Papa Francesco: Il grano è partito? Segno di speranza
Papa Francesco accoglie come una notizia positiva la partenza delle prime “navi del grano” dai porti dell'Ucraina e vi vede un “segno di speranza” che tracci la linea verso la fine del conflitto e «una pace giusta e duratura». È la prima volta dall'inizio dell'invasione russa che, nel tragico quadro della situazione in Ucraina, emergono iniziali motivi di sollievo e di «soddisfazione» nell'Angelus domenicale del Pontefice, pronto a ribadire con forza il suo appello al dialogo. «Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell'Ucraina delle prime navi cariche di cereali», dice Francesco rivolto ai fedeli che sfidano il caldo in un'assolata Piazza San Pietro. «Questo passo - prosegue - dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti. Tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza e auspico di cuore che, seguendo questa strada, si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura».
CONSEGNA RITARDARTA.
L'accordo siglato lo scorso 22 luglio a Istanbul da Russia e Ucraina, con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite ha permesso finora la partenza di alcuni cargo dai porti ucraini. La prima nave carica di cereali a lasciare un porto di Odessa in base a un accordo negoziato il mese scorso non è arrivata ieri in Libano come previsto. Lo ha affermato l’ambasciata ucraina in Libano. Secondo i funzionari ucraini e le autorità portuali libanesi la “Razoni”, salpata lunedì scorso trasportando 26.527 tonnellate di mais, doveva attraccare ieri a Tripoli. Ma oggi è stato comunicato che la nave “stava subendo un ritardo e non sarebbe arrivata in giornata”, senza fornire
dettagli su una nuova data di arrivo o sulla causa del ritardo. I dati di spedizione su MarineTraffic.com hanno mostrato il Razoni al largo delle coste turche. La scorsa settimana i ministri dei trasporti, dell’agricoltura e dell’economia libanesi hanno detto di non sapere chi stesse acquistando il grano a bordo della Razoni.
GUERRA.
La situazione sul terreno di battaglia è ancora a dir poco drammatica, visti i bombardamenti che non cessano e persino il rischio concreto di un disastro nucleare nella centrale di Zaporizhzhia. La notte si sentono le esplosioni dell’artiglieria russa nascosta tra i reattori. Nella città cosacca inoltre i problemi non finiscono qui, stando ad un report diffuso da Oleksandr Starukh, a capo dell’amministrazione militare «una grossa colonna di veicoli nemici si sta muovendo da Mariupol in direzione della città», obiettivo sfondare le linea a sud, vicino Orikhiv, per vanificare il contrattacco delle forze armate ucraine su Kherson. Odessa, però, resta ancora collegata a Zaporizhzhia da una strada che passa molto vicino alla linea del fronte.