Gaza, dai razzi e i raid al cessate il fuoco
Il cessate il fuoco mediato dall’Egitto tra Israele e la Jihad islamica è entrato in vigore ieri sera alle 22.30 (ora italiana). Lo hanno dichiarato fonti dell’organizzazione militante palestinese ad Haaretz. Sul campo è il terzo, sempre più intenso, giorno di guerra con raid e razzi continui. A Gaza - da ieri mattina senza internet - i morti sono arrivati, secondo il ministero della sanità locale, ad almeno 40 e i feriti ad oltre 300. In due attacchi separati nel centro di Gaza city e a nord est ci sono stati 8 morti e tra questi, secondo l’agenzia Maan, diversi bambini. Ma Israele ha contestato di non aver responsabilità per questi due attacchi che, invece, ha attribuito - come ieri accaduto nel campo profughi di Jabalya (5 morti) a razzi difettosi della Jihad. Nella Striscia, solo da stamattina, gli attacchi israeliani hanno colpito oltre 140 tra postazioni militari della Jihad, tunnel e siti di lancio di razzi.
Su Israele si è rovesciata, anche oggi, una pioggia di razzi e colpi di mortaio. Nel mirino della Jihad sono finite per la prima volta le aree di Gerusalemme e di Beersheva (all’inizio del Negev) e, ancora, Tel Aviv. Senza contare le zone israeliane a ridosso della Striscia che stanno subendo gli attacchi maggiori con la popolazione costretta in pratica nei rifugi. Secondo gli ultimi dati dell’esercito, ad oggi, si contano circa 1000 tra razzi e colpi di mortaio. Di questi 800 sono entrati in Israele e 350 sono stati intercettati dall’Iron Dome con gli altri finiti in zone deserte o in mare. Venerdì Israele aveva lanciato l’operazione denominata Breaking Dawn contro la Jihad islamica, da ieri è tornata a lavorare la diplomazia per trovare una soluzione pacifica.