Max vota Pogba «Il simbolo della Juve»
Negli Usa sta nascendo una squadra che piace al tecnico sempre di più Allegri: «Paul è sempre assai forte E da ragazzo è diventato un uomo Voglio Di Maria vicino alla porta»
Nasce negli Stati Uniti la Juve di Di Maria e Pogba e Massimiliano Allegri già sorride. Perché il primo vero collaudo dell’estate ha regalato indicazioni importanti in prospettiva. Angel e Paul, i cardini della ricostruzione, sembrano infatti in bianconero da sempre e, se per il francese si è trattato di riaprire il libro delle conoscenze chiuso sei anni fa, per l’argentino è stato un inizio davvero significativo. «Paul sarà uno dei simboli di questa squadra» gongola Max, che lancia in orbita pure il Fideo. «Più lo teniamo vicino alla porta, meglio è». Allegri ha chiara la priorità di quest’anno: ritrovare i gol perduti e aggiungere un ingrediente come Di Maria alla ricetta del nuovo tridente è sicuramente un ottimo punto di partenza. «Dobbiamo migliorare soprattutto sotto l'aspetto realizzativo conferma a Dazn -. L’anno scorso siamo stati l'undicesimo attacco del campionato. Fino a cinque giornate dalla fine avevamo subito solo venticinque gol, come numeri difensivi eravamo in linea per vincere il campionato. Ci sono mancati i gol davanti».
MISSIONE. Nel test contro il Chivas, il terzetto offensivo era ancora lontano da quello vero. C’era Di Maria («Credo possa fare l'ala destra o addirittura il trequartista/seconda punta»), non Vlahovic, a riposo dopo le fatiche dei primi giorni di ritiro. «Speriamo che Dusan faccia una trentina di gol…». Per ritrovare i gol, la missione è esaltare il bomber serbo e per questo Max sta modellando la sua creatura per renderla più offensiva, più propositiva, fisica e di qualità, verticale. La base di partenza sarà il 4-3-3, con idee alternative come il 4-2-3-1 già viste in pillole a Las Vegas. «Bisogna sempre cercare di sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori - rileva il tecnico -. Come squadra dobbiamo migliorare nel cercare di comandare il gioco e dobbiamo avere un po' più di pazienza. L’anno scorso avevamo molti contropiedisti, quest'anno lo stesso. Chiesa sarà il nostro miglior acquisto, ma all'inizio non sarà il giocatore che abbiamo lasciato un anno fa. A gennaio lo ritroveremo al 100%». Agli inserimenti da dietro ci penserà soprattutto Pogba: «L’ho ritrovato bene sul piano fisico e l'ho ritrovato un giocatore diverso sul piano umano: prima era un ragazzo, ora è un uomo. Calcisticamente è uguale». Per parte sua Pogba ha sottolineato: «Sono molto felice di essere tornato, tutti mi hanno subito fatto sentire a casa. Vlahovic e Chiesa mi hanno impressionato». Peccato soltanto non aver ritrovato l’amico Dybala: «Ho parlato tanto con Paulo: gli ho chiesto perché non restava qui per giocare un altro po’ insieme, mi ha risposto che ormai era già andato via e che avrei dovuto chiamarlo prima… Ma l’ho sentito felice della scelta della Roma». C’è stato comunque dell’altro di positivo contro il Chivas, oltre i campioni, secondo Allegri: «Sono soddisfatto dei giovani e anche dei nuovi: Fagioli mi è piaciuto e così Gatti, che è stato bravo nell’azione del primo gol, anche se ovviamente deve ancora assorbire alcuni meccanismi difensivi. Magari diventerà un titolare».
«Dobbiamo fare molto meglio in fase realizzativa Chiesa decisivo»
Pogba: A Dybala ho detto: “potevi aspettarmi”. E lui: “Troppo tardi...”
DIFFERENTE. Ora il livello si alza, con Barcellona e Real Madrid nelle prossime due amichevoli, ma è la Juve nel complesso che deve tornare quella di sempre. Max carica: «La stagione dovrà essere differente nel raggiungimento degli obiettivo. Puntiamo al massimo ma
un conto è partire con l’obiettivo massimo, un conto è arrivarci. Vincere è una cosa straordinaria, non una normalità. Per la Juve era diventata normalità e forse, non avendo vinto niente l'anno scorso, se vinceremo quest'anno diventerà qualcosa di straordinario. L'Inter è ancora la favorita per lo scudetto; il Milan l'anno scorso ha fatto un campionato straordinario. Quest'anno sarà un buon test per loro perché ripetersi è sempre difficile».