CAPOLAVORO FE RR ARI
La scelta dei piloti: Sainz traina Leclerc e lo spara a fionda all’uscita della curva Signes. Tattica coraggiosa, ma oggi il monegasco sarà solo
Una Rossa in cima e l’altra in fondo alla partenza di Le Castellet: Carlos penultimo per il cambio del motore, Charles dalla pole può tentare di avvicinarsi a Verstappen
La solitudine del campione calerà come una pesante gerla sulle spalle di Charles Leclerc, oggi allo spegnersi dei semafori del GP di Francia. Tutto da solo dovrà fare, lui contro i due della Red Bull che gli staranno avvinghiati per braccarlo, attaccarlo o anche irretirlo con pit stop usati come giochi di prestigio.
Potrà contare esclusivamente su sé stesso, Charles, e non ci sarà Carlos Sainz ad aiutarlo, com’è successo ieri in una qualificazione in cui la Ferrari s’è mossa a testuggine romana.
SAINZ GIGANTE. Lo spagnolo è stato un gigante, fortissimo su ogni singolo giro, ma sapendo di dover partire in coda - varare il quarto motore e pagare il massimo della penalità è stato inevitabile - si è messo completamente a disposizione di Leclerc. Protagonista già in Q2 di un giro magico (1'31"081) che in Q3 lo avrebbe piazzato in prima fila, ha aspettato Charles in entrambi i tentativi per dargli la scia e lo ha fatto, lo hanno fatto, nel meno banale dei modi.
Il balletto delle scie è sempre una lama a doppio taglio: relativamente facile da realizzare a Monza, non lo è a Le Castellet. E infatti la Red Bull non vi ha fatto ricorso per non crearsi complicazioni e la Mercedes
ci ha pensato mandando due volte in pista l’accoppiata Hamilton-Russell, ma vi ha rinunciato.
E poi: dove e come è stato realizzato! Dopo la vertigine di Signes dove è più complicato, più rischioso, ma più redditizio.
Sainz in entrambi i tentativi ha trainato Leclerc nel finale del Mistral, costruendo poi una sincronia perfetta: all’uscita di Signes (trecento all’ora e gas spalancato) s’è spostato a destra, come fionda che affida il sasso alle leggi della fisica. Così ha sparato Charles dentro la successiva, interminabile Beausset. Da quel punto in poi Leclerc ha potuto costruire la pole, mentre Carlos è rientrato ai box, giacché il tempo non gli serviva.
PROPOSTA CORAGGIOSA.
«Avevamo pensato che il punto giusto per dare strada a Charles fosse il rettilineo - ha poi svelato il direttore sportivo Laurent Mekies - ma sono stati i piloti a proporci un programma più ardito dicendoci sì, si può fare anche dopo Signes». Davvero un capolavoro. Leclerc ce l’avrebbe fatta anche senza l’aiutino? Probabilmente sì, ma in fondo non è più così importante.
Musi arricciati in casa Red Bull, per un’inversione di prestazioni che ha ribaltato i valori nel giro di un anno: se Verstappen
ha aggiunto ben 1"2 alla sua pole del 2021, Leclerc al suo tempo di allora ha tolto un decimo. Ed esattamente un decimo ha tolto anche Sainz nella Q2. Mentre Hamilton (quinto) ha aggiunto addirittura un secondo e mezzo.
Vuol dire che, con macchine diversissime rispetto a quelle del 2021, la Ferrari ha preso un ascensore che sale e la Mercedes uno che scende, mentre Red Bull ha percorso qualche gradino all’ingiù.
DUE STRADE PER VINCERE.
E qui tiriamo una riga, che oggi si ricomincia da zero e il rit
mo-gara resta un’incognita per tutti. Gomme medie e dure, sicuro, ma una o due soste?
Leclerc ha due strade per vincere: 1) scappare subito via, che ovviamente è la più semplice e rassicurante; 2) approfittare del miglior consumo gomme per superare la Red Bull, come gli abbiamo visto fare per trevolte-tre, di forza, su Verstappen in Austria.
Carlitos cercherà di costruire una rimonta che sarà resa difficile dal traffico, forse dalle strategie, o dall’usura: per risalire dai bassifondi tocca stressare le gomme.
E poi la madre di tutte le incognite, al momento, per Maranello: l’affidabilità della F175 di Leclerc. La Ferrari che ricostruisce squadra e strategie ha bisogno della solidità delle Rosse per chiudere il cerchio. Quando ce l’avrà fatta aprirà gli occhi, e il Mondiale non sarà più un sogno.
Per Leclerc due strategie possibili L’incognita resta l’affidabilità