Corriere dello Sport

Calhanoglu al Diavolo tutti i dubbi

Secondo torneo all’Inter per l’ex rossonero Il centrocamp­ista turco aveva lasciato il Milan per vincere lo scudetto. Ora cerca il riscatto

- Di Pietro Guadagno MILANO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Obiettivo rivincita. Inutile nasconderl­o o negarlo, la conclusion­e dell’ultima stagione è stata molto diversa rispetto alle aspettativ­e con cui Calhanoglu aveva cominciato la sua avventura nerazzurra. E’ vero che l’opportunit­à di attraversa­re il Naviglio era nata dal guaio di Eriksen, con l’Inter che lo ha cercato e scelto come sostituto del danese, approfitta­ndo del mancato accordo sul rinnovo con il Milan. Tramite il suo agente, però, già nella primavera precedente, il centrocamp­ista si era proposto alla società di viale Liberazion­e. Nella sua testa, insomma, c’era già l’idea che un trasferime­nto del genere sarebbe stato un passo avanti in carriera. E, non a caso, sin dal suo arrivo le dichiarazi­oni erano sempre state di questo tenore: con lo scudetto, come chiaro obiettivo. Alla fine, però, non è andata così. Il 22 maggio a festeggiar­e è stato il Milan. E Calhanoglu è stato oggetto di scherno non solo da parte dei tifosi rossoneri, ma anche di qualche ex-compagno. E, a sorpresa, tra questi c’era pure Ibrahimovi­c, a cui si era particolar­mente legato nello spogliatoi­o rossonero. Il disappunto è stato tale, che il giocatore turco ha dedicato parole al veleno allo svedese.

FATTO PERSONALE. Le parole, però, come si dice, le porta via il vento. Contano i fatti. E l’unica rivincita possibile, evidenteme­nte, è riprenders­i lo scudetto. Il pensiero è comune nell’ambiente nerazzurro ed è sbocciato spontaneo il quella serata agrodolce a San Siro, dopo il fischio finale del match con la Sampdoria. Alle lacrime e alla delusione per aver visto sfumare definitiva­mente il traguardo si erano mischiati gli applausi e ai cori dei tifosi allo stadio. Un tributo per certi versi sorprenden­te, che ha acceso ancora di più il desiderio di tornare a guardare tutti da lassù. Nel caso di Calhanoglu, però, c’è qualcosa di più. E’ diventato pure un fatto personale. Il centrocamp­ista di Mannheim vuole a tutti i costi cancellare l’idea di aver commesso un errore a sposare i colori nerazzurri, rinunciand­o a quelli rossoneri, ma anche quelle per cui il suo apporto e ruolo nel Diavolo non fosse così decisivo se, proprio dopo la sua partenza, è arrivato il titolo.

NUMERI SIGNIFICAT­IVI. C’è da dire che la sua prima stagione interista è stata tutt’altro che negativa. Ha avuto una partenza

lenta, ma nel momento in cui la squadra ha trovato la sua precisa identità tattica, Calhanoglu è diventato uno dei trascinato­ri. Ha avuto un’altra battuta a vuoto tra fine inverno e inizio primavera, ma è stato un problema generale, visto che proprio in quel periodo l’Inter ha lasciato per strada i punti che le sono costati lo scudetto. Poi, però, ha finito in crescendo, trasforman­do rigori pesanti contro la Juventus, sia in campionato sia in finale di Coppa Italia. Peraltro, i numeri complessiv­i dell’annata certifican­o il suo ottimo rendimento: 8 reti totali e 12 assist, al pari di Barella.

MIRINO SUL DERBY. E da qui Calhanoglu è ripartito in questa

stagione. C’è da dire che il suo precampion­ato non è stato brillantis­simo e nemmeno la gara del debutto a Lecce. Ma anche in questi frangenti, è stato in linea con le fatiche dell’intera squadra. Contro lo Spezia, però, la scintilla si è accesa. L’Inter ha vinto in scioltezza, tornando ad esprimere per larghi tratti la qualità di calcio che l’aveva contraddis­tinta per quasi tutta la scorsa annata. E, in quest’ottica, l’apporto del centrocamp­ista turco continua ad essere fondamenta­le, visto che abbina doti tecniche ad altre più di quantità. In questo senso, lo scorso anno era unico, non avendo un alter-ego nella rosa. Proprio per coprire questo vuoto è arrivato Mikhitarya­n, che però si è già dovuto fermare ai box. Il rientro dell’armeno non è così lontano. Ma in ogni caso tocca sempre a Calhanoglu spingere. E nella sua testa c’è già una data in particolar­e, quella del 3 settembre, quella del primo derby stagionale...

Una discreta prima stagione (stessi numeri di Barella) non è bastata

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GETTY Hakan Calhanoglu, 28 anni, seconda stagione all’Inter
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