Italia, la classe è acqua
Mai vista una squadra così forte e completa tra talenti e campioni già affermati. Il dt Butini: «Conquistare il pubblico il successo più bello»
Finisce in gloria, con gli ottomila dello Stadio del Nuoto che non se ne vogliono andare. Restano lì a festeggiare un’edizione memorabile come l’aveva aperto: vincendo. dell’Europeo, Il medagliere totale che l’Italia ha chiuso così dice 52, negli annali entra il bilancio del nuoto in vasca che non era mai stato così ricco: 35 medaglie (13 ori, 13 argenti, 9 bronzi).
Finisce in gloria, con il giro di campo (o di vasca, fate voi) degli azzurri e gli ottomila che anche ieri hanno riempito le tribune dello Stadio del Nuoto che non se ne vogliono andare. Restano lì, a cantare, a sventolare bandiere, a festeggiare un’edizione memorabile dell’Europeo, che l’Italia del nuoto ha chiuso così come l’aveva aperta: vincendo. Arriveranno altri successi dai tuffi e dalle acque libere nei prossimi giorni (il medagliere totale a ieri dice 52), negli annali intanto entra il bilancio del nuoto in vasca che non era mai stato così ricco: 13 ori, 13 argenti, 9 bronzi. Un totale di 35 medaglie e la certezza di aver conquistato l’affetto della gente che a casa o in tv si è appassionata come mai prima.
È vero, siamo di fronte a una stagione anomala, con un calendario particolarmente affollato che ha costretto gli atleti di tutto il mondo a un tour de force senza precedenti: il Mondiale a giugno più l’Europeo ad agosto nell’anno post-Olimpico. Qui a Roma mancava qualcuno dei più forti (Peaty, Marchand solo per fare un paio di nomi) e altri non erano proprio al massimo della condizione. Ma al Mondiale c’eravamo anche noi e abbiamo chiuso terzi nel medagliere alle spalle di Usa e Cina e se qui - a distanza di otto settimane è stata una cavalcata trionfale, forse vorrà dire che siamo bravi sul serio.
L’Italia del nuoto è una squadra che ha tutto e gira come un orologio. Solo qualche anno fa e sembra preistoria - la staffetta mista che tradizionalmente chiude le manifestazioni era il nostro cruccio: gli azzurri ci arrivavano scarichi, demotivati e cotti. Nel giro di otto settimane l’abbiamo vinta sia al Mondiale e all’Europeo, ieri dando mezza vasca ai rivali. Allo Stadio del Nuoto sono entrati in acqua 58 atleti e nessuno di loro ha sostanzialmente sgarrato di un millimetro, né in gara né fuori. Certo, ci sono cose che vanno prese di petto come la velocità femminile, indietro rispetto alla concorrenza, ma un livello medio così alto non si era mai visto prima.
«A Budapest, il voto alla squadra è stato 10 ma ora è 10+, sono stati tutti bravissimi - spiega Cesare Butini, dt azzurro - a parte le medaglie, c’è stato anche un grande consolidamento tra presenze in finale e miglioramenti personali». Se il dopo Pellegrini si vede dal mattino... «Un’altra Federica non c’è, né la vedo all’orizzonte. E sul settore femminile dobbiamo lavorare molto, la velocità va rifondata senza dimenticare quanto possono dare atleti esperti come Silvia Di Pietro, sempre al massimo in tutte le 12 gare che ha nuotato in questi giorni. È un esempio per tutti».
Tutto a Roma ha funzionato come doveva: «Siamo andati oltre le attese e il merito va allo staff di 23 persone che ha seguito i ragazzi in questi giorni e anche ai loro tecnici che non ho potuto convocare in Nazionale ma ho voluto qui in tribuna per seguire le gare. È la sostanza del mio lavoro: far emergere l’individualità dei singoli allenatori e poi inserirli in un percorso comune. Continuerò a girare l’Italia per dare supporto quando necessario o fare il poliziotto cattivo con qualche atleta se dovesse servire. Ma oggi è un giorno bellissimo, perché abbiamo conquistato un pubblico che rispetto al 2009 penso sia più competente. Una soddisfazione enorme. Non so se esiste un sistema Italia, so come lavoriamo noi, poi ogni Paese ha le sue strategie». Il futuro neanche troppo lontano è Parigi 2024: «Ci aspetta un 2023 quasi normale con il Mondiale in estate ma la stagione olimpica sarà difficile: un altro Mondiale all’inizio del 2024 e un Europeo ancora da collocare. Scegliere? Vedremo, di sicuro Parigi è l’obiettivo principale».
«Tutto il gruppo è stato perfetto Lavoreremo sulle nostre lacune»