WIJNALDUM SI MUOVE FR
Mourinho ha già fatto la sua parte telefonando al giocatore che è pronto a trasferirsi a Trigoria: resta il nodo stipendio da 9 milioni per il quale serve un contributo dai francesi Il presidente tratta con il patron del Psg, Nasser, con il quale ha stabi
Strategia: vincere subito
Dato che a forza di sentirla ripetere negli slogan e di vederla innalzare sui gonfaloni la parola progetto è venuta profondamente a nausea, non dispiace scoprire che sta nascendo una Roma senza capo né coda, ma con tanto corpo. Con radici forti nell’oggi e senza la frenesia di guardare al futuro a medio termine. Come ha dimostrato la festa itinerante dietro il corteo della Conference League, di ascoltare i racconti del sol dell’avvenire i tifosi hanno lo stomaco pieno. Dan Friedkin infatti non ne parla tanto, anche perché non parla affatto. Le azioni indicano che non ha voglia di invecchiare aspettando che capiti qualcosa. Esattamente così lo presentavano le corrispondenze più informate pervenute dagli Stati Uniti al momento del cambio di proprietà.
Forse è eccessivo definire la Roma di quest’anno un instant team. È di sicuro una squadra che ha poco tempo per consegnare risultati. Anzi, l’orizzonte degli eventi potrebbe essere addirittura di una sola stagione. A parte le promozioni dei vari giovani leoni in grado di superare i riti di passaggio pretesi da Mourinho, il salto di qualità a centrocampo s’incarna in Nemanja Matic, che (auguri) lunedì compirà 34 anni, e probabilmente in Georginio Wijnaldum, 32 a novembre. Nessun problema: esperienza e forza resistente, qualità che il tempo consolida, sono caratteristiche che il campionato italiano sa esaltare e va a cercare.
Dopodiché bisogna prendere in considerazione altre scadenze indipendenti dalle leggi della natura. Sul contratto di Tammy Abraham insiste il diritto di riacquisto concesso al Chelsea per la fine di questa stagione. L’accordo con Dybala prevede una clausola risolutoria: dà alla Roma ampia facoltà d’intervento, ma la possibilità che l’argentino resti solo fino alla prossima estate c’è. Si aggiunga la vicenda Zaniolo in continuo sviluppo. Anche se non viene ceduto in questa sessione di mercato, è difficile pensare che ammiccamenti, telefonate e corteggiamenti non tornino d’attualità nelle prossime.
Friedkin e i suoi stanno scommettendo sul successo immediato di una formazione che nella sua forma attuale potrebbe durare una stagione o poco di più. Ma, appunto, si tratta di una scommessa ragionevole, non di un tuffo nell’ignoto. Nella peggiore delle ipotesi, quella di una partenza contemporanea di Abraham e Dybala, entrerebbero cento milioni di risorse reinvestibili in un ulteriore e prezioso rinnovamento. Intanto, si massimizza la chance di portarsi a casa altro materiale da bacheca, magari un’Europa League, la qualificazione alla Champions e, perché mutilarsi da soli la speranza? pure qualcosa di più in campionato.
È la cultura industriale del gruppo Friedkin a marcare la differenza. L’attuale proprietà della Roma ha colto un punto che a James Pallotta, con tutti i suoi meriti, sembra essere sfuggito: oggi è quasi impossibile accrescere in modo strutturale gli introiti di un club senza imporne la visibilità attraverso i successi. Vincere e crescere si prendono per mano e procedono insieme. Là dentro la pensano così e per questo non stanno badando troppo a spese né a età dei giocatori. Che la fortuna li aiuti: una Roma (come una Lazio, come un Napoli) in salute fa bene a tutto il nostro calcio depresso.
Uno sforzo finanziario abbinato a un virtuosismo diplomatico. La Roma spinge per Georginio Wijnaldum, il centrocampista che nei pensieri di Mourinho prenderà il posto lasciato libero da Mkhitaryan, e si affida al presidente Friedkin perché sblocchi lo stallo con il Paris Saint-Germain. I rapporti tra le due proprietà sono ottimi, cementati da un lavoro sinergico all’interno dell’Eca nel deciso contrasto alla creazione della Superlega. In più Luis Campos, uomo mercato scelto da Nasser Al-Khelaifi per rilanciare il Psg, si confronta costantemente con Mourinho e Tiago Pinto in lingua portoghese. La sensazione è che in questa settimana l’affare possa arrivare al traguardo, perché le tre componenti sono tutte d’accordo sul trasferimento: le due società, quella che cede e quella che accoglie, più il giocatore che ha già detto sì alla Roma.
LO STIPENDIO. L’ostacolo da aggirare è economico. Wijnaldum guadagna circa 9 milioni, eredità di un contratto pazzesco firmato lo scorso anno da svincolato. All’epoca il capitano della nazionale olandese, che era stato sondato anche dalla Roma, usciva dal Liverpool e riuscì a strappare condizioni molto convenienti per legarsi alla squadra delle stelle. È qui che Dan Friedkin deve intervenire, chiedendo al Psg una consistente collaborazione al pagamento dell’ingaggio (intorno al 50%) e l’accettazione di un prestito con diritto di riscatto, per poi ridiscutere il futuro di Wijnaldum a un anno dalla scadenza del contratto (2024). Per il momento l’intesa non è stata raggiunta. Ma le parti coinvolte, compreso l’intermediario che sta curando la negoziazione, sono ottimiste.
LA DECISIONE. Intanto Wijnaldum, che è stato escluso dalle ultime convocazioni di Galtier per l’ultima amichevole, ha preso la sua decisione e conta di procedere verso la Roma. È un altro dei grandi calciatori che Mourinho ha saputo convincere con una telefonata. Vuole lasciare il Psg perché la sua prima stagione in Francia è stata poco gratificante: soprattutto in Champions League, ha giocato poco. E ha scrutato dalla panchina entrambe le sfide di ottavi di finale contro il Real Madrid. Nei mesi che portano al Mondiale, ha bisogno di spazio e continuità per volare in Qatar con le ali spiegate. Non è escluso che sia proprio lui, pur di facilitare il trasferimento, a rinunciare a una parte dello stipendio, almeno per la prossima stagione.
FARO. Tiago Pinto naturalmente non ha perso di vista altri obiettivi, eventuali alternative, ma in cuor suo ha compreso che Wijnaldum rappresenta una grande occasione di mercato. Con lui, dopo Dybala e Matic, la Roma si attrezzerebbe per sfidare il vertice della classifica italiana e al tempo stesso per garantirsi competitività in Europa League. Era quello che chiedeva Mourinho, dichiaratamente «frustrato» per le difficoltà operative delle scorse settimane e ora rincuorato dall’arrivo di Dybala, la sua priorità.
Wijnaldum ha accettato l’offerta per giocare di più nell’anno mondiale
Mourinho lo vede come il perfetto erede tecnico di Mkhitaryan
IL RESTO. Con l’eventuale arrivo di Wijnaldum, il mercato in entrata sarebbe quasi chiuso. Quasi, sì, perché mancherebbe l’ultimo ritocco chiesto dall’allenatore: un difensore centrale di piede mancino. Un quinto uomo che si aggiunga al gruppo, senza sostituire. Non a caso ieri Ibañez ha detto a LaRoma24 che non si muoverà da Trigoria. Lo svincolato Zagadou, giovane e sfortunato francese del Borussia Dortmund, è nella lista dei possibili rinforzi, ma non al numero uno. Il budget dell’investimento verrà determinato anche dalle cessioni: gli esuberi Carles Perez, Kluivert e Villar sembravano vicini all’addio e invece sono ancora a libro paga. Per non parlare di Diawara, che non riesce a trovare una sistemazione gradita.