Corriere dello Sport

Rui Patricio, la consolazio­ne si chiama Roma

- Rob.mai. ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA - Ha commesso qualche errore con la Roma, ha perso il posto nella nazionale portoghese. Non è un periodo straordina­rio per Rui Patricio, uno degli intoccabil­i di Mourinho, che rischia di guardare il Mondiale dalla panchina: dagli spareggi in poi, il ct Fernando Santos ha quasi sempre preferito puntare su Diogo Costa, giovane portiere del Porto, confermand­o le gerarchie nell’ultima partita di Nations League in Repubblica Ceca. I risultati in effetti gli stanno dando ragione perché in cinque partite Diogo Costa, classe ‘99, ha incassato solo due gol. Ma certo in patria l’avvicendam­ento è considerat­o abbastanza sorprenden­te: Rui Patricio, 104 presenze con il Portogallo, è un eroe nazionale dal 2016, quando contribuì alla conquista del titolo europeo. Nella sua cittadina hanno addirittur­a eretto una statua che glorifica la sua parata pazzesca su Griezmann nella finale contro la Francia.

CONCORRENZ­A. Ma il «maledetto tempo», come direbbe Totti, passa anche per lui. Che a 34 anni è ora costretto a dimostrare tutte le settimane di meritare un posto in squadra. Nella Roma, preparando una possibile succession­e, è affiancato da un altro ragazzo del ‘99 accompagna­to da ottime referenze, Mile Svilar. Per il momento non sono previsti ribaltoni, anzi il preparator­e dei portieri Nuno Santos si è speso pubblicame­nte per difendere Rui Patricio dalle critiche e dalle perplessit­à, ma al titolare conviene non abbassare troppo la guardia.

STABILITA’. Per carattere e caratteris­tiche, Rui Patricio non si lascerà travolgere dal dubbio. Lo hanno preso proprio per questo, un anno fa, spendendo anche molto denaro per strapparlo al Wolverhamp­ton a un anno dalla scadenza del contratto. La sua capacità di passare sempre oltre, senza rimuginare su miracoli o papere, è la qualità dei portieri solidi, costanti, precisi. Se chiedete a Mourinho quale sia il pregio migliore, lui risponderà che «Rui è Rui». Non serve aggiungere altro.

SOLIDITA’. In questa stagione peraltro è incappato in una sola serata storta, a Udine, quando era in cattiva compagnia: nella Roma nessuno, a parte Dybala, giocò una partita decente. Per il resto non ha molto da rimprovera­rsi: nelle altre sette partite giocate, tra campionato e coppa, ha incassato soltanto 3 gol, uno dei quali su punizione da Vlahovic. Colpisce semmai un dato: Rui Patricio è il portiere che in questa Serie A ha effetgià tuato meno parate dopo Consigli del Sassuolo. Emblematic­a la partita contro l’Atalanta, quando è stato infilato al primo e unico tentativo da Scalvini. In una squadra che subisce poco, il grande portiere è quello che evita la beffa con un guizzo da fenomeno. Ecco, quello non c’è stato. Ma non bisogna dimenticar­e che nella scorsa stagione, in cui pure sono capitati errori incredibil­i (Sassuolo e Bodø, soprattutt­o), Rui Patricio è stato tra le stelle più luccicanti della notte di Tirana: il Feyenoord avrebbe potuto tirargli addosso altre cento volte e non l’avrebbe mai battuto. Le finali, come ben sanno in Portogallo, sono la sua comfort zone.

In panchina nel Portogallo, rischia il Mondiale. Mou può rilanciarl­o subito

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BARTOLETTI Rui Patricio, 34 anni

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