La Juve veste il 3-5-2 La ricetta anti-crisi
La sosta ha fornito indicazioni chiare: Bonucci rende al top da centrale nella difesa a tre, Kostic ha ritrovato fiducia e campo con la Serbia
Allegri aveva studiato un 4-3-3 ideale con Chiesa, Di Maria e Pogba: ora deve trovare una soluzione reale
C'è la teoria e poi c'è la pratica. Della Juve virtuale si sa tutto e si è detto fin troppo: quella con Federico Chiesa, Angel Di Maria e Paul Pogba, quella del 4-3-3 di qualità, quella pensata quando Max Allegri stava progettando la nuova stagione a tavolino con la dirigenza bianconera. Ora però la Juve deve trovare soluzioni immediate ai tanti-troppi problemi che hanno portato ad affrontare la crisi peggiore dell'era Agnelli. Ora la Juve è costretta a essere solo ed esclusivamente pratica per invertire la rotta: insomma, non si può più rimandare l'appuntamento con la Juve reale. Guardando magari a quegli stimoli in arrivo proprio dalla sosta per le nazionali, con tanti giocatori che stanno confermando quanto almeno in parte già capito dall'avvio di stagione bianconero. Perché Pogba e Chiesa ancora non ci sono e al 100% ci saranno solo da gennaio, pur potendo sperare di poter contare su di loro per qualche spezzone prima del Mondiale. Perché Di Maria un po' c'è e un po' non c'è, superato il problema muscolare all'adduttore si ritrova a dover scontare due turni di squalifica in campionato. E allora dovendo far rendere al massimo le risorse attualmente a disposizione, il 3-5-2 in fase di possesso (che può diventare 4-4-2 a difesa schierata) sembra sempre di più l'abito giusto per dare solidità a ogni reparto: difesa, centrocampo, attacco.
IN DIFESA. Non c'era bisogno di rivederlo all'opera con la Nazionale per capire che Bonucci al centro di una difesa a tre sa esaltarsi, ma contro l'Inghilterra è arrivata l'ennesima conferma. Protetto da altri due centrali, potendosi dedicare a compiti di impostazione che lo hanno reso unico nel suo genere per oltre dieci anni, il capitano bianconero può tornare a essere un fattore anche in fase di costruzione. E curriculum alla mano, pure Gleison Bremer sembra poter ritrovare antiche certezze, con Danilo che sembra fatto apposta per consentire alla difesa di scalare dalla linea a tre a quella a quattro.
IN MEZZO E SULLE FASCE.
Non è esattamente un attaccante esterno, non è mai stato un terzino, ma Filip Kostic se messo nelle condizioni di giocare a tutta fascia può fare la differenza. Nell'Eintracht è così che si è imposto come miglior giocatore della scorsa Europa League, con la Serbia ha ritrovato ritmo e fiducia. Allo stesso tempo pure l'appannato Juan Cuadrado di questo inizio stagione può ritrovare compiti naAndrea
Anche Bremer potrebbe trovare antiche certezze Il ruolo di Danilo
turali con più campo davanti a sé per sopperire alla mancanza di lucidità nel breve. Con un centrocampo che recuperando Adrien Rabiot e Manuel Locatelli potrà fornire la fisicità necessaria per sostenere la regia di Leandro Paredes oltre a delle fasce a trazione anteriore.
IN ATTACCO. Là davanti poi Dusan Vlahovic ha confermato anche con la Serbia di poter avere bisogno di una spalla che possa consentirgli di dividersi lavoro sporco e peso dell'attacco. Il mattatore contro la Svezia è stato Aleksandar Mitrovic, autore di una tripletta completata proprio grazie a un assist del centravanti bianconero. Che può trovare in Arek Milik il compagno di reparto ideale per ritrovare un gol su azione che manca ormai dall'esordio stagionale di Ferragosto contro il Sassuolo. E Di Maria? Un posto per lui ci sarebbe sempre e comunque, la sua casella naturale resta quella di destra nel 4-3-3 che fin qui è stato davvero troppo virtuale: se Allegri dovesse trovare nel 3-5-2 le risposte per una Juve finalmente reale allora anche El Fideo dovrebbe adattarsi, ora mezzala ora seconda punta ma sempre con licenza di inventare tra le linee.
In attacco Milik può essere la spalla ideale di Vlahovic