Nato, cade il veto turco Sì a Finlandia e Svezia
Firmato un memorandum d’intesa fra i tre Paesi La Maxwell condannata a 20 anni per aver adescato minorenni per Epstein
Dal G7 tedesco al summit di Madrid nel segno dell’unità per battere Putin
WASHINGTON - Ghislaine Maxwell è stata condannata a 20 anni, il massimo previsto dalle linee guida della giustizia americana: lo ha deciso la giudice di New York Alison Nathan, sei mesi dopo che una giuria di New York l’ha ritenuta colpevole di aver adescato e manipolato minorenni, tra il 1994 e il 2004, perché fossero sessualmente abusate dal finanziere Jeffry Epstein, suo ex fidanzato suicidatosi in cella mentre attendeva il processo per la stessa vicenda. «È il più grande rammarico della mia vita aver conosciuto Epstein», ha detto la Maxwell prima della lettura della sentenza. La donna, con addosso una uniforme carceraria blu e le caviglie incatenate, ha definito il suo ex fidanzato come un “uomo manipolativo, furbo e padrone di sé” che ha ingannato tutti nella sua orbita, e si è detta “dispiaciuta” per il dolore che le sue vittime hanno subito. Finisce così, almeno per ora, uno dei processi che ha fatto più scalpore in America e nel mondo, in particolare nel Regno Unito, altro Paese dove la donna vantava amicizie altolocate. Anche a Buckingham Palace. Per la lettura della sentenza c’erano anche Annie Farmer e una donna nota come Kate, due delle quattro accusatrici. Sono state loro a inchiodare Maxwell con testimonianze coraggiose. L’accusa aveva chiesto una condanna tra i 30 e i 55 anni denunciando la sua condotta “scandalosamente predatoria”. «Una criminale calcolatrice, sofisticata e pericolosa che predava ragazzine vulnerabili e le istruiva per gli abusi sessuali», avevano attaccato i pm nella requisitoria, facendo riferimento al fatto che le vittime erano in genere minorenni povere e con storie difficili. La difesa aveva chiesto invece una pena di non oltre 5-6 anni, sostenendo che la donna è il capro espiatorio dei crimini di Epstein. La Maxwell era stata posta negli ultimi giorni a sorveglianza anti suicidio, nel timore che si potesse togliere la vita come aveva fatto Epstein nel 2019. L’intera vicenda, dall’arresto del finanziere a quello della sua ex fidanzata, aveva fatto tremare il mondo del jet set tra le due sponde dell’Atlantico: nel giro della coppia c’erano personaggi come Bill Clinton, Bill Gates, Donald Trump e il principe Andrea, che ha pagato un indennizzo milionario per chiudere la causa per molestie intentatagli da Virginia Giuffre, una delle “prede” di Maxwell.
ELMAU - Il presidente Putin non sarà a Bali a novembre per il G20. Al massimo farà “un intervento da remoto”. E su questo punto “il presidente Widodo è stato categorico: non verrà”. Poche parole di Mario Draghi, pronunciate quando era appena finito il vertice del G7 di Elmau, sono bastate a scatenare le ire del Cremlino. Ma a quanto pare la situazione resterà così soprattutto dopo gli ultimi vertici tra i grandi della Terra.
DOPO ELMAU. Il G7 è unito: «Putin deve perdere questa guerra, noi manterremo alto il prezzo dell’aggressione all’Ucraina». Il cancelliere tedesco Scholz conferisce alle sue parole una certa solennità. «Siamo incrollabilmente al fianco dell’Ucraina. Non è possibile tornare indietro, i rapporti con la Russia non saranno mai più come prima. Negli stessi momenti viene distribuito il comunicato ufficiale, con il passaggio che apre al price cap sull’energia atteso dall’Italia. I G7 si impegnano inoltre a contrastare l’emergenza fame con un versamento di 4,5 miliardi di dollari, garantito per metà dagli Usa. Decisamente poco rispetto al fabbisogno, secondo le Ong. È poi Mario Draghi ad annunciare che sullo sblocco del grano sono arrivati segnali “incoraggianti”, con Guterres che ha affermato “siamo vicini al giorno della verità”. Si può “sperare”, anche se è presto per dirsi “ottimisti”, sintetizza il premier italiano. In mezzo all’incrollabile intervento del presidente Zelensky che chiede aiuto e sostegno per il popolo ucraino da troppo in guerra.
TURCHIA, VIA IL VETO. Il summit Nato a Madrid si apre sotto i migliori auspici. La mediazione del segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg ha portato buoni frutti e la Turchia ha ritirato il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia, dopo settimane d’impasse. I tre Paesi hanno firmato un memorandum d’intesa sulle richieste turche e Ankara può davvero dirsi soddisfatta: «Abbiamo avuto quello che chiedevamo, piena cooperazione contro i curdi del PKK e i loro alleati, ha fatto sapere la presidenza turca. «Con l’ingresso di Stoccolma e Helsinki nell’Alleanza saremo tutti più sicuri», ha esultato Stoltenberg. Non solo. Il presidente americano Joe Biden è arrivato nella capitale spagnola con un bel dono per la sicurezza euroatlantica: un rafforzamento “a lungo termine” dell’impegno militare Usa nel vecchio mondo, in particolare “nei Paesi Baltici, nei Balcani” e in generale “sul fianco orientale dell’Alleanza”. Unità è la parola chiave di questi giorni. Lo era al
Consiglio Europeo, lo è stata al G7 e lo sarà al summit di Madrid, già definito come “storico” da molti leader, incluso Biden, perché avviene in tempo di guerra in Europa e perché segnerà una profonda trasformazione della Nato, non solo in termini di uomini e mezzi schierati sul campo.