Corriere dello Sport

Origi entra in casa Milan per regalare gol a due cifre

Dall’ex Liverpool i campioni d’Italia si aspettano una capacità realizzati­va sui livelli di Giroud e Leao

- Di Adriano Ancona MILANO

Sbarca Origi e mette già nel mirino la doppia cifra dei gol. Quella che l’anno scorso ha visto non troppo lontana, un risultato inseguito da cinque anni e che il Milan accogliere­bbe a braccia aperte. Con lo scudetto sul petto occorre alzare sempre di più l’asticella, ma il belga è il tipo che arriva con un certificat­o di garanzia al seguito.

Ieri l’attaccante ha completato l’iter delle visite mediche, il tragitto da una parte all’altra di Milano è routine dopo lo sbarco all’aeroporto di Malpensa lunedì sera. Il nuovo attaccante rossonero ha un passato che parla per lui. Origi si è appena legato ai campioni d’Italia per i prossimi quattro anni, un altro che dalla Premier League sceglie di cercarsi fortuna con il Milan dopo Tomori e Giroud. La fine della scorsa stagione libera da impegni con la nazionale gli permette di essere arruolabil­e fin dal primo giorno. A cavallo dell’ora di pranzo, ieri, i test suddivisi tra la clinica “La Madonnina” e la fase dedicata all’idoneità sportiva, quindi la firma a Casa Milan dove c’erano ad attenderlo Maldini e Massara. Alle 18, l’arrivo presso il quartier generale del club e in serata la ripartenza, stavolta da Linate.

NUMERI DA RITOCCARE. Col passare delle settimane Origi conoscerà i nuovi compagni. Anche quelli che saranno della comitiva con qualche giorno di ritardo per via delle partite di Nations League che hanno posticipat­o le vacanze estive. Il belga ha conquistat­o il Milan ancora prima di quel gol a San Siro nella serata di Sant’Ambrogio: un frame doloroso per Pioli e squadra, l’uscita dalla Champions League dopo la grande illusione di poter scollinare un girone di ferro. E il passaggio contro il Liverpool in dicembre a far evaporare un sogno. Ecco, Origi riparte idealmente da lì. Quello sgambetto al Milan, incastrato in una stagione da sei gol complessiv­i, complice l’impiego a singhiozzo coi Reds, è stato uno degli sprazzi di sereno nella stagione dell’attaccante. Nel Milan dello scorso anno soltanto Leao e Giroud sono riusciti a segnare più di dieci volte. Loro la doppia cifra dei gol l’hanno raggiunta solo nel finale. Perfetta guarnizion­e allo scudetto, ma sui numeri realizzati­vi la società ha fatto opportune riflession­i in corso d’opera. Numeri da ritoccare verso l’alto. In questo, Origi non ha nulla da invidiare agli interpreti che si sono messi in marcia verso l’ultimo tricolore.

GERARCHIE ROSSONERE. Sognando, ora, di riconquist­are anche la nazionale. L’ultimo gol di Origi con il Belgio è distante quasi otto anni, un’eternità. Lanciare il guantone di sfida all’interista Lukaku - che, a sua volta, ha abbandonat­o la Premier League - riempie di contenuti la stagione che verrà. Nella stessa settimana scocca l’ora di entrambi, a Milano. Con la voglia, nel caso di Divock Origi, di mettere Pioli nelle condizioni di considerar­lo molto più che un’alternativ­a a Giroud e Ibra scalando le gerarchie rossonere. Chissà, magari “restituend­o” quel gol, stavolta a maglie invertite, in un’ipotetica sfida col Liverpool che nella prossima Champions League potrebbe essere replicata già nel girone.

La motivazion­e extra è riconquist­are il posto in nazionale Poi c’è la Champions

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LAPRESSE Divock Origi, 27 anni, ieri a Milano È ripartito in serata

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