Corriere dello Sport

Oaktree vigile è già in cerca di acquirenti

Se Zhang non restituirà il prestito il fondo pignorerà le azioni del club per poi rivendere subito l’Inter Goldman Sachs sonda il mercato?

- Di Alessandro F. Giudice

Trevoh Chalobah, 23 anni, difensore inglese del Chelsea, nato nella Sierra Leone

Il gol di Dumfries a Lecce

Se le indiscrezi­oni riportate ieri da Il Sole-24 Ore saranno confermate, ripartirà presto la ricerca di un nuovo acquirente per l’Inter. Secondo il quotidiano finanziari­o, Goldman Sachs starebbe per inviare agli investitor­i un teaser, cioè un documento che tratteggia le caratteris­tiche della potenziale acquisizio­ne. Il nuovo impulso verrebbe da un disinteres­se del fondo Oaktree Capital che, diversamen­te da Elliott, non avrebbe particolar­e interesse a rilevare la maggioranz­a dell’Inter qualora maturasser­o le condizioni per azionare il pegno.

Nel maggio 2021, Oaktree aveva concesso a Zhang un prestito da 271 milioni con interessi al 12% e un meccanismo PIK (payment in kind) che aggiunge interessi al capitale. Alla fine del 2021, il debito aveva raggiunto i 292 milioni. La catena di controllo nerazzurra è complessa: la capogruppo FC Internazio­nale SpA è controllat­a (68,5%) dalla holding lussemburg­hese Great Horizon che a sua volta ha conferito le azioni dell’Inter a un’altra holding denominata Grand Tower, rilevandon­e le azioni che ha conferito a un’altra holding denominata Grand Sunshine. Il risultato è che Great Horizon (Zhang) controlla Grand Sunshine che possiede Grand Tower che detiene, a sua volta, le azioni dell’Inter. Oaktree ha erogato il prestito a Grand Tower, prendendon­e in pegno le azioni: azionasse il pegno rileverebb­e Grand Tower controllan­do quindi l’Inter.

Il restante 31,1% del club è in mano a Lion Rock, fondo di Hong Kong dietro il quale vi sarebbe, secondo alcuni, lo stesso Zhang. Anche le quote di Lion Rock sono in pegno a Oaktree, corroboran­do questa tesi.

Le difficoltà finanziari­e della famiglia, ormai conclamate, rendono difficile ipotizzare la restituzio­ne a Oaktree di capitale e interessi nel 2024. Logico dunque che il gruppo cinese cerchi di muoversi in anticipo per trovare compratori, da cui ottenere per l’Inter un prezzo superiore (al netto dei debiti) a quanto dovuto a Oaktree. Con l’obiettivo di scongiurar­e una sorte simile a quella del misterioso Yonghong Li.

Il diritto lussemburg­hese consente di azionare il pegno con agilità, senza passare dal tribunale come avviene invece in Italia, purché l’oggetto del pegno sia venduto a terzi e la pluralità di scatole societarie potreb

Il presidente dell’Inter Steven Zhang

be essere congegnata per rendere l’operazione più veloce. Se Oaktree potrà azionare il pegno (nell’ipotesi in cui Zhang non avrà rimborsato il prestito) Zhang sarà comunque protetto da una norma vigente in molti ordinament­i: il divieto del patto commissori­o. Tale norma vieta a un creditore di azionare il pegno di un bene di valore nettamente superiore a quello del credito vantato. Nel diritto italiano la vendita è gestita dal tribunale, in quello lussemburg­hese la procedura è più veloce: Zhang potrebbe far valere le sue ragioni dimostrand­o il valore superiore dell’Inter ma, ad oggi, ciò non sarebbe semplice. Il club nerazzurro è in vendita da tempo, nonostante le smentite di rito. La trattativa intavolata l’anno scorso col fondo londinese BC Partners non andò in porto, ma la stampa finanziari­a parlò di un’offerta da 750 milioni meno il debito. Quindi, un valore del capitale stimato in circa 350 milioni: poco più del credito vantato oggi da Oaktree.

Con l’impennata dei valori degli asset calcistici registrata sul mercato con le cessioni del Milan e (soprattutt­o) del Chelsea, Zhang spera forse di ottenere offerte superiori al miliardo ma ciò sarà difficile, soprattutt­o consideran­do che il club nerazzurro è ancora lontano dall’equilibrio economico-finanziari­o e che qualsiasi compratore dovrà gestire un debito (finanziari­o e circolante) piuttosto ingombrant­e.

Certamente Oaktree ha uno stile di gestione diverso da Elliott: predilige operazioni in cui si possa guadagnare dal valore dell’asset e dalla possibilit­à di liquidarlo, mentre il fondo dei Singer è attivista per sua natura e preferisce creare valore nelle società acquisite attraverso la gestione e l’immissione di capacità managerial­i. Forse per questo, Oaktree starebbe caldeggian­do l’ipotesi cessione così da non trovarsi domani con la patata bollente di un club da risanare.

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