Lyles e Jackson a un soffio dalle leggende
Le finali dei 200 regalano due favolose prestazioni cronometriche: 19”31 e 21”34 L’americano più veloce di Bolt nei secondi 100 metri, la giamaicana a soli 11 centesimi dalla Griffith
Ifuochi d’artificio sono arrivati a tre giorni dal termine della rassegna iridata di Eugene e fanno traballare storici troni della velocità mondiale. Quello di Usain Bolt, il cui record sui 200 di 19”19 risale al 2009, e quello di Florence Griffith-Joyner, il cui primato di 21”34, ritenuto allora fantascientifico, tanto da non poter essere avvicinato, resiste addirittura da 34 anni. A far tremare il re e la regina della velocità sono stati il 25enne newyorkese Noah Lyles e la 28enne giamaicana di Saint Ann Parish, Shericka Jackson. Lyles ha dominato la finale del mezzo giro firmando con 19”31 (vento +0.4) la terza prestazione di tutti i tempi a soli 12/100 da Bolt e a 5/100 dal giamaicano Yohan Blake, che dieci anni fa a Bruxelles stupì con 19”26. Non solo, Lyles ha superato pure, dopo un quarto di secolo e per un solo centesimo, il 19”32 di Michael Johnson ad Atlanta 1996, che fu a lungo anche record mondiale.
A essere protagonisti infatti sono state ancora una volta le frecce Usa e giamaicane. Le prime hanno collezionato un’altra tripletta dopo quella nei 100, con sei diversi sprinter sul podio. In assoluto si tratta del quarto un-due-tre a questi Mondiali, come non era mai accaduto prima, dopo quelli di Kerley &c., degli statunitensi nel peso maschile e delle giamaicane nei 100. Le caraibiche hanno centrato invece “solo” oro e argento, ma con sei doppiette hanno raggiunto gli Usa su questa distanza dal 1983.
CHE NUMERI! «Ero già felice quando il tabellone si è illuminato su 19”32, poi è cambiato in 19”31 e non ci ho visto più. Battere il record nazionale di Johnson è una emozione pazzesca, ma quando sono schizzato via dai blocchi avevo come obiettivo di andare oltre il limite di Bolt: so che posso farlo». Lyles è il terzo sprinter a confermare la corona iridata dei 200 dopo Calvin Smith (1983-1987) e appunto Bolt (2009-2015). Prima di andare ad abbracciare la mamma s’è strappato la canotta stile Hulk e per questo è stato ammonito.
Anche grazie al vantaggio della sesta corsia, Lyles ha divorato tutto d’un fiato il mezzo giro senza nemmeno una pausa. Ha inferto un distacco abissale al 23enne connazionale Kenneth Bednarek (19”77) e al 18enne talento Erriyon Knighton, arrivato a Eugene con il miglior tempo dell’anno (19”49), ma che con 19”80 è diventato il più giovane medagliato dei 200.
Impressionanti i parziali di Lyles nella finale in cui ha toccato i 40,4 km/h: primi 100 in curva e con partenza dai blocchi percorsi in 10”15, e rettilineo divorato in 9”16 (il record di Bolt sui 100 è 9”58 sempre del 2009). Lyles di fatto ha corso le due metà alla stessa intensità, visto che la fase di accelerazione pesa per un secondo. Nella gara record di Berlino, il giamaicano registrò parziali di 9”92 e 9”27 (correndo in 5ª corsia e vento -0.3 m/s), quindi con una seconda parte più “lenta” rispetto a Lyles. In un certo senso con l’impresa di ieri lo statunitense ha scavalcato Bolt di 11/100, stabilendo il record assoluto dei secondi 100 più veloci in assoluto. Lyles ha fatto meglio anche dell’ex primatista Usa, Michael Johnson, che in occasione del record mondiale di 19”32 corse la curva in 10”12 e il rettilineo in 9”20. Purtroppo non c’è mai stato il rilievo ufficiale dei parziali nella gara del 19”26 di Blake (in 7ª corsia e con vento +0.7 m/s).
Lyles a 40,4 km/h «Volevo il record mondiale, so che posso batterlo»
POLIEDRICA. Non è stata da meno anche la Jackson, la più poliedrica velocista della storia con personali sotto i 10”80 nei
100 e 50” nei 400. La studentessa di tecnologia a Kingston ha strapazzato la connazionale Fraser, finita lontano in 21”81 dopo l’ennesimo oro dei 100 di qualche giorno prima. Mentre l’iridata in carica, la britannica Dina Asher Smith, si è dovuta accontentare del bronzo. E’ il quinto titolo sui 200 conquistato dalla Giamaica, che supera i quattro degli Usa. Rilevante come il primo oro per la Jackson sia arrivato dopo quattro bronzi a Mondiali e Olimpiadi.