Dallavalle quasi d’oro «È un inizio»
Triplo e martello: altri due podi per l’Italia Il giovane emiliano s’inchina solo all’inarrivabile Pichardo: «Ora so di poter fare qualcosa di grande»
Il ragazzo ci sa fare. Ventidue anni e quarantaquattro tonnellate di carattere. Per riacciuffare una gara che sembrava persa prim’ancora di disputarla, per tenere testa a quel Pichardo che non sa atterrare prima dei 17 metri e mezzo e per confermare che dietro quello lì, dietro al leader mondiale stagionale da 17,95 e ieri 17,50, il portoghese Pedro Pichardo, in Europa c’è Andrea Dallavalle (ieri 17,04, ma 17,28 lo scorso giugno agli Assoluti). L’argento del ragazzo di Piacenza, oltre a essere la seconda medaglia azzurra nel triplo maschile agli Europei dieci anni dopo Fabrizio Donato (campione a Helsinki 2012), è una specie di “oro meno meno” ed è bellissimo sebbene, almeno fino al terzo salto, gli appassionati italiani sperassero di vedere anche gli altri due italiani, Tobia Bocchi (poi quarto, come fu quarto agli Europei U.23 e a quelli indoor!) ed Emmanuel Ihemeje (nono), in lotta per un gradino del podio. Bronzo invece al francese Pontvianne, lo stesso al quale dopo la qualificazione ponevano una domanda soltanto: «Si può battere il portoghese Pichardo?»
NULLI. Ecco la risposta: no. A meno che non superi te stesso, le tue paure e giochi rischiando. Nella gara di ieri sette nulli solo al primo turno. Per Pichardo invece 17,05, poi appunto 17,50 prima di decidere che basta così, grazie. Gli italiani: Bocchi 16,79 al quinto, Ihemeje fuori dagli otto per cinque centimetri dall’altro portoghese Pereira.
Dallavalle invece 16,81 al terzo dopo due nulli e acciuffando quindi la “final eight”. Il 17,04 è figlio del penultimo salto, tanto per scavalcare il francese. Festa, tricolore e tutto il contorno. Si aggiungeranno anche il coach di Jacobs ed ex prestigioso collega di Dallavalle, Paolo Camossi, e Filippo Tortu, amico di tutta la combriccola del triplo.
DA EUGENE. «Sono contentissimo perché ero venuto qui per migliorare il quarto posto ai Mondiali di Eugene e mi sono rovinato la vita perché subito gravato da due nulli iniziali, di cui il secondo davvero lungo», il commento della fiamma gialla Andrea, figlio di una lunghista (Maria Cristina Bobbi) e di uno sprinter (Fabrizio Dallavalle), nonché fratello di un triplista (Lorenzo). A livello giovanile, di medaglie continentali
Andrea ne ha vinte quattro (un oro, due argenti e un bronzo).
«Sono riuscito a mettermi in una posizione comoda dopo essere uscito da una bella scomoda. Avrei potuto ottenere una misura migliore, forse nemmeno il primo posto era impossibile, visto che quel secondo nullo era davvero lungo. Ma in questi eventi è più importante il piazzamento».
INIZIO. Gara a parte, c’è un strada da seguire. «Secondo me è stato l’inizio di qualcosa di grande perché è la prima medaglia senior dopo averne sfiorata un’altra. Devo soltanto realizzare cosa stia succedendo, perché sono sempre stato abituato a vedere l’atletica dei grandi in tv. Nel complesso è stata una stagione importante. Cosa cambia adesso? Se entri in questa atletica e con buoni piazzamenti, cresce anche la consapevolezza di poter fare qualcosa di grande. Non avrò il talento di Pichardo o di altri, ma so lavorare. Con il mio allenatore Ennio Buttò ci stiamo allenando in vista di Parigi. Dove arriveremo - sorride ve lo sapremo dire più in là».
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