MOURINHO AVANTI COL 3-4-1-2
Il diritto di José alla trasparenza
Breve ma sentito approfondimento il giorno dopo la presentazione del calendario del Fantacampionato (la realtà ha superato qualsiasi fantasia, anche la più perversa) sull’unica rappresentante italiana che nella stagione appena conclusa ha portato a casa un trofeo europeo, la Roma. Ho preso in esame il mercato (i primi movimenti, le voci, le intenzioni, i timori) e le aspettative di crescita e considerato il valore mondiale della guida tecnica, la sua insostituibilità, visto l’entusiasmo che ha generato.
Il trentaquattrenne Matic, Celik, Frattesi (forse) e Svilar: così, al momento. Il difensore che Mourinho voleva già a gennaio, il gigante marocchino Aguerd del Rennes, è stato mollato al West Ham perché costava troppo. Zaniolo viene continuamente sballottato dal rinnovo da discutere a settembre alla cessione sacrificale, dalle richieste mai giunte all’ipotesi (improbabile) dell’uscita a zero nel giugno ‘24.
Il giovane Tiago Pinto sembra un commesso viaggiatore incaricato di mostrare un campionario più che resistibile per raccogliere un po’ di milioni da destinare agli acquisti. I Friedkin sono di fatto impegnati (anche) nel business degli hotel di lusso e per questo sempre più vicini a Nasser, mister Qatar. Mou, tra Setubal e qualche giorno di vacanza in Namibia, è sempre in attesa di buone notizie che non arrivano.
Questa è la Roma il 25 giugno, a pochi giorni dal raduno e dalle prime valutazioni pubbliche dell’allenatore: dovrebbe parlare il 12 luglio. Sospetto (...) che non possa essere particolarmente soddisfatto dell’andamento della campagna di rafforzamento: il guaio è che non si capisce - perché nessuno lo chiarisce - quali siano i reali progetti tecnici degli americani per l’Anno I d. C., dopo Conference. Zero trasparenza, insomma.
Tante le domande: è perché la Roma rischia una multa di 40 milioni per l’eventuale sforamento del nuovo Fair Play Finanziario e per questo lavora sulla riduzione del monte ingaggi? Dopo averne messi 30 al mese nelle casse per ridurre il debito, i Friedkin hanno deciso di rallentare? E ancora: il settlement agreement “moderato” di cui si discute all’Uefa in questo periodo potrebbe cambiare i contenuti del mercato romanista? Sono addirittura disposto a solidarizzare con Pinto che, essendo un “dipendente”, deve seguire le indicazioni della proprietà rischiando la brutta figura.
In altre parole, che Roma ci dobbiamo aspettare? José dei miracoli sarà disposto a lottare ancora per il quinto posto, visto che Milan, Inter, Napoli e Juve risultano più attrezzate?
I Friedkin hanno salvato la Roma dal disastro e, attraverso Mou, le hanno restituito la speranza e il sorriso, per questo decine di migliaia di tifosi continuano a dar loro fiducia sottoscrivendo abbonamenti sulla parola che non c’è. Dan e Ryan, comunicatori che per scelta non comunicano, dovrebbero chiarire i termini del project. Risvegliata la passione, hanno numerosi crediti da sfruttare: di fronte alla chiarezza e a motivazioni convincenti, il tifoso capirebbe. Sempre grazie alla transparency, l’immagine di Mou, che è riuscito a realizzare il sogno che fu di Pallotta, quello di riportare la Roma fuori dal Grande Raccordo Anulare, verrebbe tutelata.
Non è momento di recite, di prediche, di battute. Il Teatro (Olimpico) per Mou è chiuso, deserta la parrocchia di Trigoria, spento il rumore dei nemici. Incombe il silenzio degli amici.
L’allenatore non pensa per ora a ribaltoni tattici: vuole ripartire dalla formula che l’ha portato a vincere la Conference a Tirana
PS. Se poi dietro questo silenzio insistito ci dovesse essere una big surprise alla Mou 2021, tutto dimenticato.
Se un progetto funziona, perché ribaltarlo? Seguendo il vecchio concetto per cui squadra che vince non si cambia, soprattutto con una coppa in tasca, José Mourinho è orientato a insistere sull’orientamento tattico che ha condotto la Roma fino al tripudio di Tirana. Avanti con la difesa a tre, dunque, fino a nuovo ordine. L’ipotesi di un ripristino del 4-2-3-1, il sistema che aveva immaginato nella prima estate a Trigoria, resta valida soltanto in determinate condizioni, per certi partite, per certi frammenti. Ma Mourinho è stato chiaro con la società: per le caratteristiche dell’organico, che non contempla tanti esterni offensivi, è opportuno ricominciare dalla base più solida.
INDICAZIONE. Non a caso nelle ultime settimane la Roma si è sfilata dalla corsa a un giocatore importante, Filip Kostic, che in un 3-5-2 (o 3-4-1-2) sarebbe difficile da inquadrare. Tra l’altro a sinistra la squadra è in overbooking: ci sarà un solo posto nella formazione titolare per Spinazzola, Zalewski e in teoria El Shaarawy, senza parlare di Viña e del partente Calafiori. In questo modo i Friedkin potranno concentrare i loro sforzi sul centrocampo, su un attaccante e su un quinto difensore centrale. Un mancino: Mourinho aveva segnalato il marocchino Aguerd, poi passato dal Rennes al West Ham per 35 milioni, e ora sarebbe ben felice di abbracciare il colosso francocamerunese Ndicka, che gioca nell’Eintracht come Kostic e ha il contratto in scadenza nel 2023. In questo quadro dunque Ibañez, che piace al Milan e a un paio di club inglesi, potrebbe anche rimanere se non arrivasse un’offerta economicamente vantaggiosa. E resterà anche Kumbulla, oltre agli intoccabili Smalling e Mancini, che deve ancora essere riscattato dal Verona (17 milioni per l’obbligo che scatta il primo luglio) e che ha convinto Mourinho a puntare sul suo percorso di crescita.
EVOLUZIONE. La virata sulla difesa a tre risale al novembre scorso quando Mourinho, confrontandosi con i giocatori più influenti, si rese conto che la squadra si sarebbe sentita maggiormente sicura. Come spesso accade con le novità improvvise, la Roma non ha reagito subito: a Venezia ad esempio, con l’esclusione contemporanea di Zaniolo e Mkhitaryan, perse 3-2 una partita molto contestata per l’arbitraggio. Ma alla lunga l’abitudine al sistema di gioco utilizzato a lungo nei due anni precedenti, con Fonseca allenatore, ha prodotto i risultati sperati. Mourinho lo ha adottato definitivamente a Empoli il 23 gennaio, dopo «il collasso psicologico» dei sette minuti contro la Juventus, da 3-1 a 3-4. E pian piano ha conquistato il piazzamento europeo in campionato, con una lunga serie positiva interrotta dalla sconfitta con l’Inter, con la chicca della Conference League, nella quale la solidità difensiva è stata la risorsa principale: tra semifinali e finale, Rui Patricio ha incassato soltanto un gol. Sono bastate due vittorie per 1-0, contro il Leicester e il Feyenoord, per compiere la missione e sollevare il primo trofeo Uefa della storia romanista.
COME. Se dobbiamo immaginare la Roma di Ferragosto, alla prima giornata a Salerno, saranno fondamentali gli incroci di mercato, specie a centrocampo dove Frattesi (o chi per lui) si troverebbe a meraviglia da mezzala. L’ultimo arrivato Matic, un fedelissimo di Mourinho, sarà il punto fermo davanti alla difesa. Cristante può essere il suo sostituto, se rimarrà. Ma ci sono anche Veretout e Bove: il primo è sul mercato ma non verrà liberato fino all’arrivo di un erede; il secondo è uno dei giovani nei quali l’allenatore crede di più. Se fosse lui il nuovo Zalewski?