Fiorentina sei italiani in scadenza
È una squadra made in Italy ma rischia di perdere i pezzi Da Terracciano a Bonaventura per mantenere una buona quota nazionale bisogna sbrigarsi
C’è un motivo preciso se uno dei primi posti che Rocco Commisso scelse di visitare nel 2019, quando acquistò la Fiorentina, era stato il centro tecnico di Coverciano ed è il fatto che il tycoon, pur cresciuto e consacrato professionalmente in America, si è sempre sentito più che mai italiano. Normale, dunque, che anche nella sua avventura a Firenze mister Mediacom abbia cercato di riverberare l’attaccamento alla propria terra natale puntando su un numero più alto del solito di azzurri (i viola sono la quinta società di A in tal senso) tanto in prima squadra quanto nel settore giovanile (dove il 92% dei tesserati è costituito da italiani). Tutte risorse che potessero presto o tardi trasformarsi in serbatoio per la Nazionale. Un esperimento fino ad oggi riuscito solo a metà, come dimostrano le recenti convocazioni dell’Italia maggiore e dell’Under-21, dove a dispetto dei propositi non è stato selezionato alcun giocatore della Fiorentina.
SEI AL LIMITE. «È solo una fase» si sussurra dal quartier generale viola e in effetti niente porta a pensare che non sia così (Castrovilli, ai box da aprile, resta un campione d’Europa). Sta di fatto che oltre alla riflessione che la società dovrà fare sulle lacune della rosa in avvicinamento al mercato di gennaio, ci sarà anche quella legata ai prossimi contratti in scadenza, buona parte dei quali chiama in causa proprio calciatori di nazionalità italiana: nel prossimo giugno è infatti previsto il termine degli accordi con sei giocatori “azzurri” (quasi il 50% degli italiani in squadra) ovvero Terracciano, Venuti, Bonaventura, Saponara e Cerofolini oltre a Gollini, il quale tuttavia è in prestito e subirà una valutazione specifica al termine della stagione.
TEMPI LUNGHI. Un lungo elenco, dunque, che la Fiorentina sta già provando da questa estate a scremare, con l’obiettivo di non arrivare a fine campionato con l’acqua alla gola. Ma se per gli “esperti” Bonaventura e Saponara la sensazione è che ogni discorso sarà affrontato a maggio, per Terracciano e Venuti la speranza del club è quella di chiudere in tempi brevi anche se, almeno per il portiere, i primi approcci di luglio non sono andati bene. Più facile invece la questione relativa al terzino, che non ha mai fatto mistero di aver sempre messo la maglia viola in cima alle sue priorità (per questioni affettive) e sul quale l’area tecnica (per motivi di lista) pare orientata a insistere.
SGUARDO OLTRE. Finita qui? Non proprio. Visto che al di là dei casi spinosi legati agli elementi in scadenza nel 2023 (ai nomi già fatti va aggiunto anche quello di Barak, che tuttavia sarà riscattato dal Verona), la Fiorentina dovrà provare a bruciare i tempi anche per i calciatori con il contratto che terminerà nel 2024: una lista dove anche in questo caso figurano molti italiani, tra i quali il capitano (Biraghi), un fuori rosa (Benassi), un giocatore rimasto all’ultimo tuffo a Firenze (Ranieri) e quel Castrovilli per il quale il prolungamento, prima del grave ko di cinque mesi fa, era già pronto (tra 15 mesi scadranno anche gli accordi di Amrabat, Duncan, Jovic, Kouame, Zurkowski, Terzic e Igor, che però ha un’opzione fino al 2025).
E ci sono pure i contratti del 2024 fra cui Amrabat e Castrovilli
BABY FIRMA. Chi invece può dormire sonni tranquilli è il settore giovanile dove (sempre a proposito di italiani) in estate sono stati portati a termine dieci rinnovi, gran parte dei quali erano primi contratti da professionisti: è stato il caso di Agostinelli e Gentile (ora in prestito), Distefano, Favasuli, Romani, Sadotti, Kayode, Capasso, Bianco e Braschi. Il "made in Italy" si costruisce anche così.