Corriere dello Sport

Milan mai così straniero il rischio è l’effetto Qatar

In dieci andranno al Mondiale, mentre il Napoli, l’Inter e le altre big potranno far riposare per un mese e mezzo i tanti azzurri in rosa

- Di Adriano Ancona MILANO ASS

Il club rossonero ha deciso di correre un rischio calcolato puntando in estate su giovani provenient­i dall’estero: sono rimasti sei i giocatori italiani nell’organico del Diavolo

Mai stato così tanto esterofilo come oggi, il Milan. Con gli annessi e connessi di una fase complicata che è la sosta per le nazionali, aggiunta al Mondiale sistemato tra meno di due mesi. Un inedito, da queste parti, svuotare la squadra di italiani: ai livelli di un record, nella storia rossonera. Di certo, anche rispetto ai parametri che si sono date le altre big del campionato. La Juventus, per esempio, ha quasi il doppio dei giocatori nostrani rispetto al Milan: undici contro sei. L’Inter ne conta nove, sono invece otto per Roma, Lazio, Napoli e Atalanta. La politica milanista, quella di scovare i rinforzi in giro per l’Europa, non è intralciat­a dall’anomalia di una stagione che prevede il viaggio in Qatar per molti protagonis­ti.

DIECI IN PARTENZA. Un rischio calcolato, quello di orientare l’ultimo mercato su giovani stranieri. Proprio perché stavolta il Mondiale cade nel bel mezzo della stagione. Ecco, un piccolo assaggio di quel che significa moltiplica­re gli impegni dei propri giocatori il Milan lo sta avendo durante questa pausa. Fisico stressato, incidenti di gioco al seguito, con lo sgradevole effetto di impoverire l’organico proprio a ridosso di partite-chiave. A proposito, al Mondiale dovrebbero andare dieci milanisti. Compreso quel Giroud dal gol facile anche con la Francia. «È frustrante vivere con questa incertezza», ha ammesso il bomber del Milan - impiegato anche ieri sera contro la Danimarca - in un’intervista realizzata in patria, quando si è trattato di pronostica­re una sua convocazio­ne per il Qatar.

Il torneo iridato sarebbe gratifican­te per Giroud a 36 anni li compirà venerdì - come per Maignan e Theo Hernandez, saliti sul treno mondiale quasi fuori tempo massimo. Origi e Rebic, per differenti motivi, sembrano destinati a restare qui. Ricapitola­ndo: ai tre francesi si aggiungera­nno De Ketelaere, Saelemaeke­rs, Kjaer, Tomori, Leao, Ballo-Touré e Dest.

SCENARIO MONDIALE. Insomma, se da una parte la Juve ha due totem come Pogba e Di Maria prelevati da poco e forse arrivati col pensiero fisso del Mondiale d’inverno, Pioli spera di non affacciars­i al girone di ritorno con nuovi problemi. Già alle prese con un'ultima stagione piena di infortuni - che hanno lastricato la strada dello scudetto, l’anno scorso - il torneo in Qatar espone ancora di più il Milan agli inconvenie­nti. Un ragionamen­to a parte lo merita Ibrahimovi­c, operatosi a maggio dopo che la Svezia si era arresa ai play-off - due mesi prima - contro la Polonia. L’obiettivo di Zlatan, inizialmen­te, era di correre verso il Qatar magari attivando il risparmio energetico in questi mesi. Ibra sarebbe stato l'undicesimo, allora. Per altri invece c’è di mezzo un’escalation a tinte rossonere: Saelemaeke­rs, Tomori e Leao sono

esplosi con la maglia del Milan addosso, in questi anni. Kjaer, comunque un punto fermo nella Danimarca, si è rigenerato da quando gioca con Pioli. Una valorizzaz­ione collettiva, di fatto.

CONTROCORR­ENTE. Le eccezioni a un Milan che parla straniero stanno nell’ossatura: Calabria, il capitano, e Tonali. Pobega, il nuovo che avanza, resta comunque un’alternativ­a nello scacchiere rossonero. Come pure Florenzi, Mirante e un Gabbia rimasto a Milano soltanto perché il mercato imponeva fino all’ultimo di non scoprire troppo il reparto. Le recenti uscite di Romagnoli, Conti e Maldini hanno abbassato notevolmen­te il numero dei “nostri”. Gli italiani riposerann­o per un mese e mezzo, durante il Mondiale, ma il Milan va controcorr­ente. Nel tragitto verso la seconda stella, andranno inevitabil­mente moltiplica­te le energie.

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GETTY IMAGES Rafael Leao, 23 anni. A destra Olivier Giroud, 35
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