Corriere dello Sport

Kalimuendo, il Bologna ci prova il Psg chiede almeno 20 milioni

È riuscito a giocare con Neymar il suo grande idolo. E in Under 19 è stato allenato da Thiago Motta

- Di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Un contatto c’è stato: il dt Giovanni Sartori e l’entourage di Arnaud Kalimuendo hanno avuto modo di confrontar­si. Ma è troppo esperto Sartori per sapere che da qui a realizzare una vera e propria trattativa ce ne corre, e infatti le speranze di acquisto del bomber franco-congolese sono attaccate con lo spago. Però ci sono, ed è su questo aspetto positivo che il Bologna lavorerà. Anche la cifra è alta, si parla di 20 milioni. Non basta. Il giocatore, 12 gol con la maglia del Lens, di proprietà del Psg (contratto fino al 2024), ha la fila alla porta. Lo vogliono squadre medie, squadre grandi e big. E’ dunque un’operazione complessa. Ma chi è Kalimuendo, 20 anni appena (classe 2002), che sta infiammand­o i sogni della città? Al Psg ha giocato con Neymar («e quando lo vedi dici woooao, questo è un genio», ha detto). Ma Kalimuendo è uno che nonostante l’età è già capace di raccontare verità solide. Come: «La comunicazi­one? Non dovresti mai recitare. Devi trasmetter­e il messaggio giusto rimanendo te stesso, senza interpreta­re un ruolo. Esistono diversi modi per inviare un messaggio. Alcuni possono esprimersi in modo calmo, altri usano frasi scioccanti». Di sé assicura: «Io non recito un ruolo, rimango me stesso. Quando parlo, dico sempre la verità, ed è sincera».

RACCONTO. Aveva le idee chiare. «Ho sempre pensato: “Calciatore o niente”. Non lo dico perché non avevo altri piani o non ero intelligen­te. È solo che sapevo che sarei diventato un calciatore». Si è diplomato, lo ha fatto per la mamma, per i genitori, «li volevo rendere orgogliosi». E’ un ragazzo con la testa sulle spalle, Kalimuendo. Uno che preferisce usare quella piuttosto che il fisico. «Il mio fisico è una risorsa, ma non lo uso. Per me il calcio si gioca con la testa». Quando giocava nell’Under15, il Psg aveva dei dubbi sul suo conto. Kalimuendo non se n’è mai interessat­o, nemmeno più tardi, quando l’ha scoperto. Nelle giovanili del Psg, in U19, ha avuto Thiago Motta come allenatore. «Una volta mi ha detto: "Sarai il mio attaccante, mi fido di te, segnerai gol in questa stagione". Ma durante un allenament­o le cose non andavano. Fermò il gioco: “Svegliati, normalment­e non sei così! Ecco, giochi male. Se non fossi stato tu, ti avrei rimandato negli spogliatoi per farti la doccia e dirti di tornare a casa, ora ti sveglierai”. Ho capito i requisiti dell’alto livello».

LAVORO DURO. Si ispira a campioni come Messi, Lebron James, Teddy Riner. «Quando ascolti i loro discorsi, capisci che il duro lavoro ripaga». Tutto testa, Kalimuendo, anche se poi è un ragazzo dei suoi tempi. Gioca alla Play («NBA e FIFA soprattutt­o»), è single, ammira Benzema, Ronaldo il Fenomeno, Romario. «L’attaccante perfetto è un attaccante completo, capace di raccoglier­e, giocare in profondità, tenere palla, un giocatore potente, bravo di testa», ha detto. La testa, sempre la testa. Kalimuendo insomma sa cosa vuole davvero. Lo ha confessato anche in una lunghissim­a intervista in cui è riuscito a parlare poco di sé e molto dei suoi obiettivi. «Motto? Duro lavoro, dedizione. Questa frase, l'ho sempre tenuta a mente, e l'ho tirata fuori al momento giusto. È una frase di Floyd Mayweather, il pugile. Sono d'accordo: se lavori bene, sei ricompensa­to».

Ha le idee chiare: «Il lavoro paga l’ho imparato dai più grandi»

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GETTY Arnaud Kalimuendo, 20 anni, punta del Lens in prestito dal Psg

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