«Siamo belli» E il fioretto fa l’en plein
Al Mondiale in Egitto brilla ancora il gigante Marini, al debutto «Chiamateci The Beautiful Team»
«Chiamateci The Beautiful Team». L’euforia è alle stelle e Alessio Foconi risponde con un sorriso a chi chiede il nuovo nome per il quartetto dei sogni del fioretto maschile, che battendo gli Stati Uniti 45-39 ha replicato a distanza di 24 ore all’oro del Dream Team femminile. «Siamo fighi», conferma il talento del presente e del futuro Tommaso Marini, che va pazzo per la moda e che a 22 anni è già sul tetto del mondo, dopo averlo mancato per una sola stoccata nell’individuale.
Un riscatto anche per il neomedico Daniele Garozzo (laurea discussa lo scorso 22 marzo), una delle colonne dei Cippo Boys guidati da Andrea Cipressa che negli anni passati hanno contribuito alla striscia di podi mondiali attiva dal 2013 (5 ori e 2 bronzi) e ora il più esperto del gruppo guidato da Stefano Cerioni. Grazie anche all’apporto dell’esordiente Guillaume Bianchi, impiegato venerdì nei primi turni, gli azzurri hanno dimenticato la debacle olimpica di Tokyo. «L’individuale non era andato benissimo, mentre la gara a squadre è stata bellissima - racconta il finanziere siciliano -. Personalmente, ho tirato con alti e bassi, però questo è il senso di una squadra, ovvero che nel momento di difficoltà di uno, l’altro viene fuori in aiuto».
Infatti, in una giornata in cui due veterani come il campione olimpico di Rio 2016 Garozzo e l’iridato di Wuxi 2018 Foconi non sono stati sempre impeccabili, ci ha pensato ancora una volta il favoloso debuttante Marini a togliere le castagne dal fuoco, sfoderando la classe sopraffina di cui si è innamorato anche il ct Cerioni, che da ottobre lo segue personalmente insieme ad Arianna Errigo. Le lunghe gambe del ventiduenne gigante anconetano (197 cm di altezza) non hanno tremato e le sue fiammate sono state fondamentali per tenere lontani i rivali. Quindici stoccate rifilate e appena 6 subite in finale, per un impressionante +30 complessivo contando anche quarti con la Corea e semi col Giappone, emulando quanto fatto venerdì dall’uragano Errigo. L’ultimo assalto del marchigiano ha consegnato il testimone a Garozzo sul +8 (40-32). Nel remake della finale individuale che vinse a Rio, il catanese ha poi resistito all’impeto di Alexander Massialas e fatto esplodere di gioia il clan azzurro.
“The Beautiful Team” ha così confermato la leadership stagionale, conquistata con tre vittorie in quattro gare di Coppa del Mondo, oltre al titolo europeo di Antalya: ironia della sorte, l’unica eccezione era stata a febbraio proprio qui al Cairo, con il 3º posto nella tappa vinta dagli Usa. Vendetta servita e 43º oro mondiale del fioretto maschile (24º nella prova a squadre) sui 118 sigilli azzurri nella storia.
Una chiusura aurea con vista su Milano 2023. Il bottino complessivo all’Indoor Sports Halls Complex del Cairo è di 8 medaglie (2 ori, 2 argenti e 4 bronzi), che hanno permesso di chiudere al 3º posto nel medagliere vinto dalla Francia (4-2-2).
È mancato di un soffio l’en plein di podi nelle prove a squadre (5 su 6) in Egitto. L’unico neo, infatti, è stato quello della sciabola femminile, che non è riuscita a ripetere quanto di buono fatto il mese scorso agli Europei (argento): fatale il passaggio a vuoto (1-11) di Michela Battiston nella sfida persa contro l’Ungheria per 45-42, con le magiare che poi hanno vinto a sorpresa l’oro contro la Francia. «Sette dei nove esordienti tornano a casa con una medaglia, Marini ha ottenuto risultati eclatanti, ma anche Pietro Torre e Eloisa Passaro hanno mostrato grandi cose - commenta il presidente federale Paolo Azzi -. Il bilancio è positivo e il cantiere procede bene in vista della qualificazione olimpica. Dopo l’Europeo perfetto, questo è un Mondiale da 7 e mezzo».
«Procediamo bene verso la qualificazione olimpica. Dopo l’Europeo perfetto, un Mondiale da sette e mezzo»
Paolo Azzi, presidente della Federscherma