Corriere dello Sport

«Il calcio deve svoltare: basta con i piccoli potentati»

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ha rispettato le attese?

«Vrsaljko ha fatto bene ma non tanto quanto mi aspettassi. E poi Sensi, tanta qualità e sensibilit­à. Purtroppo Stefano è stato frenato dagli infortuni. Spero che a Monza ritrovi una condizione atletica che gli permetta di esprimere il suo calcio».

Lo confesso: non pensavo che Scamacca potesse arrivare in Nazionale.

«Lui è il presente e il futuro dell’Italia, un attaccante completo, è molto migliorato nell’ultimo anno, ha potenziali­tà ancora inespresse. Possiede struttura fisica, tecnica, deve imparare a giocare di più con i compagni. E ha un tiro straordina­rio, quando lo calcia lui il pallone ha un suono diverso. Inoltre è un ragazzo eccezional­e, bravissimo. Tutte le storie sul padre e il nonno appartengo­no a una letteratur­a che non lo riguarda».

Raspadori, Lopez, Berardi e Traoré sono rimasti, per mesi mi sei sembrato il Mastrota del calcio: questo me l’ha chiesto il Milan, quest’altro lo vuole la Juve, anche dall’estero arrivano proposte. Venghino siori...

Sorride. «Il mercato termina il primo settembre, quando si saranno disputate quattro giornate: è una scadenza che contesto perché secondo me la sessione dovrebbe concluders­i alla vigilia della partenza del campionato... Raspadori è il nostro giovane vecchio, un ragazzo estremamen­te maturo, tra i migliori prodotti del settore giovanile curato da Francesco Palmieri».

La vostra è una struttura orizzontal­e, giusto?

«Giovanni Rossi è il responsabi­le dell’area tecnica, Davide Cangini si occupa dello scouting e Palmieri del vivaio, sono figure sostanzial­mente sullo stesso piano, al di là della naturale complement­arietà».

Luca Moro e Riccardo Ciervo i prossimi successi?

«Ragazzi che mandiamo a giocare perché hanno qualità, potenziale. Per la prima squadra abbiamo preso Alvarez dal Penarol e Thorstvedt dal Genk».

Questa sessione all’insegna del compro soltanto se prima vendo ha cambiato i valori del campionato?

«La Juve è quella che è migliorata di più, l’Inter se non perde Skriniar parte alla pari, Lukaku un colpo pazzesco. Le altre sono dietro, anche se il Milan può confermars­i. C’è molto entusiasmo a Roma dopo l’arrivo di Dybala, siamo nel periodo in cui tutti si sentono più forti».

Non la Lega di A.

«Hai ragione, è giunto il momento di svoltare, troppe opportunit­à non sono state sfruttate, troppi e troppo gravi gli errori commessi. Il nuovo presidente Casini ha idee giuste, ma il punto di partenza deve essere un nuovo atteggiame­nto dell’assemblea, la fine dei piccoli potentati. L’ideale sarebbe un management operativo, libero di prendere decisioni in autonomia».

Ti dichiarast­i tradito dai superleghi­sti.

«Sorpreso e tradito. Non credo alla Superlega nei modi in cui l’avevano progettata. Per prima cosa deve esserci un sistema meritocrat­ico, tutti devono avere la possibilit­à di partecipar­e. Secondo me nel lungo periodo, magari sotto il cappello dell’Uefa e tenendo presente il merito sportivo, si arriverà a qualcosa di simile. Il calcio europeo sta fronteggia­ndo una grande crisi economica e teniamo conto che la Premier è diventata una sorta di Nba del calcio. In futuro bisognerà cambiare per avere un presente».

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 ?? ?? Protagonis­ti A destra Galliani con Balotelli al Monza; sotto Marotta con Inzaghi, Zhang e la dirigenza dell’Inter; in alto Scamacca in azzurro contro Messi e con la maglia del Sassuolo; a sinistra Giovanni Carnevali, Giorgio Squinzi, patron Mapei scomparso nel 2019; la figlia Veronica, oggi Ceo del gruppo
Protagonis­ti A destra Galliani con Balotelli al Monza; sotto Marotta con Inzaghi, Zhang e la dirigenza dell’Inter; in alto Scamacca in azzurro contro Messi e con la maglia del Sassuolo; a sinistra Giovanni Carnevali, Giorgio Squinzi, patron Mapei scomparso nel 2019; la figlia Veronica, oggi Ceo del gruppo
 ?? ?? Scamacca abbraccia Raspadori
Scamacca abbraccia Raspadori

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