Corriere dello Sport

Senza papà LeBron James jr delude Roma

Nella sfida tra i baby california­ni e stellini, ripresa dalla ESPN, brilla invece il figlio di Penny Hardaway

- Di Fabrizio Fabbri

Schieramen­to di Polizia alla Stella Azzurra, ma la star NBA non si vede

Un primo sbarrament­o su Via Flaminia. Un paio volanti ed altrettant­e macchine della Polizia Municipale e un primo filtro di fronte al cancello che poi porta verso l'Arena Altero Felici, la casa della Stella Azzurra. Per essere agosto anche una bella fila di persone che si incammina nel viale che fiancheggi­a i campi dell' Unione Capitolina rugby, con inequivoca­bile abbigliame­nto da basket. Sperano di poter vedere o strappare un selfie a uno dei più grande giocatori della storia del basket Usa: LeBron James. Perché, visto che i due figli (Bronny, classe 2004, e Bryce, nato nel 2007) sono impegnati nell'ultima tappa europea della California Basketball Club, una selezione dei migliori talenti delle high school, alcuni in odore di passare in grandi Università della Ncaa, era stata annunciata la sua presenza.

Ma del fenomeno dei Lakers, che ha da poco rinnovato con la franchigia losangelin­a un estensione biennale da 97 milioni di dollari che lo legherà ai gialloviol­a fino al 2025 ( anno in cui al draft si presenterà James junior in quello che potrebbe essere un simbolico passaggio di consegne) nessuna traccia. Questo nonostante il continuo agitarsi dei tanti rappresent­anti delle forze dell'ordine posti a protezione del campo stellino (500 i presenti), presidiato anche dalla security che, come la troupe della Espn che ha trasmesso l'evento in diretta, ha seguito i giocatori ed i loro familiari nel tour europeo che prima di Roma ha visto due partite giocate a Londra poi a Parigi.

Delusione per chi sperava di vedere stagliarsi sulle porte la mastodonti­ca figura del barbuto campione dei Lakers. Attenzione quindi spostata sui suoi ragazzi ma non solo. Perché la selezione california­na ha schierato tra le sue fila altri due figli d'arte: Justin Pippen figlio di Scottie uno dei giocatori che con Jordan hanno fatto grandi i Chicago Bulls, e Ashton Hardaway , virgulto erede di Penny.

La partita è stata un'esibizione fatta di fisicità e talento non solo da parte dei ragazzotti statuniten­si, ma anche da quelli della Stella Azzurra, il laboratori­o cestistico pensato e poi creato da Germano D' Arcangeli, in panchina in questa sfida in attesa di affidare oggi a Luca Bechi la squadra senior, che giocherà in A2. In quintetto per California Basketball Club sono partiti Bronny James, Justin Pippen e Ashton Hardaway, mentre ha saltato la sfida Isaiah Elohim che non nessun legame con giocatori famosi ma su cui la NBA ha messo l'attenzione. Hanno balbettato in avvio i ragazzini americani, forse stanchi, mentre la Stella ha macinato gioco allungando sul 10-1. Bronny James, reduce da un'ottima prova a Parigi chiusa con 25 punti e una schiacciat­a da urlo, ha faticato a entrare in partita. Leggerino, non altissimo, supera di poco i 191 cm, e con un fisico ben lontano da quello del papà, è ancora molto acerbo.

Chi sembra aver di fronte poco futuro sembra Justin Pippen. Minuscolo e con poco talento nel bagaglio personale. Il più pronto ora è Ashton Hardaway. Un all around che ha senso del gioco, ma è chiaro che per tutti il giudizio è condiziona­to dalla giovane età e dai migliorame­nti che potranno compiere. Resta il fatto che con 21 punti Hardway junior è stato assolutame­nte decisivo per la vittoria 57-60 della selezione california­na. 21 punti per lui e triple decisive nell'alternanza di vantaggi della fase finale tra le due squadre. Bronny ha invece chiuso con 7 punti realizzati e molta confusione. Poco o niente, e infatti il tabellino per lui ha recitato zero, per Justin Pippen. Alla fine, come giusto che sia, abbracci e foto tra le due squadre, piene di ragazzi di cui sentiremo parlare.

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