Paulo l’uomo della Luna
Paulo Dybala è da giorni a Miami con Oriana. Gioca a tennis con Correa, incontra ex compagni, partecipa all’amichevole “The beautiful game” organizzata da Ronaldinho e Roberto Carlos, prende il sole, fa il bagno e anche altro. Al momento è un disoccupato d’oro: bravo com’è, deve averne combinata una grossa, molto grossa, se la Juve l’ha scaricato, il Milan non lo cerca, la Roma l’ha semplicemente sondato, il Napoli non se lo può più permettere, il Real è in stato di grazia, il Barcellona in disgrazia e la Premier non lo considera: il 10 o il 9 e ½ di pura tecnica da quelle parti fatica.
Vorrei tranquillizzare tutti, però: Paulino non ha contratto malattie contagiose, è sanissimo, paga le tasse e ha un agente-amico, Jorge Antun, che come il cinese sta seduto sulla sponda del divano in attesa che qualcuno si appalesi: spera in Marotta, l’unico ad aver cercato il gioiello, che tuttavia è alle prese con il sorprendente ritorno di Lukaku e un piano di sfoltimento non ancora definito.
Paulo è fuori, al momento, ma dentro i sogni di tutti gli appassionati che amano la classe e lo spettacolo del calcio: interisti, milanisti, romanisti, napoletani, laziali, juventini “orfani”.
Per quel che ne capisco m’arrabatto come posso, a tutela di un sogno - senza uscire dalla realtà proporrei Dybala e la sua virginale naturalezza calcistica - perfezione ormai divinizzata a Elon Musk, il più ricco del pianeta, non grossier ma avventuroso gentiluomo. Potrebbe rilevarlo a qualsiasi cifra, farne la doverosa conoscenza e poi realizzare con la sua sorridente complicità l’Homo Ludens di Huizinga - caratterizzato da una istintiva tendenza al gioco e al divertimento - al quale per completezza vi rimando. E al mondo lo mostrerebbe, Musk, ricavando denaro e meditando - se del caso - alla riproduzione. Paulo, l‘Uomo della Luna.