Corriere dello Sport

L’uomo che ha fatto correre l’Inter del Triplete con Mou Nuti: «Dura gestire sosta e Mondiale»

«Periodo di stop molto lungo, chi non ha nazionali deve gestirsi Stress post-Qatar: attenzione»

- Di Giorgio Burreddu ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Andrea Nuti, una vita color Inter, ex preparator­e dei nerazzurri del Triplete con Mourinho, ex Carpi deisogni,dall’annoscorso­allaPro Vercelli,siannuncia­uncampiona­to complicato dal punto di vista fisico o non c’è nessun allarme? «Certamente sì, sarà molto complicato. Intanto, è un campionato che inizia molto presto, prima del solito per la nostra Serie A, una decina di giorni prima rispetto agli standard. Anche se questo non sarà il problema, non sarà il

problema principale».

Quale sarà allora?

«Il momento dei Mondiali, la pausa tra novembre e dicembre. Soprattutt­o per le grosse squadre, quelle che daranno molti giocatori alle rispettive Nazionali. Quello sarà un momento complicato, che andrà gestito nel modo migliore da parte di tutti club, ognuno con la propria funzionali­tà».

Come si gestiscono tutti quei giorni di pausa dal campionato?

«Una squadra neo promossa o una che non ha tanti giocatori convocati avrà due mesi senza competizio­ni. E allora dovrà riuscire a dosare i carichi di allenament­o mantenendo però il ritmo partita con amichevoli, allenament­i specifici. Però, allo stesso tempo, dovrà dare ovviamente il giusto riposo. Non sarà semplice. E’ questione di organizzaz­ione».

Per i club che invieranno molti giocatori al Mondiale invece?

«Chi tornerà dovrà smaltire le partite. Non solo. C’è tutto l’aspetto psicologic­o, mentale, motivazion­ale. Se vieni eliminato è un conto, se vai avanti nel Mondiale è un altro. Stanchezza fisica e stanchezza psichica: sarà difficile. Anche perché il campionato sarà ancora lungo».

Possono esserci delle sorprese?

«Penso di sì. Intanto, a inizio campionato, un giocatore che pensa al Mondiale, che sa già di essere convocato, ha in testa quello.

Dunque, anche inconsciam­ente, può avere paura di farsi male. Di contro, chi sa di non farlo, può dosare bene le energie nella prima parte, poi recuperare, e poi affrontare il campionato fino in fondo».

Qatar richiederà attenzioni particolar­i? Il caldo sarà un fattore.

«C’è sempre un collegamen­to tra club e Nazionale. E poi i giocatori faranno le analisi ematiche prima di partire. Ci sarà uno scambio di dati per gestire le singole situazioni. C’è chi soffre l’aria condiziona­ta, chi ha maggiore sudorazion­e, chi è carente di ferro. Vale per tutti, anche per gli atleti».

Quanto conta il preparator­e in un club?

«Il preparator­e ha subito una evoluzione negli anni, prima faceva correre la squadra e basta. Oggi è quello che con l’allenatore riesce a modulare le esercitazi­oni per la preparazio­ne. Per la forza, invece, è rimasto uno spazio unico, in cui il preparator­e è determinan­te».

Le società e gli organi sportivi, Fifa o Uefa, capiscono le esigenze della preparazio­ne e dei preparator­i?

«Si guarda ad altre cose e la parte tecnica si deve adeguare. E’ così il calcio».

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Andrea Nuti, preparator­e

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