Fratelli d’Italia doppio podio oltre le siepi
Pur sorpresi dal finale imperioso del finnico Raitanen, i due azzurri rilanciano la specialità dopo una corsa piena di emozioni Abdelwahed da Ostia all’argento assieme agli amici Zoghlami bronzo grazie alle lezioni del guru di Antibo
Fratelli d’Italia. Volano e rimbalzano via nella notte tedesca. Ahmed ha l’accento romanesco e un bel sorriso da cinema neorealista, Osama quello siculo e la battuta pronta. Abdelwahed medaglia d’argento, Zoghlami bronzo ed è tutta felicità da dispensare e distribuire in grandi sospiri. Sebbene l’oro del finlandese Topi Raitanen fosse ampiamente alla loro portata e, con esso, addirittura una storica e splendida tripletta azzurra.
SFIORATO. Sfiorato ma non sfiorito quel progetto di dominio. Ai 1200 metri - come pianificato - Osama e il gemello Ala si piazzano davanti a tutti come gli omini del biliardino. Ritmo, cominciano a creare spazi, di lì non si passa. Il finanziere Abdelwahed, di due anni più giovane (ventisei le primavere), resta al centro del gruppo e sembra tagliato fuori. Invece gli ultimi quattrocento fanno scatenare il ragazzo di Ostia che risale la fila, imitato però dal finlandese. È bagarre, Ala intanto scivola indietro fino alla settima posizione e, deluso e arrabbiato, tagliato il traguardo fuggirà via con nessuna voglia di parlare; Osama riesce a rimanere aggrappato al terzo gradino e finisce così. La sorpresa Raitanen chiude in 8’21”80, Abdelwahed fa 8’22”35, Zoghlami 8’23”44 e per i due azzurri rimane anche la soddisfazione di comandare le liste continentali del 2022. Rispettivamente con l’8’10”29 e l’8’11”00 ottenuti a giugno al Golden Gala, in una notte stellata per il mezzofondo italiano.
RITORNO. Nato a Roma da famiglia di origini egiziane, Ahmed aveva addirittura deciso di piantare tutto nel 2015. Un anno diciamo sabbatico, un trasferimento a Camerino per motivi di studio e i 3000 siepi da riprovare. «Ero lì proprio a rincorrere i gemelli - racconta - Era un sogno anche solo gareggiare con loro. Fino a migliorare giorno per giorno e a riuscire a sfidarli. Siamo cresciuti insieme e ora spero che siamo diventati noi l’esempio per tanti ragazzi».
«È un argento che significa tantissimo, non tanto per il risultato quanto per la strada che ho dovuto percorrere per arrivarci. In passato c’erano state delle incomprensioni con il mio allenatore storico Roberto Scalla.
Ho toccato il fondo, ma poi sono riuscito a riacquistare un rapporto per me fondamentale».
Fondamentali come i tanti amici di Ahmed Abdelwahed. «Sono venuti da Ostia, ma anche da Camerino. Va male o va bene, loro ci sono sempre e per questo li ringrazio, come ringrazio i miei tre fratelli. In particolare Ebrahim: corre anche lui, è classe 2006 e mi ha dato un grande aiuto». E il numero dei fratelli aumenta...
CERCHIO. «Avere questa bandiera sulle spalle mi dà i brividi» dice Osama, mostrando orgoglioso il tricolore con cui ha sfilato dopo la gara. Natali tunisini, a due anni però il trasferimento a Valderice (Trapani). E poi giù a studiare atletica da Gaspare Polizzi, lo storico coach di Totò Antibo diventato un secondo padre per lui e suo fratello. «Si chiude un cerchio, che è quello degli ultimi cinque o sei anni, ma non mi fermerò certo qui. L’obiettivo principale resta la crescita in vista di Olimpiadi ed Europei 2024».
Anche in questo caso lunga ma doverosa la lista delle dediche. «Da Polizzi, alla mia ragazza, a mio fratello stesso. Puntava anche lui a un traguardo importante e lo meritava».
Volano e rimbalzano gli azzurri sulle siepi dell’Olympiastadion. Due medaglie e tante storie da raccontare. Anzitutto fratelli.
Ahmed: «C’è tanta strada dietro» Osama: «Brividi con il Tricolore»