Letta-Calenda: oggi l’incontro decisivo
I sindaci democratici presentano a Roma un piano di otto punti Il Pd: «Non abbiamo preclusioni ma patti chiari e amicizia lunga» Di Maio e Tabacci: Impegno civico
L’incontro fra il segretario del Pd Enrico Letta e il leader di Azione Carlo Calenda è in programma oggi alle 11, alla Camera. Oltre ai due parteciperà Benedetto della Vedova per Più Europa.
In giornata era andato in secna il botta e risposta tra i due leader. In mattinata Calenda in un video su twitter si è rivolto direttamente al segretario Dem: «Se la risposta sarà “No” - aveva detto - la responsabilità della rottura sarà interamente tua». Nel pomeriggio la replica del Pd con un appello a procedere con «alleanze senza veti». E la controreplica: «Il loro appello non è una risposta». «Sono disposto a incontrarli - Calenda e Della Vedova - ma senza preclusioni, no ai veti e no alle sportellate. Io faccio fatica a discutere con le sportellate. Se abbiamo voglia di parlare... bene, sennò è difficile discutere così. Da parte mia c’è la volontà di trovare un’intesa, e farò di tutto per fa sì che l’intesa si raggiunga», ha detto Letta. «Incontriamoci: patti chiari e amicizia lunga (alludendo a un incontro passato conclusosi con una stretta di mano poi tuttavia rivelatasi non risolutiva). Abbiamo la responsabilità di fare un accordo per un’alternativa alla destra». «Noi vogliamo costruire nelle prossime ore una coalizione, spero la più larga e coerente possibile, per far sì che il nostro Paese possa raccontare la continuità con un periodo virtuoso». «Ambiente, salute, lotta alla povertà, scuola, trasporti, semplificazione burocratica, sviluppo e sicurezza». Sono questi gli «otto punti concreti» lanciati dai sindaci del Pd nell’incontro tenutosi a Roma con Letta.
LA NUOVA FORMAZIONE.
Un’ape e un Tricolore, per una forza moderata, rifomista, attenta ai giovani, al terzo settore, alla transizione ecologica, che promuove l’unità di chi non vuole che l’Italia finisca in mano agli estremisti. Luigi Di Maio definisce insieme a Bruno Tabacci il nuovo soggetto politico, “Impegno civico”, presentando per la prima volta anche il simbolo: un cerchio metà azzurro che dà sul verde, metà arancione, con appunto un’ape stilizzata, simbolo dell’impegno ecologista, e un Tricolore. Piccolo piccolo il simbolo della forza guidata da Bruno Tabacci, il “Centro democratico”. E infine le scritte in bianco, sopra “Impegno civico”, sotto più grande “Di Maio”. Il ministro degli Esteri per la sua kermesse sceglie una sala delle Officine Farneto, a due passi dalla Farnesina. A condurre l’iniziativa, l’ex pentastellato Emilio Carelli. La platea è composta quasi esclusivamente da parlamentari dimaiani e da esponenti campani a lui vicini. «Il 25 settembre - esosrdisce severo Bruno Tabacci - si gioca una partita di sola andata. È una data epocale: europeismo e atlantismo da una parte, filoputinismo dall’altra». Tabacci, molto applaudito, attacca frontalmente l’alleanza di centrodestra: «Con il loro governo l’Italia sarà fuori dalla prospettiva europea». Quindi “benedice” la leadership di Luigi Di Maio, con un’investitura che ricorda un po’ i riti della vecchia Dc, insistendo che il partito lanciato oggi intende andare ben oltre il 25 settembre: «L’operazione di oggi non è casuale, è un investimento sul futuro, è un passaggio generazionale», sottolinea tra gli applausi. Di Maio,, aprendo il suo intervento, cita Papa Francesco: «Ci rifacciamo alle parole del Papa sulla responsabilità civica: nessuno può sottrarsi a questo impegno a favore del proprio Paese».