Berrettini più forte anche del vento
A Londra Matteo s’impone nonostante le forti folate Batte Paul e vola in semifinale dove l’attende l’olandese Van De Zandschulp. «Ritrovato il ritmo»
«L'anno scorso sono arrivato qui con tanti match giocati sulla terra e in pieno ritmo. Ora lo sto acquisendo ma quest'anno ho più fame, sono stato fermo tanto tempo e ho tanta voglia di far bene: questo voglio, andare fino in fondo». Parola di Berrettini, campione in carica del Queen's giunto ieri a due partite dalla conferma del suo titolo.
Il quarto contro Tommy Paul era di quelli che nascondevano diverse insidie, prima tra tutte la condizione con cui l'azzurro si sarebbe presentato in campo, reduce dalla faticosa vittoria ottenuta il giorno prima contro Kudla, la sesta consecutiva dal suo rientro in campo. Paul, che invece si era sbarazzato velocemente di Wawrinka e prima di lui di Shapovalov, era prevedibile scendesse in campo avendo dicuia in se stesso; il 3-0 con cui si era portato in vantaggio nel primo set era parso l'ovvia conseguenza dei rispettivi stati di forma. Per quanto importanti però, quei due risultati non sono evidentemente bastati all'americano per migliorare la sua relazione con l'erba.
VENTO E SOLE. Vento e sole hanno infatti iniziato col confondergli le idee, e costretto a giocare in condizioni ancor più instabili, Paul non è più riuscito a trovare il feeling con il suo gioco. Ma è un calo, il suo, che da sola la meteorologia non spiega. Scrollatosi di dosso il torpore iniziale, Berrettini ieri è riuscito a ricongiungersi col suo gioco con un’armonia quasi del tutto priva di stecche. Il servizio ha ingranato in fretta regalandogli sicurezza nei game alla battuta e lucidità preziosa nei game di risposta. Il massimo dell’efficacia con il minimo dello sforzo, copione migliore davvero non si poteva sperare. «C'era molto vento ed era la prima volta che mi capitava di giocare in queste condizioni - ha spiegato Berrettini a fine match -. Non sono partito bene all'inizio ma mi sono scosso al momento giusto, sono riuscito a trovare la giusta energia e ho giocato meglio di lui nei momenti importanti».
Un momento lungo, a giudicare dal parziale di 8 game a 2 messo a segno dall'italiano a cavallo dei due set, durante il quale l’azzurro ha dato sfogo a tutto il suo repertorio, concedendosi anche il secondo passante lungolinea di rovescio a una mano del suo torneo, un gesto che ieri ha strappato gli applausi di tutto il Centrale del Queen’s Club. Di fatto la partita è finità lì. «Dopo aver vinto il primo set le mie armi hanno preso a funzionare sempre meglio mentre lui faceva sempre più fatica», ha sottolineato ancora l'azzurro, giunto alla sua 17ª vittoria nelle ultime 18 partite giocate sull'erba. Una vittoria importante, che lo qualifica per la sue seconda semifinale consecutiva a Londra e perché arrivata in maniera più semplice di quel che si pensava. «Sono un giocatore migliore, ho più esperienza, Wimbledon mi ha aiutato a gestire meglio le cose», ha chiosato infine Berrettini, atteso oggi in semifinale dall'olandese Van De Zandschulp (n.29 ATP).
Nel match vinto contro Davidovich-Fokina, tra i due terraioli, l’olandese, giunto alla sua terza vittoria nel torneo, è sembrato sempre più a suo agio sul verde ed è stato bravo a chiudere in crescendo e a qualificarsi anch’egli in poco più di un’ora.
CAMILA. Sfumano invece i sogni di semifinale di Camila Giorgi. L’italiana nel WTA250 di Birmingham è stata battuta in due set dalla brasiliana Beatriz Haddad Maia (n.32 WTA). La sudamericana, ancora imbattuta quest’anno sull’erba, aveva iniziato la sua trasferta britannica vincendo il titolo a Nottingham una settimana fa. Eppure Giorgi si era portata avanti 3-0 nel primo set. Con tre break consecutivi Haddad Maia è riuscita invece a far girare l’inerzia del match dalla sua, e a nulla son poi valsi gli assalti con cui la n.26 del mondo ha cercato di rimpadronirsi di un match che alla vigilia sembrava essere molto più alla sua portata.