Questo sport è meraviglioso perché è accessibile a tutti. Non a caso il consiglio federale ha fatto partire da gennaio un progetto che si chiama “Racchetta in classe”, giunto al suo sesto anno di attività, che se ieri proponeva solo tennis, oggi ha aggiunto pure padel e beach tennis, con l’idea di dare borse di studio a bambini con qualità motorie e con dati fisiologici importanti».
«Per uno sviluppo corretto occorre avviare a questo sport i bambini»
«Per la propaganda un aiuto importante dai calciatori: tutti forti, Totti di più»
“CALCIO-PADEL”. Una spinta per quanto riguarda la diffusione la stanno dando anche i tanti ex calciatori che si sono appassionati a questo nuovo sport: «Lo ritengo quasi fisiologico. Negli allenamenti dei club di alto spessore si trova sempre il calcio-tennis, quindi già c’era una certa propensione. E oggi è anche più facile, perché magari il tennis ha bisogno di uno studio un po’ più lungo per potersi esprimere a buoni livelli, mentre nel padel, considerando la loro qualità motoria, i calciatori riescono ad adattarsi con grande facilità. Ho visto in azione Cassano, Zambrotta, Materazzi, Totti e molti altri. Giocano tutti molto bene. Il più forte? Se devo sceglierne uno dico Francesco (Totti; ndr). La capacità di visione che aveva sul campo da calcio, con le sue giocate incredibili, riesce a mostrarla pure nel padel. In qualsiasi condizione si trovi, riesce sempre a inventare qualcosa».