Corriere dello Sport

Vingegaard e Van Aert festa doppia

Il Tour al danese, la crono al compagno La maglia gialla: «C’è qualcosa di speciale in questa squadra» Commosso il belga: «Un sogno»

- Di Giorgio Coluccia ROCAMADOUR ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vince in volata, si impone a cronometro e si difende in salita, come dimostra il terzo posto ad Hautacam dietro Vingegaard e Pogacar. Wout Van Aert stravince a Rocamadour nella prova contro il tempo e si conferma campione totale, adatto a ogni impresa in un ciclismo ultramoder­no che scorrazza a velocità tripla rispetto al passato. Non a caso sta per andare in archivio l’edizione più veloce della storia del Tour, volata via a 42,068 chilometri all’ora, nei grandi giri alle spalle soltanto della Vuelta edizioni 2001 e 2003.

Gran parte del merito va attribuito a Van Aert e ai fuoriclass­e della nuova generazion­e, che ieri si sono sfidati a tutto gas nell'ultima vera fatica di questa Grande Boucle prima della passerella odierna a Parigi. Per l’intero pomeriggio Filippo Ganna ha guardato tutti dall’alto, poi il belga pigliatutt­o della Jumbo-Visma ha firmato il suo ennesimo successo con ben 42’’ di vantaggio e una media vicinissim­a ai 52 all’ora. Per lui terza vittoria in questa edizione (aveva timbrato anche a Calais e Losanna) e bagno di lacrime collettivo dopo il traguardo tagliato dal compagno di squadra Vingegaard, coinvolto in un pianto liberatori­o all’arrivo tra le braccia della moglie Trine e della figliolett­a Frida. Il trionfo del danese non è mai stato in bilico, Pogacar ha rimediato altri 8’’ di svantaggio e oggi arriverà a Parigi con un gap (impronosti­cabile alla vigilia) di 3’34’’.

Soltanto quinto a cronometro Filippo Ganna, che ha mancato un altro grande obiettivo dopo quello della sfida inaugurale a Copenaghen: «Ci ho provato, ho dato tutto quello che avevo - ha commentato il piemontese - In questo Tour ho sofferto tanto, c’è ben poco da fare quando campioniss­imi come Van Aert decidono di andare così forte. Oggi (ieri, ndr) era sempliceme­nte di un altro pianeta. Il mio primo Tour mi servirà per crescere ancora, si tratta di una corsa unica e durissima. Ci tornerò molto presto».

Commosso Van Aert, al top della sua condizione per tre settimane da sogno in terra francese: «Essere nella squadra che vince il Tour è speciale. Mi sembra un sogno, volevo vincere e garantire il Tour a Vingegaard. Era una crono molto veloce, mi sono dovuto conservare le energie per le ultime due salite e mi sono gestito bene. Non ho commesso nessun errore tecnico. È stata sempliceme­nte una gran

de giornata». È la seconda vittoria del Tour per la Danimarca dopo il successo di Bjarne Riis del 1996. Vingegaard l'ha meritato ampiamente, non ha mai pagato dazio nei confronti di Pogacar e con due assalti - su Alpi e Pirenei - si è preso lo scettro contro ogni pronostico. «Sin dall’anno scorso sapevo che potevo farcela e ci sono riuscito - ha esultato il nuovo re della Grande Boucle Sono contento e orgoglioso. Abbiamo pensato spesso a quanto accaduto due anni fa, alla beffa di Roglic, e non volevamo si ripetesse. La commozione di Van

Aert dimostra quanto siamo uniti in questo team. C’è qualcosa di speciale in questa squadra, ognuno è felice per l’altro». Oggi l'incoronazi­one ufficiale a Parigi dopo la canonica volata.

DONNE. Si chiude quello maschile e prende il via il Tour de France femminile. Un passaggio di testimone a Parigi per altre otto tappe e 1.029 chilometri totali, all’inseguimen­to della maglia gialla con il gran finale di domenica 31 luglio alla Planche des Belles Filles. Al via 24 squadre. Tra le grandi favorite Vollering, Vos e Van Vleuten, anche se le azzurre proveranno a far meglio dei colleghi uomini con le speranze di vittoria affidate a Balsamo, Cavalli, Guazzini, Bastianell­i e Longo Borghini. Si comincia alle ore 13 con diretta su Eurosport e Discovery+.

Ganna solo quinto «Ma tornerò» È l’edizione più veloce di sempre

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ANSA Jonas Vingegaard, 25 anni, e la moglie Trine Marie Hansen, 34

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