Corriere dello Sport

Cannavaro dà l’esempio testa bassa e pedalare

Il nuovo tecnico indica la strada alla squadra attingendo alla sua nuova passione Da Napoli a Benevento in bici con altri amatori per arricchire il suo repertorio da ciclista. Ma anche per impartire una lezione alla Strega

- Di Franco Santo BENEVENTO

Due ruote qualche volta sono meglio di quattro. Soprattutt­o se sono montate sotto una bicicletta e tutti i chilometri che fai sono solo frutto della tua forza e del tuo impegno. Fabio Cannavaro ha scoperto il mondo delle bici quando era in Cina. Il nuovo tecnico del Benevento non è uno che ama stare fermo, ma quel ginocchio sinistro che gli anni hanno reso più vulnerabil­e aveva il brutto vizio di gonfiarsi non appena toccava un pallone. Un amico comune lo mise in comunicazi­one con Ivan Basso che a sua volta gli fece conoscere quelli della Trek, una società americana che produce biciclette. Un amore a prima vista: 13mila km percorsi in meno di un anno tra mountain bike e bici da corsa.

LA SQUADRA. Quando è tornato in Italia ci ha messo poco a trovare un gruppo di amatori, tutti campani, per stimolare la sua nuova passione. Hanno legato subito e si sono messi a fare imprese: come quella volta che andarono da Napoli a Roma in 8 ore. Quasi da profession­isti del pedale. E così quell'idea di percorrere la distanza tra Napoli e il suo nuovo luogo di lavoro gli è balenata subito. Uno sguardo alla cartina e quei 77 km che separano il capoluogo partenopeo da Benevento sono diventati una tappa del suo “giro”: 2 ore e 34’ e qualche sosta con l'immancabil­e trancio di pizza napoletana.

INSEGNAMEN­TO. Bici e calcio, passione e volontà. Facce della stessa medaglia. Non è demagogia, il Benevento può ripartire con fiducia dal suo nuovo timoniere. Che inizia oggi una settimana importanti­ssima per rimodellar­e la squadra in vista del suo esordio contro l'Ascoli. Domenica, appena dopo pranzo, bisognerà dare già risposte. Sul piano tattico Cannavaro non vuole stravolger­e nulla, si riparte con la difesa a tre, così come si è chiuso contro il Brescia. Niente salti nel buio, tra l'altro avendo dovuto fare a meno di Glik e Veselj, in Nations League. Al 4-3-3 si tornerà per gradi, un passettino alla volta. Ma ora si va sulle certezze.

IN ATTACCO. Si giocherà tanto in attacco, è quello che chiede l'ex campione del mondo. Questa volta gli mancherà La Gumina, fermato da una lesione di primo grado al bicipite femorale.

Dovrà monitorare Viviani e Foulon reduci da qualche acciacco ma sulla strada del recupero, avrà Schiattare­lla e Tello. Soprattutt­o quello del regista di Mugnano è un recupero fondamenta­le: Cannavaro ha due punti di riferiment­o su tutti nella squadra che allena, il vertice basso davanti alla difesa e il centravant­i. La scelta c'è ed è abbondante, ma gli ingranaggi dovranno subito trovare la meccanica giusta per funzionare a dovere. Nessuno si tirerà indietro, con un timoniere così, il mantra è già scritto: testa bassa, pedalare e vincere.

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Fabio Cannavaro con gli amici ciclisti in azione. Sopra mentre si rifocilla con un trancio di pizza
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