Avellino, avvio da brividi
Un inizio da incubo nella stagione in cui l’Avellino vuole vincere il campionato. Peggio avvenne solo nel 1993/94 quando raccolse 3 punti nelle prime 5 gare. Riuscì a salvarsi cambiando tre allenatori (Ciccio Esposito, Di Somma e Ansaloni). Risale a 24 anni fa, il più recente avvio disastroso come questo, con 4 punti in 5 partite ottenuti da una squadra che neanche avrebbe dovuto iscriversi al campionato di C per una situazione finanziaria disastrosa. Quella squadra doveva solo salvarsi, lo sapevano tutti, non c’erano le aspettative di oggi. Col presidente D’Agostino che ha tenuto, in un comunicato dieci giorni fa, a rinverdire la promessa fatta a marzo 2020: «Raggiungeremo la B in di tre campionati». Il terzo è questo, iniziato male però ancora lungo e con la possibilità di compiere modifiche in corsa.
Intanto è stata rinnovata la fiducia al tecnico, di nuovo in discussione dopo la sconfitta di Latina, nella convinzione che le colpe di questo disastroso avvio non sono di Taurino al quale è stato messo a disposizione un organico che sta rivelando il suo reale valore sul campo, distante da una rosa allestita per lottare ai vertici. Un allenatore che ha snaturato il suo credo calcistico pur di dare la fisionomia di squadra a un gruppo di calciatori che, singolarmente presi, possono pure essere ritenuti discreti ma, messi assieme, offrono uno spettacolo calcistico impresentabile: con la miseria di tre reti, peraltro, l’Avellino ha il peggiore attacco del girone. Ha voglia, il tecnico, di proporre ragionamenti contorti, infarciti di luoghi comuni, per difendere l’indifendibile. Dire di avere visto un grandissimo Avellino a Latina, («La squadra mi è piaciuta moltissimo», ha dichiarato Taurino) serve a tenere alto il morale dei suoi ma fa lievitare il malcontento di una tifoseria a cui interessa poco la prestazione se non porta punti. Gli archivi calcistici raccolgono i risultati, non le chiacchiere da bar. E quelli della C ripropongono un inizio di campionato disastroso per l’Avellino, come quello del settembre 1998, conservato nelle emeroteche.