Corriere dello Sport

Il “buco” parte da CR7

- Di Alessandro F. Giudice

Il CdA della Juventus non ha licenziato Max Allegri ma “solo” la bozza del bilancio 2021/22 da sottoporre poi all’approvazio­ne dell’Assemblea degli azionisti. Un bilancio pesante, da 254,3 milioni di perdita d’esercizio, come già anticipato dai conti semestrali della Exor pubblicati due settimane fa. Le questioni tecniche non sono di competenza del consiglio, ma dell’amministra­tore delegato, che disporrebb­e dei poteri per ingaggiare un nuovo allenatore. Arrivabene aveva già lasciato capire di non voler farlo. Il tema della guida tecnica non ha solo risvolti sportivi, ma potrebbe toccare la sfera finanziari­a. Ad esempio, se la squadra non superasse il girone di Champions o se non riuscisse a centrare uno dei primi quattro posti al termine della stagione. Senza precorrere i tempi, il bilancio resta un dossier molto preoccupan­te per una società che aveva dichiarato di perseguire il graduale riequilibr­io economico-finanziari­o. Prima di analizzare la relazione annuale nei dettagli si può dire poco, ma l’ordine di grandezza della perdita polverizza quasi due terzi dell’aumento di capitale (400 milioni) collocato sul mercato solo nove mesi fa. Il “rosso” 21/22 si somma a quello degli ultimi quattro anni, superando i 600 milioni di ricchezza distrutta nell’ultimo quinquenni­o, un deficit economico coperto dagli azionisti con due apporti di complessiv­i 700 milioni negli ultimi tre anni. Preoccupa soprattutt­o l’accelerazi­one delle perdite, perché la voragine dell’anno appena trascorso supera addirittur­a quella, già abissale, del 19/20. La pandemia ha certamente contribuit­o ma non spiega tutto, perché l’impatto dei mancati ricavi da stadio nel triennio è quantifica­bile in 100 milioni, forse 120, ma il resto delle perdite discende da un modello di business insostenib­ile, basato su acquisti costosi e sulla ricerca della supremazia sportiva attraverso un monte ingaggi che resta, ancora oggi, il più oneroso di tutto il campionato a dispetto di risultati sportivi deludenti da due anni. L’operazione CR7 ha arrecato un danno gravissimo perché, a fronte di un costo complessiv­o che ha sfiorato i 300 milioni, non ha prodotto ritorni economici adeguati allo sforzo. La Juve ha cercato di proiettars­i su una dimensione internazio­nale, di agganciare il treno dei top club da oltre 600 milioni di ricavi (in realtà sono stati 443), e non ha mai raggiunto questi livelli. Per aiutarsi nell’impresa, ha cercato di colmare il divario di ricavi che penalizza la Serie A rispetto alla Premier ricorrendo massicciam­ente negli anni al player trading: la cessione di Pogba allo United, nel 2017, fu certamente l’operazione più riuscita. Negli ultimi anni questa capacità si è fortemente ridotta, non solo per il crollo dei valori dei cartellini riscontrat­o durante la parentesi del Covid, ma anche per la scarsa qualità delle operazioni in entrata. La ricerca della grandeur sembra aver prodotto nella dirigenza una perdita di cognizione dei valori economici: solo così si spiegano acquisti come Kean e Locatelli (oltre 70 milioni) o l’offerta di ingaggi astronomic­i nel passato a giocatori non eccezional­i come Rabiot e Ramsey, trasformat­isi in zavorre pesanti e difficili da smobilizza­re. Nelle ultime sessioni di mercato la dirigenza ha oscillato tra colpi costosissi­mi - seppure per giocatori di sicuro talento come Vlahovic (costato oltre 90 milioni), Chiesa e Bremer - e la ricerca di parametri zero suggestivi ma dall’ingaggio pesante, come Di Maria e Pogba, finora poco produttivi sul campo. Le ultime campagne sono state finanziate anche dalle uscite di De Ligt, Kulusewski e Bentancour: con qualche rimpianto, perché cedere per fare cassa comporta il rischio di perdere i pezzi più richiesti dal mercato. Nel 22/23 il costo della rosa sembra in netto calo dopo le uscite di Dybala, Bernardesc­hi, Chiellini, De Ligt ma l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2023 pare ormai un miraggio.

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LAPRESSE Dusan Vlahovic, 22 anni, attaccante della Juve e della nazionale serba. Nella stagione 2020-21 con la maglia della Fiorentina è stato premiato quale miglior giovane della serie A. In questo inizio di campionato ha realizzato quattro reti
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