Corriere dello Sport

Un Napoli mediorient­ale alla Nannini

L’arrivo del coreano Kim accende la discussion­e nei vicoli della città

- Di Mimmo Carratelli

Discussion­e in sudcoreano stretto di Forcella su Kim so’ io e Kim si’ tu con obiezioni in russo della Georgia allo chalet di Mergellina di Peppino cameriere. Dichiarazi­one di intenti di don Ciccio portiere di palazzo: siamo una città mille culure, accogliamo tutti i popoli, gli amici africani qui sono a casa loro, i cinesi sgobbano nelle fabbriche clandestin­e e il Napoli che ha aperto le porte all’Oriente sta in prima linea nel settore accoglienz­a.

Stupore generale e osservazio­ne di Salvatore pittore di alici: scusate, don Ciccio,

vi siete dato alla politica? Qui ci sento la mano del presidente, obietta Giacomo Frollo pasticcier­e alla Pignasecca, don Ciccio non è stato mai così forbito. Parliamo della realtà, invita Saverio Malaspina ragioniere. Avverto una qualche ironica contestazi­one, aggiunge Gennaro Piromallo salumiere. Chi è contro il presidente alzi la mano, sollecita Pasquale Pazienza giornalist­a on-line.

Incerto sventolio di mani che, come sottolinea don Peppino parcheggia­tore allusivo, non vuole dire sfiducia ma neanche fiducia. E’ un’abitudine italiana, precisa Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Aurelio non è Draghi, non cade, non cadrà, sarà il padrone del Napoli sino alla morte, così ha detto, puntualizz­a Pasquale Pazienza giornalist­a on-line. Non so di che cosa vi lamentiate, interviene don Ciccio portiere di palazzo, siete contro il presidente perché se ne sono andati Insigne, Mertens, Ospina e Koulibaly? L’ha detto Moggi, non abbiamo più identità, informa Carminiell­o-a-rezza pescatore di fravaglia.

Così stanno le cose, espone gravemente il suo pensiero Enrico Pignatiell­o baritono mancato al San Carlo, siamo una squadra mediorient­ale. Spiegatevi meglio, interviene Gennaro Piromallo salumiere. Vedo un Napoli di media classifica con gli orientali Chiarastel­la e Kim so’ io, precisa Enrico Pignatiell­o baritono mancato al San Carlo. Ma che è questo sapore mediorient­ale, ma chi siete, Gianna Nannini, urla passando Peppino cameriere con un vassoio di patatine di Seul e vodka di Tbilisi. Zitto, ragazzo, gli intima Saverio Malaspina ragioniere.

Ci vuole un corazziere a centrocamp­o, invoca Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Calma, è in arrivo un norvegese col colbacco, informa don Peppino parcheggia­tore allusivo. Solbakken si chiama, Ola Solbakken del circolo polare artico, precisa Pasquale Pazienza giornalist­a on-line. Ci vuole un portiere di esperienza, declama Salvatore pittore di alici. Prenderemo Keylor Navas, assicura Pasquale Pazienza giornalist­a on-line. Almeno uno dei due, invoca Gennaro Piromallo salumiere.

Ci vuole, ci vuole, urla don Ciccio portiere di palazzo, come la fate facile, i campioni di Benitez sono invecchiat­i o sono andati via, c’era bisogno di una svolta e Aurelio ha dato la svolta. Sì, la svolta di Salerno e Aurelio che si crede Togliatti, sottolinea Gennaro Piromallo salumiere. Non intendo, geme Carminiell­o-a-rezza pescatore di fravaglia. La svolta di Salerno, la pacificazi­one degli italiani fra antifascis­ti, monarchici e Badoglio, relaziona Pasquale Pazienza giornalist­a on line. Non mi nominate Badoglio, pretende don Ciccio portiere di palazzo, e qui non c’è pacificazi­one, c’è guerra, il tifo è in subbuglio. Insomma, c’è questa svolta, ammette Salvatore pittore di alici. C’è, afferma Saverio Malaspina ragioniere, e i posteri raccontera­nno l’immenso sforzo di Aurelio e cominceran­no a raccontare c’era un svolta.

Vero, ma questo resta un Napoli mediorient­ale, insiste Enrico Pignatiell­o baritono mancato al San Carlo.

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