Quintana era dopato, ma non sarà sospeso
All’ultimo Tour, Nairo Quintana era stato inseguito e testato in maniera mirata. Non a caso i due prelievi di sangue essiccato in questione risalgono all’8 e al 13 luglio scorso, entrambe giornate campali per la Grande Boucle con gli arrivi in salita sulle Alpi, alla Planche des Belles Filles e al Col du Granon. Da quei campioni incriminati è emersa - come annunciato ieri in un comunicato firmato dall’UCI - la presenza di tramadolo e dei suoi due principali metaboliti. Da qui la squalifica dall’ultimo Tour (chiuso al sesto posto, a 16’33’’ dal vincitore Vingegaard), ma allo stesso tempo un colpo basso alla lotta al doping che tutto il mondo del ciclismo sta ormai portando avanti da anni nel nome della credibilità.
Il colombiano infatti non verrà sospeso e non dovrà restare lontano dalle corse, in quanto le infrazioni al divieto di utilizzo del tramadolo (sostanza proibita e non dopante) sono reati previsti dalle regole mediche dell’UCI, ma non costituiscono violazione del codice mondiale antidoping della Wada.
CORTOCIRCUITO. Un cortocircuito a tutti gli effetti che restituisce un pessimo esempio ai corridori e mette a nudo le falle nel sistema di chi dovrebbe controllare e punire. Quintana può fare ricorso al Tas entro 10 giorni, ma paradossalmente domani potrebbe trovarsi al via della Vuelta da Utrecht. La sua presenza è in forte dubbio: ci sarà un colloquio risolutivo con i dirigenti dell’Ar
kea-Samsic. Chi presiede la corsa spagnola ha già detto di non aver voce in capitolo nella decisione finale. Il farmaco in questione è il Contramal, però nel mirino c’è il tramadolo, l’oppioide sintetico usato come antidolorifico in ambito chirurgico e che per i corridori elimina del tutto il dolore nei momenti di maggior sforzo. Un utilizzo massiccio era stato riscontrato a partire dal 2010 e il Movimento per il ciclismo credibile (MPCC) aveva chiesto a lungo contromisure efficaci. L’UCI l’ha bandito soltanto dal marzo 2019 per «proteggere la sicurezza e la salute dei corridori alla luce degli effetti collaterali di questa sostanza», in grado di causare vertigini, sonnolenza e perdita di attenzione con conseguenze pericolosissime per il diretto interessato e tutto il resto del gruppo. Nelle sue linee guida regolamentari l’UCI reputa gli effetti collaterali come «incompatibili con il ciclismo competitivo in quanto mettono in pericolo la salute e gli altri concorrenti».
Quintana è arrivato secondo sul Granon (giorno del controllo bis) e quel sesto posto a Parigi era il suo miglior piazzamento al Tour in carriera. Perderà i premi guadagnati e i punti del ranking, nulla di più. Nonostante tutto sembra averla fatta franca.
Sostanza vietata dall’UCI, però per la Wada non è dopante