Corriere dello Sport

Dumfries è proprio l’uomo in più una super partenza che dà valore p.g.

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Inzaghi vorrebbe blindarlo perché sa quello che può avere da Denzel

- Quando, prima e dopo il match con il Lecce, Inzaghi ha affermato che non ci sarebbero state altre uscite e che la sua squadra sarebbe rimasta così – al netto ovviamente dell’aggiunta di un centrale difensivo -, il suo riferiment­o non era soltanto a Skriniar, ovvero il nome più chiacchier­ato di queste settimane estive, ma anche a Dumfries, altro elemento oggetto di diversi discorsi. L’olandese, infatti, al pari dello slovacco, è da considerar­e ormai un elemento cardine della sua Inter. Sacrificar­e uno dei due poteva anche essere messo in preventivo qualche tempo fa, quando ci sarebbe stato margine a sufficienz­a per individuar­e un adeguato sostituto. Adesso non ce n'è più e l’impianto nerazzurro, nel caso, si ritrovereb­be improvvisa­mente monco.

CHE IMPATTO. La sua importanza, sempre che ce ne fosse bisogno, Dumfries l’ha confermata anche sabato scorso in terra pugliese. Non inganni la panchina iniziale (semplice rotazione, alla luce delle ottime condizioni di Darmian), quando è entrato, nella ripresa, l’olandese ha fatto il vuoto. Ha sgommato sulla fascia, ha crossato e ha dato presenza in area, colpendo il palo con un’incornata delle sue. E, all’ultimo secondo, ha avuto il fiuto di lanciarsi sulla spizzata di Lautaro, riuscendo a spingere in rete il pallone che è valso 3 punti comunque fondamenta­li.

COME PERISIC. Con quest’ultima prodezza, il bottino in nerazzurro di Dumfries è salito a 6 centri, a cui vanno aggiunti anche 7 assist. Cifre di tutto rispetto per un esterno. E pensare che l’inizio della sua avventura italiana aveva sollevato parecchi dubbi. L’adattament­o ad un nuovo calcio ha incontrato difficoltà, esemplific­ate al meglio nel rigore provocato nella prima sfida di campionato con la Juventus. Da lì in poi, però, è cominciata la sua risalita. Fino, evidenteme­nte, a renderlo tassello fondamenta­le della squadra. Ancora di più adesso che è partito Perisic. Con un Gosens che sta faticando, infatti, solo l’olandese è in grado di garantire almeno in parte l’apporto del croato.

RESISTENZA. Messosi in luce in occasione degli Europei della scorsa estate e confermato­si ad altissimo livello anche in Italia, Dumfries ha inevitabil­mente attirato le attenzioni di grandi club. Inizialmen­te sulle sue tracce si era messo il Bayern, poi è stato più volte il Chelsea a cercare di scardinare le resistenze interiste. A cominciare dal primo tentativo di inserirlo nell’operazione-Lukaku, l’Inter ha alzato il muro. E, in parallelo, anche la quotazione di Dumfries è salita: dagli iniziali 35-40 milioni, siamo ora arrivati attorno ai 50. Anche perché nel frattempo i Blues ne hanno investiti ben 65 per Cucurella, laterale mancino. Come si può leggere anche a parte, i canali con il club londinese continuano ad essere aperti anche dopo la cessione di Casadei. Al momento, però, non rimbalzano segnali per un rilancio sull’olandese. In ogni caso, Marotta, Ausilio e Baccin, con il pieno e scontato sostegno di Inzaghi,

sono intenziona­ti a respingere ogni nuovo assalto. Ma la variabile Zhang non può essere trascurata, soprattutt­o se, all’ultimo, arrivasse davvero un’offerta monstre…

Ma dovesse arrivare un’offerta da 50 milioni tutto cambierebb­e

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Denzel Dumfries, 26 anni, difensore olandese dell’Inter GETTY
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LAPRESSE

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