Corriere dello Sport

L’azzurro più tenebroso? Quello di Germania 1974

- Il punto d’incontro quotidiano tra un grande giornalist­a e i lettori del Corriere dello Sport-Stadio di Italo Cucci

Caro Italo, la deprimente vigilia di Italia-Inghilterr­a (scrivo prima della partita il cui risultato non ci cambierà la vita) mi ha fatto pensare che questo momento sia, se non il peggiore, uno dei più tristi del calcio azzurro. Non qualifican­doci per il mondiale con la squadra campione d’Europa ci eravamo tutti convinti che servisse rinnovarsi. Lo stesso Mancini, che ci aveva condotto nell’impresa e ci aveva dato un gioco nuovo per i nostri canoni calcistici, aveva pensato all’addio. Nell’interesse della Nazionale. Eppure è storia che dopo un trionfo, per noi c’è stata sempre una delusione. Secondi a Messico 70, fuori nel girone a Germania 74. Splendidi nel 78, terzi a euro 80 e campioni nel 82. Fuori nei quarti nell’86, terzi e secondi nel 90/94. Campioni nel 2006, ridicoli nel 2010 e nel 2014. Campioni d’Europa nel 2021, fuori nel 2022 come nel 2018. Insomma, direi che serve cambiare, anche mentalment­e, dopo un grande traguardo, e avere coraggio di investire sui giovani. Si va incontro a delusioni? Fanno parte del gioco... In Francia è pieno di giovani e la nazionale è quella. In Inghilterr­a li fanno giocare. Vincono meno, ma è un piacere vederli... Mah... Mi tolga una curiosità: nei suoi anni azzurri ha visto di peggio? Vincenzo Giorgiano,

Roma, hotmail.it

Me lo son chiesto anch’io, in questi giorni, dopo aver visto il mio amico Mancio esibire una grinta disperata, con quella barbina bianca da disoccupat­o trasandato. E ho rifatto mentalment­e il lungo viaggio cominciato - profession­almente - nel 1962, Mundial del Cile: doveva essere l’occasione di una sicura rinascita dopo il doloroso forfait da Svezia ‘58 ma fu un disastro; me ne parlò, afflitto, al ritorno, Giacomino Bulgarelli, debuttante azzurro, scandalizz­ato dalle violenze impunite post@corsport.it italocu39@me.com 2018 e 2022, due volte esclusi dal Mondiale. C’è stato di peggio in oltre mezzo secolo di Nazionale?

di Lionel Sanchez: una scusa buona, ne ebbi la conferma da Jorge Toro quando dopo un giro alla Samp approdò a Modena, amatissimo, mentre il Milan dovette rinunciare al killer cileno.

Non ti dico il ‘66: doveva essere il mio primo Mondiale “in presenza”, la Corea mi lasciò a casa. Fantastico il ‘70 messicano, nonostante il finale amaro: Italia-Germania 4-3 l’ho ancora nel cuore. Germania ‘74, una pena infinita, avevamo i giocatori più forti del mondo, il naufragio fu dolorosiss­imo, Arpino si tolse dall’anima “Azzurro tenebra”. Sì, credo che sia stato il nostro peggior Mondiale, esibizione di puro disfattism­o italico nato dentro la Nazionale, non fuori, con il tradimento di campioni affermati come Rivera, Mazzola, Chinaglia, Anastasi, oserei dire Riva anche se Gigi si tenne fuori dalle beghe dei compagni separati più dalle divergenze dei dirigenti che dalle gelosie denunciate ai critici. Baires ‘78, Italia bella, bellissima, ingenua e sfortunata. Spagna

‘82, non ho più parole, gioia totale. Messico ‘86, mi sono aggrappato a Maradona e ho vissuto un’esperienza indimentic­abile, una storia d’amore che mi fece tradire la sconsolata truppa del mio amico Bearzot. A Italia ‘90 proprio Diego mi ferì, spegnendo gli sguardi infuocati di Schillaci e il canto di Gianna Nannini e Edoardo Bennato che ci avevano illuso di esser vincitori nati. Li sento ancora, “Notti magiche / inseguendo un gol/ sotto il cielo/ di un’estate italiana…”, poi furono lacrime napoletane. USA ‘94, ci ho creduto fino in fondo, pazienza… Francia ‘98, Baggio e Bobo meritavano di più, mi consolai con le vittorie di Pantani. Corea-Giappone 2002, un bel viaggio, una Nazionale incompiuta e l’arbitro Moreno, non voglio ricordare l’acquasanta e i veleni coreani, solo una rara sosta esotica nell’isola di Jeju con la Cina del carissimo Bora Milutinovi­c, già compagno di avventure in Messico ‘86 e Usa ‘94. E finalmente Germania 2006, un’Italia coraggiosa e compatta, orgoglio della sua gente che invece la credeva finita; il cielo è sempre azzurro sopra Berlino. E il Sudafrica 2010, ho chiuso male - con Lippi che imitò Bearzot il riconoscen­te - ma non stupito. Me l’aspettavo. In compenso - come dicono dalle mie parti - a io vest un bel mond…

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Roby Baggio super presente: 90-94-98

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