Corriere dello Sport

E L’ITALIA CONTINUA A COMPRARE STRANIERI

Su 111 operazioni concluse finora, ben 69 riguardano giocatori di altri Paesi: sono soprattutt­o le grandi a cercare all’estero gli elementi per il salto di qualità

- Di Andrea Ramazzotti MILANO

I tanti allarmi lanciati dopo l’eliminazio­ne dal Mondiale non hanno trovato risposta nel mercato: i giocatori di casa sono merce rara

Il fascino dell’estero non lo vinci né lo cancelli perché noi italiani siamo fatti così: l’erba del vicino è sempre più verde. E quell’erba andiamo a comprare spesso e volentieri, dimentican­doci che la nostra appassisce. Nell’ultima settimana ci hanno portato via tre azzurri, tra Nazionale maggiore e Under 21 (Scamacca, Lucca e Viti), un altro (l’Under 19 Casadei) è insidiato dal Chelsea, ma rimaniamo convinti che la risposta alla crisi del nostro pallone sia all’estero. Non si tratta di una affermazio­ne campata in aria, ma che finora ha una base solida nei numeri del mercato.

NUMERI IMPIETOSI. Sulle 111

operazione concluse o... quasi (Vecino alla Lazio, De Ketelaere al Milan, Miranchuk e Lazaro al Torino), ben 69 si riferiscon­o a giocatori stranieri. Che arrivano dall’estero o che sono stati presi dal formazioni italiane. Abbiamo considerat­o gli acquisti a titolo definitivo o i prestiti conclusi in questa finestra di mercato, non i calciatori che sono rientrati alla base da un prestito o che erano in un club che poi li ha acquistati. Altrimenti alla lista bisognereb­be per esempio aggiungere il turco Demiral, che l’Atalanta ha riscattato dalla Juventus, l’argentino-interista Correa, per il quale è scattato l’”obbligo”, e il camerunese Anguissa, pagato dal Napoli 15 milioni al Fulham. Ma davvero i nostri giocatori sono così scarsi? Davvero i nostri vivai sono diventati così aridi?

BIG “ESTEROFILE”.

Le grandi portano la bandiera di chi guarda solo ed esclusivam­ente ai talenti cresciuti fuori dai nostri confini per cercare il salto di qualità. La Juventus ha preso il francese Pogba, l’argentino Di Maria e il brasiliano Bremer. Anche l’italiano Cambiaso? Vero, ma lo ha girato in prestito al Bologna che lo schiererà nel prossimo campionato (e dunque l’ex Genoa finisce nelle operazioni di Mihajlovic e non in quelle di Allegri). Tutti stranieri anche i

In controtend­enza Berlusconi e Galliani al Monza, Cremonese e Lecce

rinforzi di De Laurentiis per il suo Napoli: l’uruguaiano Olivera, il georgiano Kvaratskhe­lia, il sudcoreano Kim e il norvegese Ostigard. L’arrivo di Raspadori potrebbe essere... una goccia in mezzo al mare visto che Adl tratta pure Kepa e Simeone. Solo “made in Belgio” per il Milan con Origi e De Ketelaere (il francese Adli era stato “chiuso” un anno fa ed è sbarcato a Milanello dopo il prestito al Bordeaux), mentre la Roma ha calato il suo poker straniero con il serbo Matic, il turco Celik, l’argentino Dybala e il belga-serbo Svilar. Mou, però, oltre all’... eccezione Belotti, punta pure l’olandese Wijnaldum. E l’Inter? L’unico italiano finora inserito in rosa è l’ex Cagliari Bellanova, mentre sono nati al di là dei nostri confini il belga Lukaku, il camerunese Onana, l’armeno Mkhitaryan e l’albanese Asllani. In attesa di Pinamonti, Gasperini ha avuto solo il brasiliano Ederson, mentre Lotito alla sua Lazio tre italiani su sette acquisti li ha regalati: Romagnoli, Casale e Cancellier­i.

ESEMPIO GALLIANI. Non è una novità che l’Udinese punti sull’estero (8 calciatori su 9; fa eccezione Masina, nato in Marocco, ma con cittadinan­za italiana): la politica dei Pozzo da anni è questa e li premia. Pure il Torino parla straniero con quattro trasferime­nti su quattro in entrata. Chi va in controtend­enza? Berlusconi e Galliani: per il Monza hanno preso Andrea e Filippo Ranocchia, Cragno, capitan Pessina, Carboni, Sensi, Birindelli, Caprari e Sorrentino. A parte il giovane Bondo, l’unico straniero è Marlon. Anche la Cremonese ha puntato sugli italiani con Ghiglione, Milanese, Quagliata e altri. E poi c’è quella vecchia volpe di Corvino che per il Lecce ha voluto tra gli altri Falcone, Frabotta, Di Francesco, Colombo e Baschirott­o oltre a qualche “scoperta” oltre confine (Ceesay e Bistrovic su tutti). Restano comunque in minoranza in un calcio italiano sempre... più straniero come testimonia­to dai dati Opta: nel 2021-22 i giocatori nati oltre confine erano il 62%, mai così tanti; solo il 38% erano italiani. Nel 2006-07, la stagione post trionfo Mondiale, questi ultimi erano il 71%. Un crollo verticale che non sembra aver fine.

È un fenomeno che non si è mai arrestato negli ultimi 20 anni

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A sinistra Angel Di Maria, argentino della Juve; a destra Romelu Lukaku, belga rientrato all’Inter e Matias Olivera, uruguaiano del Napoli; sotto Luka Jovic, serbo della Fiorentina
ANSA, GETTY, MOSCA Nuovi e ritorni A sinistra Angel Di Maria, argentino della Juve; a destra Romelu Lukaku, belga rientrato all’Inter e Matias Olivera, uruguaiano del Napoli; sotto Luka Jovic, serbo della Fiorentina
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