Corriere dello Sport

Crippa: L’Italia mi ha dato una seconda vita

L’oro dei 10.000 si racconta: l’infanzia in Etiopia l’arrivo nel nostro Paese, la nuova famiglia, i successi nello sport

- Di Christian Marchetti MONACO

«Ho avuto la possibilit­à di un’esistenza normale, i miei genitori adottivi non mi hanno mai viziato e questo mi ha aiutato in pista»

«Per cosa vorrò essere ricordato quando smetterò? Per essere stato una brava persona, al di là delle medaglie». Del bastimento di parole scambiate con Yeman Crippa da domenica sera, queste sono le più forti e le più chiare. Non sono male nemmeno «Arrivo dopo nomi incredibil­i come Cova, Mei, Antibo. Ma adesso anch'io voglio fare la storia».

Tuttavia, proprio al di là delle medaglie, domenica notte Yeman si è poi messo davanti a una birra («Fuori dal periodo gare posso concederme­ne un paio a settimana, me l'ha detto anche il medico») e si è raccontato come poche altre volte gli è capitato. Luogo: Casa Italia. Compagnia: giornalist­i e prima di loro gli amici arrivati da Trento con la bionda Sofia. A lei è legato da due anni e a lei fa assaggiare i suoi buonissimi pizzoccher­i (garantisce lui, ma perché non fidarsi?)

ORO PURO. Al collo aveva ancora la medaglia d'oro che sfoggiava con naturalezz­a. «Il mio primo oro a livello senior. Forse ho creato un po’ troppa suspense sul finale, ma è stato più bello del previsto anche per questo. Avevo goduto a metà con il bronzo sui 5000 e non pensavo si potesse farlo così tanto per un oro. Solitament­e non mi godo abbastanza gli obiettivi perché poi devi confrontar­ti costanteme­nte con il livello mondiale».

La prima vera gioia, tuttavia, arrivò ben oltre lo sport, «quando lasciai Dessié, in Etiopia, e l'orfanotrof­io di Addis Abeba. Fui adottato (dalla famiglia Crippa allora a Milano, assieme ai cinque fratelli e due cugini; ndr), mi fu concessa una seconda vita e mi venne data la possibilit­à di condurre un'esistenza normale. Arrivato in Italia, vedevo i miei compagni di scuola che avevano tutto. I miei genitori ci diedero tutto, ma senza mai viziarci. Ci siamo passati i vestiti e ci siamo meritati quello che poi è arrivato. Questo

mi ha aiutato moltissimo nello sport».

AFRICA. Yeman torna spesso in Africa per allenarsi. In Kenya, non in Etiopia, ma il passato comunque riaffiora. «Non ricordo i miei genitori naturali, morti per una malattia infettiva. Per il resto ricordo tutto anche se avevo solo cinque anni. Vedo ancora quei bambini piccolissi­mi per strada e ritrovo me stesso. In Europa certe cose non possono essere comprese».

Quando parla invece con gli atleti africani, «chiedo loro informazio­ni sulle tecniche d'allenament­o e non ci si capisce molto. La loro forza probabilme­nte è proprio questa: l'incoscienz­a e la spontaneit­à».

«In Africa vedo i bimbi per strada e ritrovo me stesso Ricordo tutto»

MARATONA. Ancora: le lacrime da ragazzino per le sconfitte dell'amata Inter, poi le arrabbiatu­re di quando era la sua squadra a perdere. «Giocavo a centrocamp­o, poi terzino e correvo ovunque. Gli altri non lo facevano...».

Con l'atletica sono arrivati anche il tecnico Massimo Pegoretti e i record italiani su 3000, 5000 e 10000. Quanto alla strada, il primato europeo nella 5 km e l'abbattimen­to dello storico muro dell'ora (59'26") per un azzurro nella mezza maratona. «Ho senti

to il direttore tecnico La Torre dire che mi vorrebbe ancora per molto tempo in pista, ma assieme al mio allenatore ho già deciso che in primavera proveremo una maratona. Più in là vedremo quale. Secondo me sono più portato per la strada che per la pista, ma i 10.000 non li mollerò».

STORIA. È tardi, è la fine di un Europeo intenso, ma gli occhi di Crippa sono ancora spiritati. Ed è un fuoco di fila di date: «Sabato ho una 8 km al Giro delle Mura di Feltre e il 30 sarò a Rovereto, dove voglio scendere sotto i tredici minuti sui 5000. Intorno al 10 settembre, vacanza con Sofia ma non so ancora se in Spagna o in Madagascar. E mi toccherà allenarmi anche lì, visto che il 1° ottobre ho una gara a Trento».

«Il futuro? Non mollerò i 10.000 ma mi vedo bene nella maratona»

COPERTINA. Irrompe il presidente federale, e appunto uno degli eroi azzurri sui 10000, Stefano Mei: «Yeman è il nostro uomo copertina!» Sì, ma forse toccherà anche farlo riposare un po’. Aumentiamo almeno a tre le birre?

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Sono tre i podi europei di Crippa: l’oro nei 10.000 e il bronzo nei 5.000 si aggiungono al bronzo nei 10.000 di Berlino 2018
GETTY 3 podi Sono tre i podi europei di Crippa: l’oro nei 10.000 e il bronzo nei 5.000 si aggiungono al bronzo nei 10.000 di Berlino 2018
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