Provedel, l’ex bomber che scelse di volare tra i pali
Per arrivare alla Lazio ha dovuto combattere, ma in fondo per lui non è una novità. Ivan Provedel si è dovuto conquistare un po’ tutto nella sua carriera, anche (e addirittura) la possibilità di fare il portiere. Già, non era così scontato, perché prima di scoprire la sua propensione naturale verso il ruolo, l’ottavo acquisto estivo biancoceleste era un ottimo attaccante, tanto da giocare in quel ruolo fino a quindici anni in settori giovanili importanti come quelli di Pordenone e Treviso. Segnava a raffica, ma il suo sogno era quello di evitarli. Peccato però che i suoi allenatori non avessero alcuna intenzione di assecondare il suo desidei rio, convinti che quella non fosse la strada giusta.
STAGE. Ma Provedel, già a quei tempi determinato e ostinato, era convinto di ciò che percepiva, di quello che sentiva dentro. Lo era così tanto da pensare di mollare tutto e dedicarsi ad altro qualora non fosse riuscito nel suo intento. Ed è in quel momento di confusione sul proprio futuro che nel suo destino è apparsa una sorta di “ancora di salvezza”, uno stage per portieri organizzato dal Liapiave nell’estate 2009. Ivan non ci ha pensato due volte, ha preso la sua borsa e si è presentato all’appuntamento, sebbene quel club fosse di sicuro meno blasonato rispetto ai precedenti settori giovanili di cui aveva fatto parte quando era un attaccante.
E ha avuto ragione, perché nel corso del provino è stato adocchiato da uno degli organizzatori, Gianfranco Zigoni, che lo ha segnalato subito al preparatore dei portieri dell’epoca di quella società, Renzo Zanet. A quest’ultimo è bastato un rapido sguardo per capire che quel ragazzo del 1994 avesse qualità sopra la media.
PORTA. Ha vinto quella sfida, venendo addirittura promosso con classe 1993, con i quali ha vinto il campionato provinciale da protagonista. Ha ottenuto la promozione nei regionali, ma quel torneo non l’ha giocato l’anno successivo, perché a quel punto le sue doti erano state notate pure dall’Udinese. La scelta di ripartire da zero per inseguire il suo sogno, insomma, era arrivata al lieto fine. Ma non certo finita, sia chiaro. A quel punto è iniziato il bello, per affermarsi anche a livello professionistico. E dopo un altro anno di esperienza nel vivaio del Chievo, ci ha pensato il Pisa a chiamarlo per dargli il ruolo di numero uno in Serie D. Dall’anno successivo si è stabilizzato in Serie B con Perugia, Modena, Pro Vercelli, Empoli e Juve Stabia, mettendo nel proprio bagaglio pure con un campionato di Serie A con la maglia dei toscani.
Questa mattina sosterrà le visite E potrà iniziare la sua avventura
DRAGOWSKI. Ecco, proprio al Castellani è arrivato un altro momento decisivo. A gennaio 2018, quello della stagione che ha portato alla promozione in massima serie, nel corso di un allenamento ha riportato una frattura della tibia destra che lo ha costretto a un lungo stop. Ha lavorato duro per recuperare e con la squadra in A è tornato titolare a ottobre, salvo poi perdere il posto quattro mesi dopo in favore di Dragowski. Esatto, proprio colui che quattro anni più tardi lo ha di fatto “liberato” dallo Spezia. Oggi alle 9 sarà in Mater Dei per le visite mediche, e iniziare quello di vestire la maglia della Lazio.