Corriere dello Sport

Fontecchio e Melli leader Ma occhio alla difesa

Scopriamo cosa funziona e cosa no nella Nazionale

- Di Andrea Barocci

I due azzurri uomini chiave di una squadra cui piace correre e che fa ancora fatica a chiudere le penetrazio­ni degli avversari

Dopo le quattro amichevoli disputate in questo caldissimo agosto, la Nazionale si rituffa nel clima agonistico: domani e sabato le partite valide per le qualificaz­ioni mondiali contro Ucraina e Georgia, dal 2 settembre il grande appuntamen­to con gli Europei che comincerà a Milano.

A che punto è il rodaggio degli azzurri? Scopriamol­o assieme

COSA FUNZIONA. È in contropied­e e in transizion­e che l’Italia riesce a dare meglio di sé. Spissu è il play ideale per giocare in velocità, avendo la possibilit­à di contare sulle straordina­rie dote atletiche di Fontecchio. Quest’ultimo e Melli sono gli elementi chiave e indispensa­bili per il basket voluto dal ct Pozzecco. Melli non solo difende su gente più alta e grossa di lui (e sarà costretto a farlo praticamen­te ad ogni partita...), come è accaduto contro Jokic, clamoroso centro serbo alto 2,11 per 129 kg; prende rimbalzi, anticipa, e spesso porta persino palla per superare la metà campo. Fontecchio, prossimo a vestire la maglia di Utah, sa crearsi il tiro da solo, è una macchina da tre punti e, lanciato velocità, è inarrestab­ile.

L’Italia inoltre può contare su più di un tiratore da tre: Spissu, Mannion, Fontecchio, Ricci, con capitano Datome unico vero specialist­a. Non è poco.

L’altro aspetto che piace è lo spirito di squadra nato con la gestione Sacchetti, e che Pozzecco è stato bravo a cementare: nessuna superstar, nessun atteggiasc­hierare mento sbagliato, una predisposi­zione da parte di tutti ad aiutarsi in ogni parte del campo.

COSA NON FUNZIONA.

Ma questa predisposi­zione agli aiuti per il momento non riesce a nascondere il fatto che la difesa sia il vero tallone d’Achille degli azzurri, come dimostrano i 100 punti (contro 68) presi nella seconda amichevole contro la Francia e 90 subiti dalla Serbia. Non è solo il problema, peraltro evidente, di reggere l’urto dei centri avversari senza poter un vero pivot: spesso le guardie vengono saltate dai diretti avversari, lasciando comode penetrazio­ni che si concludono o con un’entrata in sottomano o con un assist sotto canestro.

Non potendo contare su un centrone a cui dare la palla in area, è ovvio che in attacco, se non si riesce a correre, la pressione finisce tutta sugli esterni. E se il tiro da tre non entra, la situazione si complica ancora di più.

IN CRESCITA. Le buone notizie però ci sono anche a livello individual­e. Tonut ad esempio sta dando un contributo notevole, con quelle personalit­à e sicurezza che in Nazionale a volte gli erano venute meno. Mannion poi, raccoglien­do i frutti del lavoro svolto in palestra in Usa a luglio, ha aumentato la sua massa muscolare, tanto da apparire non solo quello dei Giochi di Tokyo, ma addirittur­a un giocatore migliore: più forte nelle gambe, più sicuro nelle triple. Segnali positivi pure da Ricci dopo una stagione non certo brillante.

In tanti pericolosi da 3 punti. Mannion e Tonut in crescita Pajola è indietro

IN CALO. Purtroppo l’ottimo Pajola, play del quale è impossibil­e non essere innamorati, sembra non riuscire ad uscire dal cono d’ombra nel quale è rimasto per quasi tutto lo scorso campionato: le sue straordina­rie capacità difensive per ora ancora non si sono viste, come se soffrisse di un calo di energia.

Gallinari e Datome? Per motivi diversi Pozzecco non ha potuto averli al meglio. Ma sono entrambi delle certezze, e non deluderann­o.

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CIAMILLO Nicolò Melli, 31 anni, e Simone Fontecchio (26)

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