Fontecchio e Melli leader Ma occhio alla difesa
Scopriamo cosa funziona e cosa no nella Nazionale
I due azzurri uomini chiave di una squadra cui piace correre e che fa ancora fatica a chiudere le penetrazioni degli avversari
Dopo le quattro amichevoli disputate in questo caldissimo agosto, la Nazionale si rituffa nel clima agonistico: domani e sabato le partite valide per le qualificazioni mondiali contro Ucraina e Georgia, dal 2 settembre il grande appuntamento con gli Europei che comincerà a Milano.
A che punto è il rodaggio degli azzurri? Scopriamolo assieme
COSA FUNZIONA. È in contropiede e in transizione che l’Italia riesce a dare meglio di sé. Spissu è il play ideale per giocare in velocità, avendo la possibilità di contare sulle straordinarie dote atletiche di Fontecchio. Quest’ultimo e Melli sono gli elementi chiave e indispensabili per il basket voluto dal ct Pozzecco. Melli non solo difende su gente più alta e grossa di lui (e sarà costretto a farlo praticamente ad ogni partita...), come è accaduto contro Jokic, clamoroso centro serbo alto 2,11 per 129 kg; prende rimbalzi, anticipa, e spesso porta persino palla per superare la metà campo. Fontecchio, prossimo a vestire la maglia di Utah, sa crearsi il tiro da solo, è una macchina da tre punti e, lanciato velocità, è inarrestabile.
L’Italia inoltre può contare su più di un tiratore da tre: Spissu, Mannion, Fontecchio, Ricci, con capitano Datome unico vero specialista. Non è poco.
L’altro aspetto che piace è lo spirito di squadra nato con la gestione Sacchetti, e che Pozzecco è stato bravo a cementare: nessuna superstar, nessun atteggiaschierare mento sbagliato, una predisposizione da parte di tutti ad aiutarsi in ogni parte del campo.
COSA NON FUNZIONA.
Ma questa predisposizione agli aiuti per il momento non riesce a nascondere il fatto che la difesa sia il vero tallone d’Achille degli azzurri, come dimostrano i 100 punti (contro 68) presi nella seconda amichevole contro la Francia e 90 subiti dalla Serbia. Non è solo il problema, peraltro evidente, di reggere l’urto dei centri avversari senza poter un vero pivot: spesso le guardie vengono saltate dai diretti avversari, lasciando comode penetrazioni che si concludono o con un’entrata in sottomano o con un assist sotto canestro.
Non potendo contare su un centrone a cui dare la palla in area, è ovvio che in attacco, se non si riesce a correre, la pressione finisce tutta sugli esterni. E se il tiro da tre non entra, la situazione si complica ancora di più.
IN CRESCITA. Le buone notizie però ci sono anche a livello individuale. Tonut ad esempio sta dando un contributo notevole, con quelle personalità e sicurezza che in Nazionale a volte gli erano venute meno. Mannion poi, raccogliendo i frutti del lavoro svolto in palestra in Usa a luglio, ha aumentato la sua massa muscolare, tanto da apparire non solo quello dei Giochi di Tokyo, ma addirittura un giocatore migliore: più forte nelle gambe, più sicuro nelle triple. Segnali positivi pure da Ricci dopo una stagione non certo brillante.
In tanti pericolosi da 3 punti. Mannion e Tonut in crescita Pajola è indietro
IN CALO. Purtroppo l’ottimo Pajola, play del quale è impossibile non essere innamorati, sembra non riuscire ad uscire dal cono d’ombra nel quale è rimasto per quasi tutto lo scorso campionato: le sue straordinarie capacità difensive per ora ancora non si sono viste, come se soffrisse di un calo di energia.
Gallinari e Datome? Per motivi diversi Pozzecco non ha potuto averli al meglio. Ma sono entrambi delle certezze, e non deluderanno.