Vingegaard e Van Aert festa doppia
Il Tour al danese, la crono al compagno La maglia gialla: «C’è qualcosa di speciale in questa squadra» Commosso il belga: «Un sogno»
Vince in volata, si impone a cronometro e si difende in salita, come dimostra il terzo posto ad Hautacam dietro Vingegaard e Pogacar. Wout Van Aert stravince a Rocamadour nella prova contro il tempo e si conferma campione totale, adatto a ogni impresa in un ciclismo ultramoderno che scorrazza a velocità tripla rispetto al passato. Non a caso sta per andare in archivio l’edizione più veloce della storia del Tour, volata via a 42,068 chilometri all’ora, nei grandi giri alle spalle soltanto della Vuelta edizioni 2001 e 2003.
Gran parte del merito va attribuito a Van Aert e ai fuoriclasse della nuova generazione, che ieri si sono sfidati a tutto gas nell'ultima vera fatica di questa Grande Boucle prima della passerella odierna a Parigi. Per l’intero pomeriggio Filippo Ganna ha guardato tutti dall’alto, poi il belga pigliatutto della Jumbo-Visma ha firmato il suo ennesimo successo con ben 42’’ di vantaggio e una media vicinissima ai 52 all’ora. Per lui terza vittoria in questa edizione (aveva timbrato anche a Calais e Losanna) e bagno di lacrime collettivo dopo il traguardo tagliato dal compagno di squadra Vingegaard, coinvolto in un pianto liberatorio all’arrivo tra le braccia della moglie Trine e della figlioletta Frida. Il trionfo del danese non è mai stato in bilico, Pogacar ha rimediato altri 8’’ di svantaggio e oggi arriverà a Parigi con un gap (impronosticabile alla vigilia) di 3’34’’.
Soltanto quinto a cronometro Filippo Ganna, che ha mancato un altro grande obiettivo dopo quello della sfida inaugurale a Copenaghen: «Ci ho provato, ho dato tutto quello che avevo - ha commentato il piemontese - In questo Tour ho sofferto tanto, c’è ben poco da fare quando campionissimi come Van Aert decidono di andare così forte. Oggi (ieri, ndr) era semplicemente di un altro pianeta. Il mio primo Tour mi servirà per crescere ancora, si tratta di una corsa unica e durissima. Ci tornerò molto presto».
Commosso Van Aert, al top della sua condizione per tre settimane da sogno in terra francese: «Essere nella squadra che vince il Tour è speciale. Mi sembra un sogno, volevo vincere e garantire il Tour a Vingegaard. Era una crono molto veloce, mi sono dovuto conservare le energie per le ultime due salite e mi sono gestito bene. Non ho commesso nessun errore tecnico. È stata semplicemente una gran
de giornata». È la seconda vittoria del Tour per la Danimarca dopo il successo di Bjarne Riis del 1996. Vingegaard l'ha meritato ampiamente, non ha mai pagato dazio nei confronti di Pogacar e con due assalti - su Alpi e Pirenei - si è preso lo scettro contro ogni pronostico. «Sin dall’anno scorso sapevo che potevo farcela e ci sono riuscito - ha esultato il nuovo re della Grande Boucle Sono contento e orgoglioso. Abbiamo pensato spesso a quanto accaduto due anni fa, alla beffa di Roglic, e non volevamo si ripetesse. La commozione di Van
Aert dimostra quanto siamo uniti in questo team. C’è qualcosa di speciale in questa squadra, ognuno è felice per l’altro». Oggi l'incoronazione ufficiale a Parigi dopo la canonica volata.
DONNE. Si chiude quello maschile e prende il via il Tour de France femminile. Un passaggio di testimone a Parigi per altre otto tappe e 1.029 chilometri totali, all’inseguimento della maglia gialla con il gran finale di domenica 31 luglio alla Planche des Belles Filles. Al via 24 squadre. Tra le grandi favorite Vollering, Vos e Van Vleuten, anche se le azzurre proveranno a far meglio dei colleghi uomini con le speranze di vittoria affidate a Balsamo, Cavalli, Guazzini, Bastianelli e Longo Borghini. Si comincia alle ore 13 con diretta su Eurosport e Discovery+.
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