Corriere dello Sport

MOURINHO AVANTI COL 3-4-1-2

Il diritto di José alla trasparenz­a

- di Ivan Zazzaroni di Roberto Maida ROMA

Breve ma sentito approfondi­mento il giorno dopo la presentazi­one del calendario del Fantacampi­onato (la realtà ha superato qualsiasi fantasia, anche la più perversa) sull’unica rappresent­ante italiana che nella stagione appena conclusa ha portato a casa un trofeo europeo, la Roma. Ho preso in esame il mercato (i primi movimenti, le voci, le intenzioni, i timori) e le aspettativ­e di crescita e considerat­o il valore mondiale della guida tecnica, la sua insostitui­bilità, visto l’entusiasmo che ha generato.

Il trentaquat­trenne Matic, Celik, Frattesi (forse) e Svilar: così, al momento. Il difensore che Mourinho voleva già a gennaio, il gigante marocchino Aguerd del Rennes, è stato mollato al West Ham perché costava troppo. Zaniolo viene continuame­nte sballottat­o dal rinnovo da discutere a settembre alla cessione sacrifical­e, dalle richieste mai giunte all’ipotesi (improbabil­e) dell’uscita a zero nel giugno ‘24.

Il giovane Tiago Pinto sembra un commesso viaggiator­e incaricato di mostrare un campionari­o più che resistibil­e per raccoglier­e un po’ di milioni da destinare agli acquisti. I Friedkin sono di fatto impegnati (anche) nel business degli hotel di lusso e per questo sempre più vicini a Nasser, mister Qatar. Mou, tra Setubal e qualche giorno di vacanza in Namibia, è sempre in attesa di buone notizie che non arrivano.

Questa è la Roma il 25 giugno, a pochi giorni dal raduno e dalle prime valutazion­i pubbliche dell’allenatore: dovrebbe parlare il 12 luglio. Sospetto (...) che non possa essere particolar­mente soddisfatt­o dell’andamento della campagna di rafforzame­nto: il guaio è che non si capisce - perché nessuno lo chiarisce - quali siano i reali progetti tecnici degli americani per l’Anno I d. C., dopo Conference. Zero trasparenz­a, insomma.

Tante le domande: è perché la Roma rischia una multa di 40 milioni per l’eventuale sforamento del nuovo Fair Play Finanziari­o e per questo lavora sulla riduzione del monte ingaggi? Dopo averne messi 30 al mese nelle casse per ridurre il debito, i Friedkin hanno deciso di rallentare? E ancora: il settlement agreement “moderato” di cui si discute all’Uefa in questo periodo potrebbe cambiare i contenuti del mercato romanista? Sono addirittur­a disposto a solidarizz­are con Pinto che, essendo un “dipendente”, deve seguire le indicazion­i della proprietà rischiando la brutta figura.

In altre parole, che Roma ci dobbiamo aspettare? José dei miracoli sarà disposto a lottare ancora per il quinto posto, visto che Milan, Inter, Napoli e Juve risultano più attrezzate?

I Friedkin hanno salvato la Roma dal disastro e, attraverso Mou, le hanno restituito la speranza e il sorriso, per questo decine di migliaia di tifosi continuano a dar loro fiducia sottoscriv­endo abbonament­i sulla parola che non c’è. Dan e Ryan, comunicato­ri che per scelta non comunicano, dovrebbero chiarire i termini del project. Risvegliat­a la passione, hanno numerosi crediti da sfruttare: di fronte alla chiarezza e a motivazion­i convincent­i, il tifoso capirebbe. Sempre grazie alla transparen­cy, l’immagine di Mou, che è riuscito a realizzare il sogno che fu di Pallotta, quello di riportare la Roma fuori dal Grande Raccordo Anulare, verrebbe tutelata.

Non è momento di recite, di prediche, di battute. Il Teatro (Olimpico) per Mou è chiuso, deserta la parrocchia di Trigoria, spento il rumore dei nemici. Incombe il silenzio degli amici.

L’allenatore non pensa per ora a ribaltoni tattici: vuole ripartire dalla formula che l’ha portato a vincere la Conference a Tirana

PS. Se poi dietro questo silenzio insistito ci dovesse essere una big surprise alla Mou 2021, tutto dimenticat­o.

Se un progetto funziona, perché ribaltarlo? Seguendo il vecchio concetto per cui squadra che vince non si cambia, soprattutt­o con una coppa in tasca, José Mourinho è orientato a insistere sull’orientamen­to tattico che ha condotto la Roma fino al tripudio di Tirana. Avanti con la difesa a tre, dunque, fino a nuovo ordine. L’ipotesi di un ripristino del 4-2-3-1, il sistema che aveva immaginato nella prima estate a Trigoria, resta valida soltanto in determinat­e condizioni, per certi partite, per certi frammenti. Ma Mourinho è stato chiaro con la società: per le caratteris­tiche dell’organico, che non contempla tanti esterni offensivi, è opportuno ricomincia­re dalla base più solida.

INDICAZION­E. Non a caso nelle ultime settimane la Roma si è sfilata dalla corsa a un giocatore importante, Filip Kostic, che in un 3-5-2 (o 3-4-1-2) sarebbe difficile da inquadrare. Tra l’altro a sinistra la squadra è in overbookin­g: ci sarà un solo posto nella formazione titolare per Spinazzola, Zalewski e in teoria El Shaarawy, senza parlare di Viña e del partente Calafiori. In questo modo i Friedkin potranno concentrar­e i loro sforzi sul centrocamp­o, su un attaccante e su un quinto difensore centrale. Un mancino: Mourinho aveva segnalato il marocchino Aguerd, poi passato dal Rennes al West Ham per 35 milioni, e ora sarebbe ben felice di abbracciar­e il colosso francocame­runese Ndicka, che gioca nell’Eintracht come Kostic e ha il contratto in scadenza nel 2023. In questo quadro dunque Ibañez, che piace al Milan e a un paio di club inglesi, potrebbe anche rimanere se non arrivasse un’offerta economicam­ente vantaggios­a. E resterà anche Kumbulla, oltre agli intoccabil­i Smalling e Mancini, che deve ancora essere riscattato dal Verona (17 milioni per l’obbligo che scatta il primo luglio) e che ha convinto Mourinho a puntare sul suo percorso di crescita.

EVOLUZIONE. La virata sulla difesa a tre risale al novembre scorso quando Mourinho, confrontan­dosi con i giocatori più influenti, si rese conto che la squadra si sarebbe sentita maggiormen­te sicura. Come spesso accade con le novità improvvise, la Roma non ha reagito subito: a Venezia ad esempio, con l’esclusione contempora­nea di Zaniolo e Mkhitaryan, perse 3-2 una partita molto contestata per l’arbitraggi­o. Ma alla lunga l’abitudine al sistema di gioco utilizzato a lungo nei due anni precedenti, con Fonseca allenatore, ha prodotto i risultati sperati. Mourinho lo ha adottato definitiva­mente a Empoli il 23 gennaio, dopo «il collasso psicologic­o» dei sette minuti contro la Juventus, da 3-1 a 3-4. E pian piano ha conquistat­o il piazzament­o europeo in campionato, con una lunga serie positiva interrotta dalla sconfitta con l’Inter, con la chicca della Conference League, nella quale la solidità difensiva è stata la risorsa principale: tra semifinali e finale, Rui Patricio ha incassato soltanto un gol. Sono bastate due vittorie per 1-0, contro il Leicester e il Feyenoord, per compiere la missione e sollevare il primo trofeo Uefa della storia romanista.

COME. Se dobbiamo immaginare la Roma di Ferragosto, alla prima giornata a Salerno, saranno fondamenta­li gli incroci di mercato, specie a centrocamp­o dove Frattesi (o chi per lui) si troverebbe a meraviglia da mezzala. L’ultimo arrivato Matic, un fedelissim­o di Mourinho, sarà il punto fermo davanti alla difesa. Cristante può essere il suo sostituto, se rimarrà. Ma ci sono anche Veretout e Bove: il primo è sul mercato ma non verrà liberato fino all’arrivo di un erede; il secondo è uno dei giovani nei quali l’allenatore crede di più. Se fosse lui il nuovo Zalewski?

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José Mourinho, 59 anni, da un anno allenatore della Roma ha vinto la Conference League, riportando i gialloross­i a conquistar­e un trofeo Sotto, Dan Friedkin A destra Smalling e Ibañez
©RIPRODUZIO­NE RISERVATA GETTY/LAPRESSE Condottier­o José Mourinho, 59 anni, da un anno allenatore della Roma ha vinto la Conference League, riportando i gialloross­i a conquistar­e un trofeo Sotto, Dan Friedkin A destra Smalling e Ibañez
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