Corriere dello Sport

Il talento c’è tutto è soltanto in rodaggio

- Di Marco Evangelist­i

C’è nella Roma questa smania di normalità, questa pulsione di rendersi la vita facile. L’idea contro natura di avere diritto a una tranquilli­tà che non appartiene più neppure ai leoni nella savana. Nulla è facile, neppure nel campionato italiano spaccato in due, chi può e chi non può, chi si è gonfiato le rose in estate e chi ha prima di tutto provveduto a liquidare qualsiasi cosa trovasse acquirenti. Una voglia di leggerezza, un desiderio di semplifica­zione evidenteme­nte hanno colto la Roma nel corso del mercato interminab­ile che infatti ancora non è terminato, per fortuna di Mourinho. Ho preso Dybala, ho saldato il centrocamp­o, potrò stare sereno adesso? potrò aspettarmi di battere non dico tanto ma almeno la Cremonese con la danza suola e punta di Abraham, con un’irruzione di Zaniolo, con una trovata ingegnosa di Pellegrini? potrò godermi un pomeriggio di agosto sudando caldo e non freddo?

No, naturalmen­te. Non è concesso a nessuno e non è neppure nelle fibre muscolari e nervose della Roma. Non bastando il cedimento di Zio Tibia Wijnaldum, ventiquatt­r’ore più tardi arriva il tarlo nella spalla di Zaniolo. E così della sublime campagna estiva, con la perdita dell’acquisto più possente e della mancata cessione più caparbia, non resta che la metà. Naturalmen­te a cinque giorni dal primo contatto con la Juventus, in teoria una di quelle poche partite che nella Serie A di oggi spostano il mondo e tracciano i destini.

L’eccesso di semplicità complica terribilme­nte le cose e alla fine per uscire dalla ragnatela elastica con cui Alvini riempie orgogliosa­mente il campo ci vuole il colpo di testa in ogni senso dell’uomo volante Smalling, che la fa semplice sì ma come calcio comanda. Botta in porta e si ricomincia da sei punti. La distanza tra l’energia potenziale dell’attacco di Mourinho e la luce dei risultati fin qui ricavati sta nell’attuale incompatib­ilità tra i troppi galli che pretendono di cantare in proprio. Pellegrini, per esempio, comincia a lanciare acuti da spaccare i vetri una volta che Dybala si è appollaiat­o in panchina. Nulla di struttural­e: è questione di rodaggio. Con la scomparsa provvisori­a di Wijnaldum però si richiede d’urgenza un intervento di manutenzio­ne a centrocamp­o da parte di una proprietà che di sicuro non intende alzarsi dal tavolo su cui ha appena cominciato a puntare. Non è semplice, ma la vita non lo è mai e il calcio neppure.

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