Raspadori più Gnonto per graffiare l’Ungheria
Mancini ha capito come poter dare scacco matto e conquistare la Final Four della Nations League: ecco il piano
Attacco tascabile Scamacca in panchina («Deve dare di più») Gioca Bastoni
Doveva essere la finestra azzurra del ritorno di Immobile, è diventata quella di Giacomo Raspadori, intorno al quale Mancini sta provando a ritrovare risultati che aiutino tutto l’ambiente azzurro a superare le strette del prossimo Mondiale, che noi guarderemo senza possibilità di fare alcunché. Così stasera, alla Puskas Arena, contro la sorprendente Ungheria di Marco Rossi, il ct presenterà un’Italia ancora sistemata sulla falsariga del 3-5-2 varato al Meazza dopo tutte le soppesate tattiche possibili a Coverciano e risultato comunque un piano B produttivo. Stavolta però le due punte davanti avranno caratteristiche diverse rispetto alla sfida contro l’Inghilterra. Mancini infatti dovrebbe lanciare, con Giacomino, il prode Gnonto. Una coppia guizzante ancorché tascabile, con Scamacca in panchina. La prova dell’ex
Sassuolo a San Siro non è che lo abbia convinto. E non lo ha nascosto: «Gli deve scattare qualcosa. Lui ha grandi qualità ma deve dare di più» il telegramma inviato al centravanti passato al West Ham. Ma non c’è solo questo. La verità è che l’unica sconfitta degli ungheresi è maturata a Cesena a giugno, quando l’Italia, ancora schierata col 4-3-3, trovò spazi e sorpresa grazie a Politano, Gnonto e Raspadori. Senza il napoletano e con il nuovo assetto, resta valida nella mente del ct, l’opzione brevilinea per cercare di sorprendere nuovamente gli ungheresi: «L’Ungheria ha lo stesso sistema di gioco degli inglesi (3-4-2-1, ndi), hanno la stessa fisicità. Dovremo essere veloci e più aggressivi rispetto all’Inghilterra. Dovremo giocare con tranquillità, senza sentire la pressione e non farci prendere dal panico. Rispetto a Milano insomma mi aspetto la stessa qualità ma la capacità di sfruttare di più le occasioni. Dovremo essere più offensivi».
POCO TURN OVER. Il turn over così dovrebbe essere ridotto al minimo. Un cambio per reparto: Bastoni per Acerbi dietro, Pobega (più di Frattesi) a metà campo, con Jorginho e uno tra Barella e Cristante. E in attacco, appunto Gnonto per Scamacca. Confermatissimo Raspadori: «Lo abbiamo portato all’Europeo pur con poche partite giocate in A, colpiti dalla sua tecnica. Giacomo deve crescere a livello internazionale. Ma ha qualità, è intelligente e lavorerà per migliorarsi».
JORGINHO. In regia confermato l’italobrasiliano, che al Meazza ha affrontato gli inglesi con particolare impegno, lui ancora a combattere nel Chelsea in quel campionato, spesso prodigo di critiche nei suoi confronti. L’1-0 di San Siro ha fatto bene anche a lui: «Ci ha dato tanta carica, abbiamo battuto una delle migliori nazionali, sono risultati che danno fiducia e motivazioni». Certo, la scansione agonistica venerdì-lunedì non è certa delle migliori per recuperare. Ma da come parlava ieri alla Puskas Arena, Jorginho non sembrava certamente appesantito: «Pronto per giocare di nuovo? Assolutamente sì. Io sto bene e quando c’è da difendere i colori del nostro Paese mi sento sempre meglio».
SISTEMA. Il regista superstite del primo ciclo, quello basato sul doppio play, con Verratti, ha affrontato anche il tema del momento sul piano tattico, il passaggio al 3-5-2, dicendo la sua: «Credo che questo discorso spetti al ct, col quale non ho avuto modo di approfondire il tema. Ma nella mia testa penso che questo cambiamento nasca per avere un’alternativa. Dipende dai giocatori che si hanno a disposizione. Inoltre qui ci sono molti giocatori abituati a questo sistema nel loro club, un particolare che facilita il meccanismo. Personalmente mi trovo bene. Penso insomma che si possa fare».
Ballottaggio a centrocampo fra Barella e Cristante