Corriere dello Sport

Miracolo a Rieti Jacobs ai blocchi

All’ultimo istante l’olimpionic­o si allinea al via dei 100 malgrado l’infortunio fosse più serio di quanto rivelato Il fisio Marcellini: «Aveva una lesione tendinea, per fortuna longitudin­ale. Ora sta bene»

- Di Christian Marchetti ROMA

Il colpo di scena arriva intorno alle 13. «Grande sorpresa! - scrive in inglese Marcell Jacobs - Correrò agli Assoluti di Rieti». Il campione olimpico dei 100 e della 4x100 sarà dunque regolarmen­te in pista, oggi, sul rettilineo del “Guidobaldi” di Rieti: batterie alle 19.13, finale alle 20.35, sfidando l’astro nascente da 10”15 di personale Chituru Ali e i compagni di staffetta Patta e Tortu. Mentre coach Paolo Camossi conferma che il 27enne poliziotto gardesano correrà anche giovedì a Stoccolma, da dove poi partirà alla volta di Eugene, in Oregon, sede dei Mondiali. Ebbene sì, l’incubo è finito.

TENDINE. Perché è un vero e proprio incubo quello che descrive il fisio Alberto Marcellini, deus ex machina di un recupero che solo oggi apprendiam­o essere prodigioso: «Tre settimane e mezzo, quando ci era stato prospettat­o un mese e più». All’inizio si era parlato di una distrazion­e-elongazion­e di primo grado tra gluteo e bicipite femorale sinistri, «ma, al riassorbim­ento dell’edema in seguito alla gara di Savona - spiega Marcellini - è emersa una lesione al tendine del bicipite femorale. Nella sfortuna siamo stati fortunati perché la lesione si è rivelata longitudin­ale anziché trasversal­e e perché, quando un tendine recupera, diventa più robusto di prima. Non ne abbiamo parlato prima per non creare allarme». E ora «a livello biomeccani­co lo vedo bene, forse addirittur­a meglio di prima. “Grazie” a questo infortunio siamo perfino riusciti a fargli fare lavori che prima era restìo a svolgere. Esercizi che consentono di guadagnare ampiezza nella falcata».

Altro retroscena: per seguire la complessa “macchina Jacobs”, Marcellini ha collaborat­o con il medico federale Andrea Billi, con il professor Paolo Mondardini e con l’ex medico sociale dell’Inter, Franco Combi. «Grazie a tutti loro è stato più semplice velocizzar­e».

KERLEY. E finalmente si torna a parlare di atletica. «Il merito è tutto di Marcell - sottolinea Camossi - Vuole ricomincia­re a correre, sente il corpo pronto e allora dice “Perché non correre agli Assoluti davanti ai tifosi italiani?”» Del resto ha anche un titolo nazionale da difendere per la quinta volta consecutiv­a. Non perde da Pescara 2018. Dunque Rieti, Stoccolma e almeno un altro allenament­o con il cosiddetto “scudo aerodinami­co”, la gabbia agganciata a un veicolo elettrico che consente di lavorare in condizioni ideali sulle alte velocità. «Dovevamo usarlo di più, ma nel periodo in cui avremmo potuto sono sorti i problemi che conosciamo».

Nel frattempo, tra Eugene, attuale sede dei Trials statuniten­si, e Kingston, location di quelli giamaicani, gli squilli di tromba si sprecano: il vicecampio­ne olimpico a stelle-e-strisce Fred Kerley ha corso in batteria a 9”83 (+1.5) per ottenere il personale e la miglior prestazion­e mondiale dell’anno; il “jam” Yohan Blake ha risposto in 9”93 (+0,7). Salgono inoltre a 16 gli uomini scesi sotto i 10” quest’anno. «Kerley ha il dente avvelenato dopo Tokyo e ci tiene a prendersi le sue rivincite. Sarebbe stato così anche per noi, a parti invertite. E anche i giamaicani si muovono. Siamo entrati nel vivo, una preparazio­ne come si deve ti porta a questi livelli». Tra le righe: Marcell ha tanta strada da recuperare?

Squillo di Kerley ai Trials Usa: 9”83 in batteria! Vale il mondiale 2022

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