Il bando ai motori termici Svolta sui carburanti sintetici
La Germania ha presentato un emendamento per farli utilizzare dopo il 2035 ma è quasi un “giallo”
Passi lenti ma inesorabili verso un compromesso intelligente, di buon senso, capace di ridimensionare l’integralismo di chi vede l’elettrico come unica soluzione dei trasporti e della mobilità dal 2035 in poi. Il cammino è ancora lungo, per carità, ma ieri in Lussemburgo al Consiglio dell’Ambiente, l’Italia con la sua posizione logicamente alternativa, anche perchè basata su oggettivi dati di fatto, potrebbe aver segnato un gol nella complessa partita di restituire equilibrio per modi e tempi al pronunciamento del Parlamento Europeo, che a inizio giugno ha sancito, pur con una votazione che ha fotografato la spaccatura in atto, lo stop alla produzione di auto con motori termici (benzina e Diesel), ibride comprese, a partire dal 2035.
Così, mentre si continua a scatenare quotidianamente la polemica partigiana tra integralismo elet
trico e difesa dei carburanti tradizionali, il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani ha registrato un passo avanti intorno alle sue posizioni. E se lunedì, alla vigilia del Consiglio dell’Ambiente di ieri, aveva ribadito che “la neutralità tecnologica è una questione chiave, non crediamo a un’unica soluzione per i trasporti. Va raggiunta concordando la strada dell’UE nella consapevolezza che sarebbe meglio avere più opportunità con una convivenza per un paio di decenni tra batterie e carburanti sintetici...”, ieri Cingolani ha ottenuto una parte del riconoscimento che si aspettava per questa strategia definita come un “approccio aperto, senza alcuna linea rossa”. E il riconoscimento è arrivato addirittura dalla Germania che, dopo aver registrato nei giorni scorsi la posizione contraria al bando dei motori termici al 2035 da parte del Ministero delle Finanze e dei liberali, parte della maggioranza di Governo, in Lussemburgo da una parte ha ribadito il sostegno alla linea UE tramite i colleghi di Governo, Ministri dell’Economia e dell’Ambiente, dall’altra, ha proposto un emendamento alla direttiva relativa al bando che prevede che posano essere immatricolati soltanto veicoli “che utilizzano combustibili climaticamente neutri”. Di fatto, il reale nodo politico del Governo tedesco: pare infatti che l’emendamento rappresenti la condizione vincolante per la quale i liberali diano il consenso al bando del 2035.
Al netto delle beghe interne tedesche, l’emendamento segue di fatto la linea di Cingolani e dell’Italia che pure la scorsa settimana aveva presentato un documento (contestatissimo) che proponeva insime a Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia di posticipare l’eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040 (con riduzione del 90% e non del 100% delle emissioni di CO2 al 2035). «Siamo molto soddisfatti - ha ammesso lo stesso Cingolani - dell’emendamento proposto dalla Germania. Va nella direzione che speriamo. Per quanto ci riguarda, abbiamo chiarito cosa occorre
per rendere accettabile la proposta del bando dei motori termici al 2035: e cioè raggiungere la neutralità tecnologica mediante l’uso di combustibili carbon neutral dopo il 2035; attuare una progressiva eliminazione dei motori a combustione interna per furgoni, con una tecnologia adeguata per i veicoli pesanti; considerare deroghe specifiche per i piccoli costruttori». Il tutto, si intende, consolidato da una valutazione economica che non può essere discussa, per quanto è inconfutabile. «Ci sono Paesi mell’Unione Europea - ha spiegato Cingolani in cui il PIL pro-capite varia da 6mila e 80mila euro. Ciò significa che acquistare un’auto elettrica costerebbe sei mesi di stipendio per qualcuno e dieci anni per qualcun altro. Quindi c’è la necessità per i Paesi di aiutarsi a vicenda per centrare gli obiettivi climatici. Quando parliamo di auto si tratta di un mercato
globale e i prezzi sono gli stessi più o meno ovunque, ma è facile notare come spesso l’ambizione” climatica “sia legata al PIL pro-capite, ma dovremmo aiutarci a vicenda, altrimenti falliremo - ha proseguito il Ministro della Transizione Ecologica che poi ha commentato la direttiva per le rinnovabili. «Riteniamo che un compromesso ragionevole è stato raggiunto dopo lunghi negoziati: la proposta UE permetterà una decarbonizzazione ambiziosa dei trasporti sulla base dell’elettrificazione da fonti rinnovabili e dello sviluppo dei carburanti sintetici». In mezzo a tanta gente che urla e sbraita, si comincia a intravedere un percorso, una strada da seguire per evitare che all’inquinamento e alla tragedia climatica (per le quali i trasporti incidono in quote irisorie rispetto ad altre realtà) sotto gli occhi di tutto, se ne aggiunga una sociale.
Cingolani: Siamo contenti, neutralità tecnologica vitale per la transizione