Il trionfo di Max La rinascita delle Mercedes
L’iridato si conferma l’uomo da battere Verstappen approfitta dell’errore di Charles. Hamilton e Russell sul podio. Rimonta Sainz: quinto
La regola dell'opossum. Che sta in questo caso per Max Verstappen e la sua capacità di resilienza nei confronti del mondo Ferrari. Se non sbaglia il muretto, se in un week end la strategia funziona, allora ci pensa uno dei piloti a dargli una mano.
L'olandese, secondo in qualifica sabato e ieri a lungo all'inseguimento di Leclerc nel GP di Francia, ne approfitta, vince ancora una volta e si porta a casa un'ulteriore fetta del divario che oggi, nel bel mezzo del rush che condurrà la F1 alla sosta, lo vede avanti di 63 punti su Leclerc.
ENORMITA’. Un'enormità. State buoni e tranquilli che qualcosa, vedrete, accadrà. E’ stato Charles questa volta a sbagliare: dopo avere strappato una grande pole e costruito una buona partenza, il monegasco ha rovinato tutto commettendo un grave errore al giro 17, quando si trovava in testa e stava “tirando” per guadagnare i secondi necessari per garantirsi il giusto margine per effettuare il primo pit-stop. Alla fine il suo “mea culpa”, recitato a caldo pochi minuti dopo avere urlato “No!” alla radio, non appena toccato il muro che ha messo fine alla sua prova alla curva 6, rappresenta la copertina di una giornata che poteva essere trionfale, ma che si è rivelata nera per il Cavallino specie in ottica Mondiale: aveva la macchina migliore, ma non ha finito la gara.
RIMONTA. Ieri, però, è stato anche il giorno della resurrezione forse definitiva delle due Mercedes, con Hamilton secondo davanti a Russell, e della rimonta di Carlos Sainz che è risalito al quinto posto dall'ultima fila da dove era partito per l'introduzione della PU4 il venerdì, pur avendo dovuto pagare un'ulteriore penalità di cinque secondi per un “unsafe release”, un'irregolarità in pit lane, alla prima sosta. Una corsa divisa in due. Era partito bene il monegasco, lasciandosi alle spalle Verstappen e Hamilton, mentre Perez segnava il passo con una partenza in affanno. Giro dopo giro, la coppia di testa si ritagliava un posto al sole, con Hamilton buon terzo, ma solo in un paio di circostanze Max riusciva a stare sotto il secondo di margine, e di conseguenza in grado di azionare il Drs; però in nessun caso era parso poter insidiare la leadership di Leclerc.
Al decimo giro, Sainz era già dodicesimo ed inserito in un treno che comprendeva anche
Alonso e Norris, cioè dove avrebbe voluto essere in quel momento, alla vigilia. Al giro numero diciassette si è decisa la corsa: sosta ai box per Verstappen, che sceglie di montare la gomma dura con rientro in settima posizione alle spalle di Norris, in una stragegia che avrebbe compreso due soste. Nemmeno il tempo di rientrare che Leclerc va a commettere un errore non da lui, perdendo il posteriore in sovrasterzo mentre stava cercando di spingere per rispondere all’undercut di Verstappen. L'acceleratore, dirà via radio, esattamente come in Austria, era rimasto attivo, ma la sua SF75 è troppo danneggiata per poter riprendere la gara. Fine dei giochi.
Da qui, è un monologo targato Max Verstappen: l'olandese prende quota e tiene a bada Hamilton, mai pericoloso davvero e che rischia di imitare Leclerc in curva- 2 al giro numero 33, Sainz per un pelo non “tocca” una Williams nella corsia dei box e da qui, come detto, ecco la penalità, il resto sono scaramucce per le zone di rincalzo. Vince Verstappen, che ringrazia e scappa via. Oggi il Mondiale ce l'ha in mano il campione del mondo, che all'atto dell'uscita di Leclerc aveva chiesto via radio se andasse tutto bene. E' proprio vero: a volte, signori si diventa.
Oggi il Mondiale è strettamente nelle mani dell’olandese