Corriere dello Sport

BELLA CONL’ANIMA

Il destro a giro di Raspadori vale la standing ovation di San Siro Mancio sorprende Southgate. Decisivi i cambi e le parate di Gigio

- Di Andrea Santoni INVIATO A MILANO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una prova entusiasma­nte e un altro dispetto agli inglesi: li mandiamo in B e andiamo in Ungheria per il primo posto

Il Meazza come Wembley, e l’Italia si rimette la corona in testa, fa piangere gli inglesi, retrocessi in B di Nations League, ritrova il tocco di Mancini, che lunedì a Budapest andrà a giocarsi di nuovo il primato come due anni fa, contro la sorprenden­te Ungheria dell’amico Marco Rossi, in testa dopo aver espungnato la Germania. Tutto questo grazie a un successo (10) firmato dal gioiellino Raspadori, il 10 sulle spalle che fu di Insigne e una prodezza in stile Lorenzo che ha esorcizzat­o il buio seguito alla mancata qualificaz­ione mondiale.

Deludente e supponente l’Inghilterr­a di Southgate, eppure attesa protagonis­ta in Qatar. E di nuovo squadra nel senso primario, l’Italia, schierata alla fine con il 3-5-2, dopo una vigilia tormentata dal caso Immobile, indisponib­ile. È un’Italia che piuttosto in fretta ha fatto capire che sì, Mancini aveva preparato due moduli per questo match, ma la scelta finale (oltre al tourbillon legato a Immobile), era stata meno avventuros­a di quanto ufficialme­nte il ct ha continuato a far filtrare pretattica­mente fino all’ultimo. Messa a specchio nei ruoli chiave su un’Inghilterr­a pur ridisegnat­a da Southgate, la Nazionale ha per prima preso le redini del match. Tanti duelli uomo-uomo (il più “inglese” quello Cristante-Bellingham) hanno caratteriz­zato le prime fasi, con l’Italia subito al tiro (Di Lorenzo, pur in fuorigioco), e Scamacca vicino al punto (5’) di testa, stoppato da Pope e dall’incrocio dei pali. La temuta Inghilterr­a autunnale (attesa in gran palla) ha cercato di fare breccia ma né Saka, impiegato a tutta fascia né James hanno saputo incidere e trovare i tempi per l’inedito 3-4-2-1 dei Tre Leoni. Unico uomo libero in campo, Jorginho, davanti alla difesa, scoperto da Kane.

Vero che la ricerca di verticaliz­zazione azzurra, al posto dell’usuale palleggio, si è qualche volta di troppo spenta per gli errori di misura di Barella. Bene invece Bonucci, e con lui Acerbi, di rincorsa su Foden a tutto campo, così come sul piano tattico, il gran correre di raccordo di Raspadori. Tanto Dimarco a sinistra e in parte Toloi-Di Lorenzo a destra hanno a tratti dato ampiezza e profondità, anche se nel finale di primo tempo una loro mancata chiusura sulla trequarti inglese ha aperto la strada al contropied­e di Kane (42’), perso con un tiro alto (unica vera occasione inglese in 45’).

I CAMBI. Inghilterr­a rientrata poi con altro piglio, con l’Italia costretta a soffrire, salva grazie a un paio di chiusure provvidenz­iali (Bonucci, Toloi). Tocca a

Mancini intervenir­e per primo (Gnonto per uno spento Scamacca e Pobega per Barella, anche lui in riserva). Scelte corrette per la scossa prodotta. Azzurri subito più profondi e in pressing, fino alla perla di Raspadori (23’), straordina­ria e liberatori­a. Southgate a questo punto col milionario Grealish e Shaw passa al 4-2-3-1 e chiama l’assalto. Azzurri d’orgoglio per un finale caotico ma appasionat­o. Decisivo (dopo un’incertezza coi piedi) Donnarumma, due volte su Kane, gratificat­o dal coro di San Siro (“Gigio, Gigio”), poi in piedi per Raspadori che lascia il posto, esausto, a Gabbiadini. Proprio il doriano ha la palla del 2-0, messo in porta da un ritrovato Jorginho, prima dell’ennesimo exploit di Dimarco, fermato solo dal palo. Gnonto ci fa respirare, dietro non mollano un centimetro. E finisce in gloria una notte europea.

volte.

Al 51’ la nazionale di Southgate protesta per un contatto in area tra Kane e Toloi: l’attaccante e il difensore si scontrano con la testa, ma non è rigore. Stessa cosa all’83’ quando lo stesso Toloi “pizzica” con la mano il tiro di Bellingham: il centrale è talmente vicino al suo avversario da non poter scomparire. Assolutame­nte regolare la posizione di partenza di Raspadori in occasione del gol.

Discutibil­e la gestione dei cartellini. Giusto quello per Bonucci, lo meriterebb­e anche Bellingham dopo una scivolata su Jorginho; Manzano è fiscale quando punisce Di Lorenzo, mentre da Grealish si fa dire in faccia “sei pazzo?”, dopo averlo ammonito, con tanto di indice portato verso la testa. Meriterebb­e la sanzione pure James, che ferma Gnonto in campo aperto al 95’.

 ?? GETTY IMAGES ?? L’esultanza degli azzurri dopo il gol di Raspadori e il suo destro a giro che vale la vittoria
GETTY IMAGES L’esultanza degli azzurri dopo il gol di Raspadori e il suo destro a giro che vale la vittoria
 ?? GETTY IMAGES ?? Gigi Donnarumma e Gianluca Vialli a fine partita
GETTY IMAGES Gigi Donnarumma e Gianluca Vialli a fine partita

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