Il ruggito di Ciro «In Champions con i miei gol»
Premiato a Venezia con il Leone d’Oro l’attaccante pensa già alle nuove sfide «È il nostro obiettivo, non possiamo nasconderci Con Sarri un percorso bellissimo: cresceremo ancora»
Le Dolomiti Bellunesi a un paio d’ore da qui in qualche modo fanno pensare alla ripresa della stagione. Imminente, peraltro. Ciro Immobile nel trolley, che per adesso è quello vacanziero, ha un carico di buone intenzioni da rinnovare. E un sorriso per tutti, a margine della consegna del “Leone d’oro”, il riconoscimento doverosamente allargato ai meriti sportivi (è l’unico a vincerlo da calciatore ancora in attività) che la Biennale di Venezia gli conferisce. In un’afosa mattinata di inizio estate, Immobile mette a fuoco che il debutto laziale sarà all’Olimpico quando gli viene riferito del battesimo di campionato contro il Bologna. Riparte
con la corona dei goleador in testa, Ciro l’indomabile, tanto per cambiare. Mister 150 gol - i suoi in campionato con la Lazio - indossa una cravatta celeste per impreziosire l’outfit e mette fin d’ora in cantiere altre magie. Prima della premiazione di Immobile riecheggiano in sala i concetti di un calcio didascalico e moralizzatore firmati Lotito, che il “Leone d’oro” lo ricevette l’anno scorso. Sulla scia degli ultimi slogan presidenziali, questa Lazio sta quindi per alzare l’asticella. Ciro è affamato di nuovi traguardi. «Il nostro obiettivo ovviamente è la qualificazione in Champions League: lo sappiamo e in questo momento è inutile nasconderci. Stiamo crescendo e vogliamo farlo sempre di più: con Sarri e il suo staff la squadra ha intrapreso un percorso bellissimo. Ora c’è da cominciare il nuovo anno come abbiamo finito l’ultimo».
Per un’altra stagione imbevuta di gol, allora, Immobile ha già il turbo. Come si difende il quarto titolo di capocannoniere in Serie A?
«Sicuramente con l’aiuto dei compagni, com’è successo finora. Se ho raggiunto questo livello, lo devo a loro. È gratificante poter lottare con dei giocatori forti e di livello, ma voglio migliorare ancora. Sono cresciuto in una famiglia umile: il sacrificio è quello che ho sempre voluto insegnare ai miei figli».
Adesso in Serie A c’è un Lukaku in più da sfidare, dopo aver condiviso il podio dei marcatori tre anni fa. Immobile è pronto?
«Sì, ma ai record non penso. Di sicuro realizzerò la portata di quello che ho fatto nel mondo del calcio, una volta smesso di giocare. Chiaro che non bisogna adagiarsi. Con Lukaku di nuovo in Italia il livello del nostro campionato si alza, dovrò continuamente fare il massimo. Ora ho in testa solamente i prossimi obiettivi».
Di certo, la Lazio è sempre più nelle mani di Immobile.
«Qui ho trovato la mia dimensione e pure un certo equilibrio mentale. Dopo aver cambiato molti ambienti, nei primi anni della mia carriera, ora sono il capitano di una squadra importante e sento addosso la responsabilità. Adesso ci godiamo le ultime settimane di vacanza, nel frattempo sta nascendo una Lazio in grado di divertirsi e di far divertire la gente».
E la Nazionale, reduce da un anno più contraddittorio che mai, come può rimettersi in carreggiata?
«Noi giocatori più esperti abbiamo un compito doppio: sistemare sulla strada giusta i giovani, ce ne sono molti interessanti che possono far ben sperare. È l’unico modo per tornare quell’Italia vista all’ultimo Europeo. Lì siamo riusciti a raggiungere un risultato positivamente inspiegabile. Ma allo stesso modo, è stata una grande cavolata l’aver perso in quel modo la possibilità di andare al Mondiale. Una delusione che ci porteremo dietro a lungo».
«Come difendere il quarto titolo di capocannoniere? Sempre con l’aiuto dei miei compagni Voglio migliorare, so cos’è il sacrificio»
«Sono il capitano di una big e sento la responsabilità Il ritorno di Lukaku? Si alza il livello in A e io dovrò sempre fare il massimo»