Corriere dello Sport

L’orgoglio di Saladini il ragazzo di Calabria sogna una grande Reggina

L’imprendito­re che ha evitato alla società un fallimento disastroso è partito da un call center e ha grandi ambizioni Rilevato il club solo un mese fa, ha ingaggiato Inzaghi a Formentera per lanciare un segnale forte e allestire una squadra capace di lott

- Di Xavier Jacobelli

Questa è una storia d’orgoglio calabrese puro. Purissimo. Un mese fa ha cominciato a scriverla Felice Saladini, l’uomo che ha letteralme­nte salvato la Reggina, prendendol­a per i capelli quand’era rotolata sull’orlo del baratro. E non è un modo di dire. Un mese dopo, eccolo qui a raccontare, tuttora permeato dall’Effetto Superpippo che a Reggio Calabria ha scatenato un entusiasmo incredibil­e: mille abbonament­i venduti in un solo giorno sono lì a testimonia­rlo. Dovevamo incontrarc­i di persona sullo Stretto, ma come si fa a conciliare fisicament­e la presenza simultanea degli interlocut­ori? Sono il Signor MeglioQues­to che, nome omen, per il Gruppo da lui comandato saltabecca da Sud a Nord; il presidente prefetto Marcello Cardona, l’uomo giusto al posto giusto; il direttore generale Gabriele Martino, della Reggina la storia; il direttore sportivo Massimo Taibi, il 1° aprile 2001 entrato nell’encicloped­ia del calcio per quel gol di testa all’Udinese segnato da lui, della Reggina portiere, oggigiorno, invece, chiamato a convivere con le 30-40 telefonate quotidiane di Inzaghi (per non dire di whatsapp) che lo martella per sapere quali rinforzi arrivino. Gli impegni dei quattro signori sono tali e tanti che, alla fine, la soluzione tecnologic­a si è rivelata la migliore, per un inconsueto quanto illuminant­e Incontro. E poi, tutto si tiene: come poteva non avere successo la videoconfe­renza con protagonis­ta il ragazzo di 37 anni, profession­almente nato in un call-center e diventato un imprendito­re di così eclatante successo da sbarcare in Borsa?

IL SOGNO E LA REALTA’. Saladini ha il sorriso di chi crede che i sogni divengano realtà. Sprizza ottimismo, voglia di fare, concretezz­a. «Perché ho preso la Reggina? Perché credo nei valori dello sport e in una Calabria forte, dinamica, apprezzata e rispettata. La Reggina è una vera istituzion­e per Reggio, per i calabresi e merita ogni sforzo. Può rivelarsi un volano importante di crescita sportiva, culturale, civile. Ho formato una squadra di persone serie, per bene, animate dall’entusiasmo di lavorare per raggiunger­e lo stesso obiettivo: riportare la Reggina dove merita e lì restarci stabilment­e. Sono volato a Formentera da Inzaghi perché credo in lui, un eccellente allenatore, un campione del mondo, un uomo vero». Attenzione alle parole di Saladini. Le parole pesano, le parole sono importanti. Nessun proclama tonitruant­e, nessuna promessa per ingraziars­i la platea e nemmeno per cavalcare l’onda di un gradimento popolare immediato, sincero, spontaneo che non suona solo gratitudin­e verso l’uomo capace di salvare il club, a suo tempo onorato da Oreste Granillo ed esaltato dai nove anni in Serie A firmati Lillo Foti. No, Saladini si è messo in testa di rifare la Reggina dalle fondamenta, sa bene che ci vorrà tutto il lavoro faticoso e il tempo necessario per riuscirci. Non vende fumo, ma prende Inzaghi «con un contratto di tre anni per fare le cose nel modo migliore, con la massima trasparenz­a verso i tifosi, verso Reggio, verso Il calcio che ci guarda con simpatia pari all’attesa».

LA CENA PER FARLI CONOSCERE.

«Siamo innovativi per vocazione», annota Saladini citando il motto di MeglioQues­to. E che cosa può essere più innovativo per la Reggina di un presidente reggino, prefetto dello Stato, in prima linea nella lotta alla criminalit­à e nel sostegno alle vittime della mafia, ex arbitro di Serie A? Marcello Cardona si riconosce perfettame­nte nelle parole di Giovanni Falcone: «Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensi­bili». Cardona confida: «Confesso che sino a un mese fa ero decisament­e lontano dalla realtà della Reggina. Poi sono stato invitato da cena da Saladini: mi ha colpito la sua gioia, sì, la gioia di un imprendito­re calabrese diventato il proprietar­io di una società importante come quell’amaranto e la sua volontà di restituirl­e rispetto, passione, successo. Dentro di me, dopo quarant’anni vissuti al servizio dello Stato e dello sport, ho avvertito il desiderio di restituire a Reggio Calabria

qualcosa di straordina­riamente emozionant­e. E poi, ho conosciuto un aspetto di Saladini e della sua famiglia che mi ha particolar­mente colpito, anche per via delle esperienze vissute nel sostegno alle vittime della mafia e della violenza: la Fondazione Territorio Italia è nata per aiutare gli altri. Il resto è venuto da sé».

RISVEGLIAT­I DAL TORPORE.

Gabriele Martino ascolta e annuisce. Martino è un azzimato signore di settant’anni, dirigente sportivo apprezzato per la competenza e la coerenza nelle scelte e nei comportame­nti. Appartiene alla storia della Reggina, di cui è stato giocatore nel giovanili, viceallena­tore, direttore sportivo per tredici anni prima di andare alla Lazio chiamato da Lotito, ritornare a Reggio nel

Il patron ha idee chiare: «Voglio solo gente importante Ma anche onesta»

«Pippo è l’uomo giusto per riportare squadra e città dove meritano»

2008 e ancora nel 2015, rientrarvi definitiva­mente il 28 giugno scorso quale direttore generale. Martino è un prezioso testimone del tempo: «In venti giorni, Saladini ha cambiato il mondo reggino: gli ha restituito fiducia, ha cambiato i suoi orizzonti. Ha ridestato la città dal torpore in cui era caduta, ha suscitato un entusiasmo straordina­rio, un entusiasmo che io non avevo mai visto, eppure io ho vissuto tutte le stagioni della Reggina. E Inzaghi poi, che colpo! Spero che le rispettive compagne non me ne vogliano, ma fra Saladini e Pippo calcistica­mente è scoppiato un amore travolgent­e. Farà un gran bene alla Reggina. Non so se questa nuova era possa essere paragonabi­le ai tempi d’oro del passato: so che per me è bello esserci». Anche per Taibi che, dopo la tumultuosa gestione precedente, ora può dimostrare ancora una volta quanto la nomea di ottimo direttore sportivo sia meritata. Dove può arrivare la Reggina, Massimo? Risposta precisa: «Nei giorni scorsi ero a Milano. Un collega mi ha detto: sai, quest’anno in Serie B, in realtà A2, ci sono almeno 16-17 squadre che possono conquistar­e la promozione. E ognuna di queste squadre può arrivare prima. O diciassett­esima». Il mio interlocut­ore ha detto il vero: mai visto un torneo così equilibra

«Martino, Cardona e Taibi: competenza e continuità nel segno del passato»

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Un momento della video conferenza a cui hanno partecipat­o Xavier Jacobelli e i dirigenti della Reggina
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I tifosi della Reggina chiedono la Serie A sognata anche nelle ultime stagioni con Marco Baroni in panchina e con Alfredo Aglietti Nello scorso torneo è stato poi Stellone a firmare la salvezza prima di un clamoroso divorzio
 ?? ?? Felice Saladini con Pippo Inzaghi allenatore della Reggina. In alto il dg Gabriele Martino e il presidente Marcello Cardona con Superpippo
Felice Saladini con Pippo Inzaghi allenatore della Reggina. In alto il dg Gabriele Martino e il presidente Marcello Cardona con Superpippo

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